Scopri il nostro programma fedeltà ! Scopri di più

Carrello


Contenuto del carrello
<- Continua a fare acquisti
Conferma e paga
Totale Tasse incluse

La Strada dei Beffrois

Foto di copertina: Borgo di Septmonts, Aisne, Alta Francia © Shutterstock /Alexandra.ROSA

L’Alta Francia custodisce un patrimonio unico: le torri civiche, i celebri beffrois, oggi tutelati dall’UNESCO. Simboli del potere comunale nel Medioevo, scandivano il tempo della città tra fede e conflitti. Tipiche del Nord, e visibili solo qui e in Belgio, si riconoscono per le loro forme slanciate, i carillon, gli orologi, le torri di guardia, le guglie e le banderuole che svettano sul cielo fiammingo.

Dunkerque, nel cuore del suo centro storico, ospita due torri civiche d’eccezione. Il Beffroi di Saint-Élo , con i suoi 58 metri, offre una vista spettacolare a 360 gradi sulla città, il porto e le distese sabbiose della costa. Più imponente, il Beffroi dell’Hôtel de Ville (torre civica del Municipio) alto 75 metri: apre le sue porte solo in rare occasioni, come le Giornate Europee del Patrimonio o quelle dell’Architettura.

beffroi de lhotel de ville dunkerque shutterstock 2161738913 boerescu
Beffroi dell’Hôtel de Ville, Dunkerque © Shutterstock / Boerescu

Accanto, il municipio sfoggia con fierezza la sua architettura in stile rinascimentale fiammingo, con facciate in mattoni rossi e bianchiche richiamano l’identità architettonica della città. All’interno, alla base del Beffroi, una grande vetrata mette in scena il ritorno trionfale di Jean Bart, il corsaro di Dunkerque, dopo la vittoria nella battaglia di Texel del 1694.

Nel cuore della “capitale delle Fiandre”, a pochi passi dal municipio, il Beffroi di Lille domina la città con i suoi 104 metri d’altezza come un emblema degli anni Trenta. Per scoprire ed ammirare la vista panoramica della città basta salire i suoi 109 gradini.

beffroi hotel de ville lille shutterstock 2468986957 aliaksandr antanovich
Beffroi di Lille © Shutterstock / Aliaksandr Antanovich

Ispirandosi alla natura, piante rampicanti, fiori sbocciati, ali di libellula… l’Art Nouveau è un movimento artistico nato in Francia tra il 1890 e il 1920 con un’ambizione chiara: rompere i codici rigidi dell’arte classica e rendere più suggestiva la vita quotidiana. Niente più linee dritte né simmetrie rigide: spazio a curve, volute e arabeschi, come se tutto nell’universo dovesse danzare. Questo stile trasforma strade, abitazioni, arredi, vetri, ferri battuti, caratteri tipografici, manifesti e oggetti d’uso comune in creazioni vive, eleganti, quasi incantate.

Ad una ventina di chilometri da Lille, il Beffroi Armentières, si innalza per 67 metri sopra i paesaggi fiamminghi. Simbolo del potere comunale, questa torre ha attraversato secoli di storia turbolenta: da torre medievale a prigione, poi posto di guardia, quindi bersaglio di guerre. Bruciata, distrutta, ricostruita, oggi rivive in stile rinascimentale fiammingo ed è riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

beffroi de bailleul shutterstock 1782807347 bart poelaert
Beffroi di Bailleul © Shutterstock /Bart Poelaert

Sui monti delle Fiandre, sorge il Beffroi di Bailleul, una torre in mattoni gialli in stile neorinascimentale fiammingo. Alta 62 metri e accessibile salendo 200 gradini, domina la città dal 1932, anno in cui fu ricostruito dopo il bombardamento che lo distrusse nel 1918.

Con i suoi 206 gradini, lo stile fiammingo in pietra bianca luminosa e un richiamo all’atmosfera di Giù al Nord, il Beffroi di Bergues invita a prendere quota, letteralmente e culturalmente.

beffroi de bergue shutterstock 2590152083 harald keller
Beffroi di Bergues © Shutterstock /Harald Keller

Come molti altri beffrois del Nord, anche quello di Bergues ha attraversato guerre, invasioni, distruzioni e rinascite. Dal 2005 è riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ma per gli abitanti della regione è molto più di un titolo: è uno dei beffrois più belli, capace, dicono con fierezza, di rivaleggiare con quelli dei vicini belgi.

Considerato “il più bello di tutti”, e non solo dai douaisiens, il Beffroi di Douai è stato inserito nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2005. Con la sua architettura autentica del XIV° e XV° secolo e i 54 soli dorati del suo carillon, continua a incantare i passanti.

beffroi de douai shutterstock 2440518789 njaj
Beffroi di Douai © Shutterstock /njaj

Le torri civiche del Nord sono note per i loro carillon, ma quello di Douai ha qualcosa in più: qui, la musica fa parte dell’identità del luogo, tanto da valergli il nome di “città dei carillon”. Lungo la Strada dei Beffrois, prendetevi il tempo di rallentare, e lasciatevi avvolgere dal canto delle campane.

Il Beffroi di Cambrai, già presente nell’XI° secolo, si erge accanto al campanile gotico della chiesa di Saint-Martin, in un dialogo architettonico che attraversa i secoli. Fino al XVIII° secolo era sormontato da una curiosa guglia a spirale, affiancata da quattro torrette. Nel 1736 venne sostituita da una cupola con lanternino, arricchita nel 1924 da quattro sculture di Marcel Gaumont che raccontano la storia della città.

beffroi de cambrai shutterstock 152314868 pecold
Beffroi di Cambrai © Shutterstock /Pecold

Nel Medioevo, questa torre veniva utilizzata dai gallus, che suonavano la campana per annunciare le ore del giorno e della notte, segnalare il coprifuoco o dare l’allarme in caso di attacchi o incendi.

Il Beffroi di Comines è stato ricostruito in stile rinascimentale fiammingo in occasione dell’inaugurazione del municipio nel 1929. L’architetto regionale Louis Marie Cordonnier ha armonizzato due monumenti usando mattoni rossi.

route des beffrois
Beffroi de Comines © Shutterstock /Werner Lerooy

Il municipio è stato inserito nell’inventario supplementare dei monumenti storici nel 2001, mentre la sua torre è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2005.

Il Beffroi di Gravelines, che fa parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, alto 27 metri, offre una vista incredibile sulla città, le barche dei pescatori e i dintorni.

beffroi de gravelines shutterstock 1279370566 mimpki edited
Beffroi di Gravelines © Shutterstock /mimpki

Questo capolavoro architettonico è da scoprire durante il weekend degli Espaces Fortifiés (letteralmente Gli spazi fortificati), le Giornate del Patrimonio e durante la stagione estiva.

Il Beffroi di Loos, inserito nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, è un esempio emblematico della fusione tra l’identità del nord della Francia e lo stile neo-fiammingo delle Fiandre e dei Paesi Bassi. Questa torre fortificata, alta 38 metri, costruita in mattoni smaltati di rosso, è dotata di garitte, merli, un campanile e una guglia.

Lungo la Strada dei Beffrois si percorre la storia del nord della Francia: ogni torre racconta un frammento di passato, tra potere civico e identità locale. Salire i loro gradini è un modo per toccare con mano la memoria e la fierezza di un territorio modellato da secoli di cultura e architettura.

Non andatevene a mani vuote. Continuate l’esperienza nella nostra boutique online: regali, ispirazioni e nuove scoperte vi aspettano. Iscrivetevi alla newsletter per ricevere ogni mese storie, novità e anticipazioni dal mondo Teritoria. Pronti a partire per la Strada dei Beffrois? Entrate nel nostro programma fedeltà e trasformate ogni soggiorno in vantaggi esclusivi, in tutte le nostre strutture. Perché la storia non si guarda soltanto. Si vive.

Di Émilie FALLOT NGUYEN

Drôme: tra lavanda, borghi arroccati e paesaggi naturali

Foto di copertina: Drôme Provenzale © Shutterstock /Serge Goujon

Per una fuga lontano dalla folla estiva, esplorate la Drôme provenzale: campi di lavanda a perdita d’occhio, borghi medievali aggrappati alle colline, natura incontaminata e un patrimonio unico. Un territorio da scoprire seguendo il ritmo delle stagioni, con attenzione.

Tra Lione e Marsiglia si trova la Drôme, con i suoi borghi autentici, i grandi spazi naturali e le imponenti montagne. Cosa c’è di più autentico, per scoprire questo dipartimento, che immergersi nei suoi borghi e fuggire dalla folla?

Le Scogliere del Vercors  

Dal Passo del Rousset alle scogliere del Vercors, chi ama la natura trova qui un territorio autentico e spettacolare. Le montagne della Drôme offrono colline ondulate, panorami mozzafiato sulle Alpi e una fauna nel suo habitat naturale.

paysage du vercors shutterstock 2484361837 serge goujon
Panorama mozzafiato del Vercors © Shutterstock / Serge Goujon

La cosa più bella è che potete vivere queste esperienze tutto l’anno: a piedi lungo i sentieri del Vercors, o in canoa tra gole e fiumi.

I campi di lavanda di fronte al castello di Grignan

Arroccato tra colline e montagne della Drôme provenzale, il Castello di Grignan sovrasta il borgo che lo circonda. Costruito a partire dall’XI° secolo, emblema dell’architettura rinascimentale e del classicismo francese. Testimone di importanti pagine di storia, è stato riconosciuto Monumento Storico e ha ottenuto il marchio Musée de France (museo di interesse nazionale) nel 1993.

chateau de grignan shutterstock 2384528689 serge goujon
il castello di grignan in fiore © shutterstock /serge goujon
grignan shutterstock 785298475 boris stroujko
il castello di grignan © shutterstock /boris stroujko

Ma il Castello di Grignan è tutt’altro che immobile: ogni anno, tra giugno e luglio, la lavanda in fiore tinge le pianure di viola e crea un sorprendente contrasto con il profilo chiaro del Monte Ventoux.

Il parco naturale regionale delle Baronnies Provençales

La Drôme è un ambiente naturale incontaminato, ricco di paesaggi diversi. Prendetevi il tempo per esplorarla a piedi, lungo i sentieri del parco naturale.

baronnie provencale shutterstock 2166858205 jef77
parco naturale regionale delle baronnies provençales, le gole della méouge © shutterstock /jef77
baronnie provencale shutterstock 1614452062 nomadkate
scoglio di saint-julien, parco naturale regionale delle baronnies provençales © shutterstock /nomadkate

Lasciatevi stupire dalla bellezza selvaggia delle scogliere verdeggianti, dai campi di lavanda a perdita d’occhio o dai fiumi e dagli acquedotti.

Il modo migliore per scoprire la bellezza di questa zona è partire dai suoi borghi autentici e incontrare gli artigiani locali.

Montbrun-les-bains  

Classificato tra i ‘Borghi più belli di Francia‘, Montbrun-les-Bains svela subito il motivo del suo prestigio: il monte su cui sorge è punteggiato di case medievali in pietra chiara. Nel cuore di una valle che alterna il verde dei boschi al viola della lavanda, il borgo si erge come uno sperone roccioso che domina il paesaggio.

montbrun les bains shutterstock 1142609078 jffotografie
Il borgo di Montbrun-les-Bains © Shutterstock /JFFotografie

Tra i vicoli antichi decorati con fiori, prendetevi il tempo per rallentare e scoprire l’arte di vivere alla maniera della Drôme: autentica, sostenibile, umile.

Poët-Laval 

Altro gioiello della Drôme provenzale, questo borgo non si visita in fretta: si scopre lentamente, lasciandosi guidare dai vicoli chiari, dalle strade acciottolate, dagli incontri con artigiani appassionati e dalle storie che il luogo sa raccontare.

poet laval shutterstock 2153027227 damien chastang
Il borgo di Poët-Laval, nella Drôme © Shutterstock /Damien Chastang

E così si apre davanti a voi un luogo autentico e ben preservato!

Suze-la-Rousse 

Rousse (letteralmente rossa), non deve il suo nome agli abitanti, ma al colore delle sue pietre. I ciottoli delle stradine, le facciate delle case provenzali e il castello medievale che sovrasta il borgo sono tutti tinti di una tonalità dorata che invita a passeggiare senza fretta. Il castello, che ha attraversato secoli di trasformazioni, da residenza reale a chiesa del borgo, ospita oggi un’università del vino.

suze la rousse shutterstock 1758223607 adrian popov
Suze-la-Rousse con il suo castello medievale che la guarda dall’alto © Shutterstock /Adrian Popov

Nel cuore dei vigneti, Suze-la-Rousse vi invita a scoprire la sua storia viticola e umana.

La Roche-sur-Grâne 

A La Roche-sur-Grâne, borgo dal sapore autentico della Drôme, il sole illumina un monte punteggiato di case in pietra chiara. Qui si trova il centro Les Amarins, un esempio concreto di agroecologia: offre ai giovani strumenti, formazione sul campo e immersioni nella vita della fattoria. Energia rinnovabile, autosufficienza e sostenibilità sono al centro del progetto. Un luogo impegnato, perfettamente in sintonia con lo spirito di Teritoria. Da scoprire.

A Nyons, gli ulivi si aggrappano ai dolci pendii come custodi di un patrimonio millenario. Qui l’oliva nera si coltiva con pazienza e passione. Alla Maison des Huiles d’Olive, gli aromi parlano al cuore: erba fresca, mandorla, lavanda, mela verde… Ogni goccia racconta un territorio e un gesto antico. Poco più in là, i fiori profumano le colline. Alla distilleria li si vede trasformare lentamente in essenze preziose, tra alambicchi di rame e nuvole di vapore blu.

nyons drome shutterstock 64494532 richard semik
Nyons, Drôme, Rodano-Alpi © Shutterstock /Richard Semik

Poi c’è Montélimar, che sembra uscita da una cartolina. Qui il torrone non è solo un dolce, ma una promessa d’infanzia. Nei laboratori artigianali, il miele caldo si mescola alle mandorle tostate, viene lavorato a mano, versato negli stampi e tagliato con un filo. Un inno al savoir-faire, alla golosità lenta, lontano dal trambusto.

montelimar depuis ses remparts shutterstock 1894594819 rysan edited
La vista di Montélimar dalle mura © Shutterstock /RYSAN

Il momento più sorprendente del viaggio è a Hauterives. Qui, un semplice postino, Ferdinand Cheval, ha dedicato 33 anni della sua vita a costruire, da solo, un palazzo uscito direttamente dai suoi sogni. Giorno dopo giorno, pietra dopo pietra raccolta durante le sue consegne, ha dato forma al suo Palais Idéal (Palazzo Ideale). Un’opera folle, fragile e immensa, ispirata ai templi indù, ai castelli medievali e alle grotte naturali. Un universo a parte, fatto di pazienza, ossessione e bellezza grezza.

palais du facteur cheval hautesrives shutterstock 325096028 milosk
Il palazzo del postino Cheval, Hautesrives © Shutterstock /milosk

Nella Drôme, ogni cosa ha il suo ritmo. Niente corre, tutto è autentico. Qui si ritrova il gusto delle cose semplici, la magia della lentezza, la poesia dei gesti dimenticati. È un viaggio geografico, certo, ma anche interiore. Un ritorno all’essenziale.

Per prepararvi a questo ritorno, lasciatevi ispirare dalla nostra newsletter e approfittate dei vantaggi del programma fedeltà. La Drôme è anche un’arte di vivere bene che si condivide: con le nostre carte e i cofanetti regalo, fate viaggiare anche chi amate.

Di Émilie FALLOT NGUYEN  

Annecy: una fuga nel cuore delle Alpi

Foto di copertina: Via principale di Annecy © Shutterstock /Alberto Garcia Guillen

Giustamente soprannominata la “Venezia delle Alpi”, Annecy affascina con i suoi canali fioriti, il lago cristallino e i vicoli animati. Città d’arte e di storia, unisce cultura, natura e stile di vita in un equilibrio raro. Che siate appassionati di storia, amanti della natura o semplicemente in cerca di autenticità, Annecy non lascia indifferenti.

Ecco alcuni luoghi da non perdere, che siate alla vostra prima visita o vogliate scoprire la città più a fondo.

Annecy-le-Vieux: fascino e tranquillità sulle alture

Annecy-le-Vieux è un quartiere storico dal carattere autentico, leggermente decentrato, ma ricco di fascino. Adagiato sulla sponda nord-orientale del lago, offre un’atmosfera tranquilla e residenziale, perfetta per sfuggire al trambusto turistico.

annecy
Vista panoramica di Annecy © Shutterstock / Collezione Maykova

Dalle prime pendici del Monte Veyrier (1.291 m) si gode di un panorama mozzafiato sul lago e sulle Alpi circostanti.

Il Castello di Annecy: testimone di una storia ricca di eventi

Il castello di Annecy, che domina la città vecchia, è stato dichiarato monumento storico nel 1959. Fu residenza dei conti di Ginevra tra il XIII° e il XIV° secolo e ha vissuto molte trasformazioni: da fortezza medievale a caserma durante la Seconda Guerra Mondiale, fino a diventare un sito di restauro del patrimonio. Oggi ospita un museo che combina collezioni permanenti e mostre temporanee, con un’attenzione particolare al cinema d’animazione, di cui Annecy è una delle capitali mondiali.

chateau annecy shutterstock 49511752 mira arnaudova
il castello di annecy visto dal lago © shutterstock /mira arnaudova
chateau dannecy shutterstock 518349907 milosk50
il castello di annecy © shutterstock / milosk

Dalle mura, la vista sui tetti rossi della città vecchia e sul lago è davvero incredibile.

Il Pâquier e i Giardini d’Europa: il polmone verde di Annecy

Vero e proprio angolo di verde nel cuore della città, il Pâquier è un grande parco alberato in riva al lago, molto amato dagli abitanti di Annecy. Luogo di relax e di incontro, ospita anche importanti eventi locali. Proprio accanto si trovano i Jardins de l’Europe ( I giardini d’Europa di Annecy) , progettati nel XIX° secolo, che mescolano specie secolari ed eleganti sculture. Questo complesso paesaggistico è un’eredità dei duchi di Nemours, che trasformarono l’antica zona paludosa in un raffinato luogo per passeggiare.

parc paquier annecy shutterstock 1293433144 giuseppe piazzese
Il parco Pâquier in autunno, Annecy © Shutterstock /Giuseppe Piazzese

Da questi giardini potete salire a bordo delle navette lacustri che vi porteranno alla scoperta del canale del Vassé, dell’Île aux Cygnes, del Pont des Amours e dei quai Jules-Philippe e Napoléon III.

Il lago di Annecy non è solo bello: è anche uno dei laghi urbani più puliti d’Europa. E proprio la qualità dell’acqua, insieme alla varietà dei paesaggi, lo rende un luogo ideale per il tempo libero.

Passeggiata Paul-Louis Servettaz detta “Albigny”: tra spiaggia e parco alberato

La passeggiata che collega il parco dell’Impérial alla spiaggia di Albigny è una delle più piacevoli di Annecy. Attraversa giardini fioriti, costeggia le rive del lago e si conclude su un’ampia passerella che offre un panorama mozzafiato.

promenade autour du lac dannecy shutterstock 1891990378 rogermechan
Passeggiata intorno al lago di Annecy © Shutterstock /RogerMechan

Questo luogo di villeggiatura è molto frequentato in estate (sorvegliato dalle 11 alle 19), ma Albigny è ideale anche per un picnic o per prendere il sole di fronte alle montagne.

Il Ponte degli Amori: un simbolo romantico

Il Ponte degli Amori, uno dei luoghi iconici di Annecy, collega i Giardini d’Europa al Pâquier, attraversando il canale del Vassé. Secondo la leggenda, un bacio scambiato al centro del ponte garantisce l’amore eterno. Realizzato in ferro battuto nel 1845, attira coppie che vi appendono simbolicamente dei lucchetti, come sul Pont des Arts a Parigi. La vista sul lago, sull’Île aux Cygnes e sulle cime circostanti è semplicemente magica.

pont des amours annecy shutterstock 1293532108 giuseppe piazzese
Ponte degli Amori, Annecy © Shutterstock / Giuseppe Piazzese

Per chi ama l’attività fisica, nei dintorni si possono praticare numerosi sport: pedalò, kayak, paddle, ma anche escursioni a piedi o in bicicletta.

Il giro del lago: 33 chilometri di evasione sportiva

Attorno al lago si snoda una pista ciclabile di 33 km che consente di fare il giro completo in bicicletta, con i pattini o a piedi. Il percorso attraversa spiagge, borghi tipici e punti panoramici mozzafiato. Accessibile a tutti, è un modo divertente ed ecologico per scoprire i dintorni. È anche l’occasione perfetta per concedersi una pausa in uno dei piccoli borghi affacciati sul lago, come Talloires, Menthon-Saint-Bernard o Duingt.

velo autour du lac dannecy shutterstock 747689239 arthur c.c.hsieh edited
Scoprite Annecy in bici © Shutterstock /Arthur C.C.Hsieh

È un percorso da non perdere per chi ama il turismo lento.

Oltre ai suoi paesaggi, Annecy conquista con la sua atmosfera. È una città vivace ma a misura d’uomo, che invita a passeggiare tra i vicoli acciottolati, a curiosare tra i mercati (martedì, venerdì e domenica) e a incontrare gli artigiani locali. Volete scoprire altri luoghi autentici in Alvernia e altrove? Iscrivetevi alla nostra newsletter. Annecy è anche una meta ideale per i buongustai: concedetevi una pausa in un ristorante locale per gustare una fonduta savoiarda, una tartiflette o un caffè in riva al lago. Con Teritoria riscoprite un modo di viaggiare che ha senso: sostenibile, responsabile e autentico. Scegliendo, o regalando, un soggiorno Teritoria, accumuli punti nel nostro programma fedeltà e contribuisci a sostenere un’economia locale rispettosa

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

La Strada dei Formaggi dell’Alvernia

Foto di copertina: Funivia sopra i paesaggi del Cantal ©Shutterstock / jef77

Lungo la Strada dei Formaggi dell’Alvernia scoprirete cinque formaggi DOP: Cantal, Saint-Nectaire, Fourme d’Ambert, Bleu d’Auvergne e Salers. Ognuno porta con sé garanzie di qualità e un profondo legame con il territorio. A differenza della Strada dei Vini, non esiste un itinerario fisso: Teritoria vi invita a esplorare queste eccellenze passando per le città da cui prendono il nome.

Questo formaggio a pasta molle fatto con latte di vacca è noto per la sua cremosità e il suo sapore unico. Inoltre, il savoir-faire di questo formaggio risale alla corte di Luigi XIV°.

la strada dei formaggi dell'alvernia
Saint-Nectaire ©Shutterstock / page frederique

Nascosta nella valle della Couze Chambon, esplorate la cittadina di Saint-Nectaire. Godetevi una passeggiata fino alla sua chiesa romanica, arroccata sul Mont Cornadore e considerata uno dei cinque edifici più rappresentativi dell’arte romanica in Alvernia. Ammirate la bellezza grezza delle sue pietre bianche d’origine vulcanica: l’Alvernia, antica terra di vulcani, conferisce a queste pietre millenarie un colore unico.

village de saint nectaire shutterstock 1768252811 alain pitault
Borgo di Saint-Nectaire ©Shutterstock / Alain PITAULT

L’identità vulcanica unica di Saint-Nectaire si riflette nei suoi paesaggi: dall’antica stazione termale lungo il torrente Courançon alla palude salata e alla grotta delle acque pietrificate, che aggiunge fascino al luogo. La città ha ricevuto una stella dalla Guida Michelin Viaggi e Cultura, che ne ha riconosciuto la qualità e l’autenticità, sia dal punto di vista naturale che artistico. Se visitate Saint-Nectaire, non perdetevi la Fontaine Pétrifiée (letteralmente fontana pietrificata): una meraviglia naturale nota per le sue sculture di calcite. L’acqua della grotta, rarissima, ed è celebrata in numerose opere d’arte.

fontaine petrifiante st nectaire shutterstock 1532882117 gilles paire
fontaine pétrifiante, à saint-nectaire ©shutterstock / gilles paire
oeuvre de la fontaine petrifiante st nectaire shutterstock 1532883941 gilles paire
gioiello in calcite realizzato con la fontaine pétrifiante ©shutterstock / gilles paire

A due passi da Saint-Nectaire si trova Freydefont-Saint-Nectaire con il suo allevamento di mucche da latte. Scoprite insieme agli allevatori appassionati la lavorazione del formaggio Saint-Nectaire, dalla mungitura (alle 18:00 dal lunedì al sabato) fino alla fermentazione lattica (al mattino, a partire dalle 10:30).

“Fourme” è una parola che forse vi suona familiare… ma sapete cosa significa? Deriva dall’antico francese e indicava originariamente il contenitore usato per modellare il formaggio, da cui il verbo “formare”. Con il tempo, il termine ha iniziato a designare il prodotto stesso: “fourmage” è diventato “fromage”. Solo la Fourme d’Ambert ha conservato questo legame con il passato, un tratto distintivo di questo formaggio, prodotto con muffa di pane di segale.

la strada dei formaggi dell'alvernia
Fourme d’Ambert ©Shutterstock / Ermak Oksana

Ambert, riconosciuta come città ciclabile, si trova nella pianura omonima, circondata dai monti del Forez e del Livradois. Inizialmente nota per la qualità della carta utilizzata nelle prime edizioni dell’Enciclopedia del 1751, la città offre numerose bellezze architettoniche da scoprire: la chiesa gotica di Saint-Jean, il Dolmen di Boisseyre, entrambi classificati come Monumenti Storici, e il singolare municipio di Ambert, che sorprende per la sua forma circolare, tanto particolare da essere paragonata a quella del celebre formaggio locale.

ambert shutterstock 2446874207 ebascol
village d’ambert ©shutterstock / ebascol
hotel de ville dambert shutterstock 2446880507 ebascol
municipio di ambert ©shutterstock / ebascol

Nel cuore della città, la Maison de la Fourme d’Ambert, attiva dal XIV° secolo e aperta dal martedì al sabato, accoglie tutti coloro che desiderano scoprire la storia del celebre formaggio e comprenderne le fasi di lavorazione. Dopo una buona degustazione in cantina, partite alla scoperta delle jasseries: le antiche capanne in legno e granito con tetti di tegole curve, che raccontano la vita dei contadini durante l’alpeggio estivo. Assaporate i sapori dolci e salati dei formaggi DOP dell’Alvernia e assistete alla loro produzione: dalla cagliatura alla degustazione del formaggio fresco, passando per la visita alla latteria con la zangola.

Tra le tappe imperdibili lungo la Strada dei Formaggi dell’Alvernia, c’è il Bleu d’Auvergne, un formaggio a latte crudo con muffa di pane di segale: ha una pasta color avorio, venata di blu-verde, e un profumo delicatamente floreale.

la strada dei formaggi dell'alvernia
Bleu d’Auvergne ©Shutterstock / RVillalon

Il formaggio nasce nella cittadina di Laqueuille, a 1.050 metri di altitudine, nel cuore del Parco Naturale dei Vulcani dell’Alvernia. Nessun altro villaggio della zona si trova più in alto! Il piccolo paese di 500 abitanti si chiamava un tempo “La Colha”, che nel dialetto pirenaico significa “la capanna del pastore”. È su questo antico sperone roccioso che il celebre Bleu d’Auvergne viene stagionato per almeno 28 giorni, in cantine dove la regolare foratura favorisce lo sviluppo del Penicillium roqueforti. La sua storia è raccontata nel Museo di Laqueuille, tra mostre immersive, curiosità storiche e racconti di banditismo.

cascade du trador laqueille shutterstock 2494885447 tommy larey
Cascata del Trador, a Laqueuille ©Shutterstock / Tommy Larey

Attraversando il piccolo borgo ricco di autenticità, lasciatevi conquistare dai Monts Dore con un’escursione verso La Banne o la Cascade du Trador. Risalendo il villaggio di Trador, una faglia geologica rivela una cascata naturale, formata da un’antica colata lavica raffreddata. Le sue fessure hanno dato origine a colonne poligonali note come “organi”.

Il Salers, che dal 1961 fa parte del marchio AOP d’Auvergne, è fatto con latte crudo di fattoria e stagionato per sette mesi in un contenitore di legno. Da aprile a settembre, le mucche rosse si nutrono dei prati verdi e producono un latte unico.

la strada dei formaggi dell'alvernia
salers ©shutterstock / foodpictures
vache rouge dauvergne shutterstock 1365954020 fabien monteil
mucca dell’alvernia ©shutterstock / fabien monteil

Una produzione vivace e colorata, proprio come la cittadina di Salers. Situata a 950 metri di altitudine, sui Monti del Cantal, questa piccola città medievale è stata inserita tra i “Sites Remarquables du Goût”, i Luoghi del Gusto. Qui potete visitare la chiesa di Saint-Mathieu e gli antichi quartieri borghesi, costruiti in pietra vulcanica e coperti da tegole d’ardesia. I più sportivi apprezzeranno il percorso “La Pastourelle”, ideale per esplorare i panorami mozzafiato del Cantal in mountain bike o a piedi durante un’escursione.

rue de salers shutterstock 1485693503 mehdi33300
village authentique, salers ©shutterstock / mehdi33300
ville de salers shutterstock 1485693341 mehdi33300
strada della cittadina di salers ©shutterstock / mehdi33300

A pochi chilometri dal borgo di Salers, la fattoria “Les Burons de Salers” offre l’occasione di scoprire la storia del celebre formaggio, della genziana e della specialità locale: la truffade.

Ultimo, ma non per importanza, sulla Strada dei Formaggi dell’Alvernia: il Cantal. Il suo nome deriva dall’antico termine gallico-celtico “Cantalo”, che significa “frontiere”. Questo dipartimento montuoso e poco popolato offre una bellezza selvaggia da scoprire tra paesaggi e climi diversi: vallate verdi, ghiacciai, grandi dighe, laghi e formaggi DOP.

paysage de montagne du cantal shutterstock 2165917315 michel peres
Paesaggio montuoso, Cantal ©Shutterstock / Michel PERES

Il Cantal è il formaggio più antico della regione, con quasi 2000 anni di storia. Il suo sapore unico nasce dai pascoli dell’omonimo dipartimento e da una lavorazione che prevede oltre 30 ore di stagionatura in cantina.

la strada dei formaggi dell'alvernia
Cantal ©Shutterstock / barmalini

Ecco perché esistono diversi tipi di Cantal, a seconda del tempo di stagionatura: quello giovane ha meno di due mesi, quello maturo supera i sei. Più a lungo stagiona, più intenso diventa il suo sapore.

Ora non c’è più bisogno di cercare i panelli marroni che indicano i numerosi itinerari verso la Strada dei Formaggi dell’Alvernia. Per incontrare i produttori e apprezzare il loro savoir-faire, avete tutte le chiavi in mano. Per scoprire altri itinerari alla scoperta del territorio e delle nostre regioni, iscrivetevi alla nostra newsletter. Prolungate il piacere: regalate una fuga golosa con le nostre carte e i cofanetti regalo, validi in tutte le nostre strutture in Alvernia e non solo. Un’idea perfetta per chi ama il territorio. Entrate nel nostro programma fedeltà e accumulate vantaggi a ogni tappa del vostro viaggio, per soggiorni sempre più autentici.

Di Émilie FALLOT NGUYEN  

Cosa fare ad agosto 2025: gli eventi di Teritoria per un’estate indimenticabile

Vi state chiedendo cosa fare ad agosto per uscire dai sentieri battuti e vivere l’estate in modo diverso? Agosto, cuore pulsante dell’estate, è l’occasione perfetta per lasciarvi sorprendere da esperienze uniche, che uniscono viaggio, emozione, incontri e bellezza dei luoghi. Dal sussurro delle Alpi al ritmo della Puglia, Teritoria ha selezionato indirizzi ed eventi da scoprire durante una serata o un soggiorno, lontano dalla folla, a contatto con il territorio.

cosa fare ad agosto in alvernia-rodano-alpi

L’esperienza unica della ”bolla dei Cèdri”, introdotta in primavera, prosegue per tutta l’estate. A Saint-Sorlin-d’Arves, nel cuore della Maurienne, l’Hotel Les Cèdres offre una notte indimenticabile nella sua 33ª camera: una bolla trasparente immersa nel giardino alpino, di fronte alle cime.

dormir sous les etoiles… sans renoncer au confort ✨notre 33e chambre vous attend nichee dans l

Letto king size, stufa a legna, spa e terrazza privata fanno di questo rifugio un posto romantico, ideale per una notte di evasione sotto le stelle, tra intimità e contemplazione. Se state cercando cosa fare in agosto in montagna, questa pausa sensoriale è proprio quello che fa per voi.

cosa fare ad agosto in occitania

Nel Tarn, il Domaine de La Monestarié prolunga la magia dell’estate con serate dove musica, sapori e convivialità si incontrano sotto gli alberi.

3977 20250203 125148 0 7510

Il 9 agosto, il duo Fullsweet ripropone i grandi classici del pop-rock durante una cena dai sapori catalani, mentre il 15 agosto si celebrano i vini della regione con una serata dedicata al vino che unisce abbinamenti enogastronomici, aperitivi del territorio e chitarra jazz. Il 22 agosto, il gruppo Spike Up fa vibrare il patio con un’energia soul e funk, accompagnata da un menù ispirato al Senegal. L’eleganza di una tenuta, il fascino degli incontri e lo spirito di un’estate in compagnia. Una bella risposta a chi si chiede cosa fare in agosto nel sud-ovest della Francia.

Per qualsiasi informazione o prenotazione, chiama il Domaine de La Monestarié al numero 05 31 23 65 43.

154 20250710 173351 0 832

Giovedì 7 agosto, a Étretat, Le Donjon Domaine Saint Clair fa tappa in Grecia per una nuova edizione del suo “Jeudi Boujou”.

154 20241212 121233 0 6442

Dalle 18:00 a mezzanotte, la struttura vi invita a una serata di festa tra mare e piscina, con DJ set, cocktail profumati e uno stand gastronomico ispirato alle Cicladi. Un’immersione gioiosa nell’atmosfera delle isole, senza lasciare le scogliere della Normandia.

4152 20240711 222808 0 4038

Il 2 agosto, Le Refuge des Gourmets vi propone una fuga gastronomica golosa al ritmo delle stagioni e dei raccolti.

62f224984de4ac67fb596e0a11615569 rdg 16 05 2019 153 669e45c9ace44

Durante una passeggiata guidata, gli ospiti scoprono le ricchezze naturali del territorio, per poi trasformarle in delizie a quattro mani durante un laboratorio culinario nel giardino. Un’esperienza all’aria aperta, tra condivisione, scoperta e degustazione.

Per qualsiasi informazione, contattate direttamente via e-mail contact@refugedesgourmets.com o per telefono al numero 04 50 43 53 87.

A soli pochi chilometri da Clermont-Ferrand, il Manoir de la Manantie vi invita a godervi una pausa estiva all’insegna dell’eleganza, in una residenza del XIX° secolo circondata da 12 ettari di parco all’inglese. Dal 7 aprile al 14 settembre 2025, l’offerta speciale del programma fedeltà premium vi permette di beneficiare di uno sconto del 20% sulla tariffa Bed&Breakfast  per ogni soggiorno di quattro notti o più, con una bottiglia di vino locale inclusa.

cosa fare ad agosto in alvernia-rodano-alpi

In agosto, questo indirizzo diventa il punto di partenza perfetto per esplorare i castelli dell’Alvernia, la catena dei Puys, patrimonio dell’UNESCO, le chiese romaniche o ancora Thiers e i suoi laboratori di coltelleria. Le esperienze di benessere offerte dai partner locali completano questa fuga dalla routine. Un soggiorno che unisce patrimonio, natura e dolcezza della vita.

Quest’anno, la Maison de Champagne Henri Giraud celebra i suoi400 anni di storia ad Aÿ. Questo anniversario dà vita a un programma esclusivo all’interno del Manoir Henri Giraud: workshop immersivi sulla vinificazione in botti di rovere d’Argonne, degustazioni commentate delle cuvée emblematiche e rituali di benessere ispirati agli elementi naturali del territorio.

capturehg2

La spa di Manoir offre trattamenti esclusivi come la Craÿothérapie: una variante della crioterapia che utilizza il gesso della Champagne, noto per le sue proprietà lenitive e rigeneranti. Il legame con il bosco circostante è fondamentale, sia nell’accoglienza che nella produzione delle botti.

champagne henri giraud argonne forest 2 edited

Un soggiorno al Manoir Henri Giraud ad agosto è un’occasione unica per scoprire un patrimonio vivente, tra tradizione vitivinicola, innovazione sostenibile e immersione nella natura della Champagne.

cosa fare ad agosto in italia, campania

Immerso tra vigneti e castagni, Borgo San Gregorio è il luogo ideale per rilassarsi e risvegliare i sensi. Per tutto il mese di agosto, la tenuta propone due formule immersive che uniscono eleganti pernottamenti, scoperte enologiche e piaceri della tavola. L’offerta “Stay 4, Pay 3” include una visita in cantina, una degustazione esclusiva e un’accoglienza calorosa nel cuore della tenuta.

4139 20230801 112351 0 8411

L’esperienza “Summer @ Borgo San Gregorio” include due notti in camera Deluxe, una cena degustazione con prodotti locali e una scoperta sensoriale dei vini Feudi di San Gregorio. Una bella fuga tra fascino rurale ed eccellenza vitivinicola, a pochi passi da Napoli e dalla Costiera Amalfitana.

4015 20230428 165659 0 1946

In Puglia, ogni venerdì di agosto, le serate si animano a bordo piscina del bar “Nel Sole”, a Tenute Al Bano.

4015 20230428 165719 0 8019

Concerti in onore delle grandi voci italiane – Zucchero, Lucio Dalla o Vasco Rossi – riuniscono turisti e clienti abituali per cocktail, ritmi scatenati e piaceri semplici. Un modo allegro per godersi l’estate, tra vigneti e uliveti, nella calda atmosfera di Cellino San Marco.
Scoprite il programma completo qui.

4168 20231005 175917 0 4806

Il 27 agosto, a Castellabate, la Locanda Pancrazio nel Palazzo Gentilcore ospita la prima puntata di una serie di cene a quattro mani “Una Storia Contadina…”, che riunisce chef responsabili della community Teritoria. Per questa serata inaugurale, la chef residente Bianca Mucciolo ospiterà Arcangelo Tinari, chef emblematico di Villa Maiella, firma un menù profondamente legato alla terra, frutto di un approccio sostenibile e artigianale.

4168 20231031 093238 0 4446

Ci sono già altri due appuntamenti in programma: il 24 settembre con Alessio Pierini, chef del ristorante della Tenuta Borgo Santa Cecilia, e l’8 ottobre con Caterina Ceraudo, chef stellata del ristorante Dattilo. Tre serate per celebrare la stessa filosofia: quella di una cucina autentica, locale e che si tramanda.


La community Teritoria vi invita a uscire dai sentieri battuti per esplorare altri modi di viaggiare, più radicati e più umani. Dalle notti stellate alle cene in compagnia, dai concerti intimi alle raccolte condivise, ogni evento racconta un territorio, un savoir-faire, un incontro. Quindi, se vi state ancora chiedendo cosa fare ad agosto, seguite la nostra selezione e lasciatevi guidare.

Restare aggiornati sui nostri suggerimenti di viaggio e ricevete i nostri ultimi articoli, iscrivendovi alla nostra newsletter.

Volete fare un regalo ai vostri cari? Scoprite la nostra boutique online dove troverete cofanetti regalo e carte regalo validi in tutti i nostri hotel e ristoranti. Iscrivetevi al nostro programma fedeltà per approfittare di vantaggi esclusivi durante i vostri prossimi soggiorni. Regalate un’esperienza unica e indimenticabile grazie a Teritoria.

Oltre il crinale: un viaggio nelle Dolomiti

di Nadia Hamam; foto di copertina: © unsplash / lucas chizzali

Le Dolomiti sono davvero uniche e impressionanti: non somigliano a nessun’altra catena montuosa. Le Corbusier, celebre architetto, pittore e designer franco-svizzero, le definì «le più belle architetture del mondo». Nel 2009, l’UNESCO le ha riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità. Ogni angolo di questo immenso parco giochi naturale nasconde meraviglie. 

salmen bejaoui wkb2agpictc unsplash edited scaled
© unsplash / salmen bejaoui

Le Dolomiti sono una zona a sé stante nell’arco alpino, situata nella parte più settentrionale e meno conosciuta d’Italia. Queste “montagne pallide”, come venivano chiamate prima che il geologo francese del XVIII° secolo Déodat Gratet de Dolomieu le studiasse, si estendono tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Si ergono su un massiccio montuoso che raggiunge i 2.300 metri di altitudine. 

dolomiti, rocca pietore, provincia di belluno, italia
Dolomiti, Rocca Pietore, Provincia di Belluno, Italia

Il loro paesaggio, fatto di rocce e scogliere, ricorda le cime dei parchi nazionali canadesi. Potrete esplorare piccoli e grandi tesori geologici e in auto e, naturalmente, a piedi. Da Dino Buzzati a Paolo Rumiz, molti scrittori hanno raccontato su carta la forza visiva di queste montagne, che da sempre affascina gli alpinisti.

willian justen de vasconcellos u1phtcazsca unsplash edited scaled
© unsplash / willian justen de vasconcellos
cinque torri cortina dampezzo belluno italia edited scaled
cinque torri, cortina d’ampezzo, belluno, italia

Emblema delle Dolomiti, le Tre Cime di Lavaredo sono uno spettacolo da ammirare. In pieno inverno, un’escursione con le ciaspole dal lago di Santa Caterina regala una vista panoramica sulla parete sud di queste curiose formazioni rocciose, simili a menhirs caduti dal cielo. Un altro monumento naturale da non perdere sono le Cinque Torri: cinque guglie di roccia visibili dalla strada che attraversa il Passo Falzarego. Si possono raggiungere con le ciaspole, in seggiovia o in auto, proseguendo in direzione del Passo Pordoi, a 2.242 metri di quota. In totale: 28 tornanti da un versante, 33 dall’altro… e, alla fine, una funicolare che porta i visitatori fino a 3.000 metri di altitudine.

fabrizio coco tgzuo6fjz0i unsplash
Lago di Braies © unsplash / fabrizio coco

A completare il tutto, la sensazione di essere sopsesi tra cielo e montagne. Per escursioni all’insegna della magia bianca, puntate verso il celebre Lago di Braies, che in inverno scompare sotto uno spesso strato di ghiaccio e neve. I laghi di Dobbiaco, Landro e Misurina offrono a turno il loro specchio bianco ghiacciato o turchese, a seconda della temperatura. Si può passeggiare tutto intorno o scegliere brevi escursioni che permettono di salire di quota. All’alba o al tramonto, il panorama è semplicemente indimenticabile. 

In inverno le Dolomiti si trasformano in un paradiso per gli sciatori, con alcune tra le aree sciistiche più belle e vaste d’Europa. Lo skipass Dolomiti Superski, che dà accesso a circa trenta comprensori, è l’ideale per esplorare l’intero massiccio. Cortina d’Ampezzo, la sua stazione sciistica più celebre, insieme a Milano ospiterà i Giochi Olimpici Invernali 2026. La cittadina è incorniciata da cime spettacolari, una più affascinante dell’altra. 

val di sole rifugio solander ph. giuliano bernardi
Val di Sole, Rifugio Solander © Giuliano Bernardi

Panorami mozzafiato da ammirare in auto, lungo le strade per Misurina o Pocol, oppure con gli sci, grazie a due straordinari itinerari. La Sellaronda è uno dei circuiti sciistici più celebri al mondo: 40 chilometri che si snodano attraverso quattro delle cinque vallate ladine. Il circuito della Grande Guerra, si estende per 80 chilometri, attraversando luoghi della memoria e scenari maestosi. 

daniel sessler imxhx6qhvf0 unsplash.jpg 13 06 2025 17 07 06
© unsplash / daniel sessler

Un’esperienza unica: ai piedi della pista Armentarola, rinunciate alla sciovia e concedetevi una pausa su una slitta trainata dagli Haflinger, cavalli robusti del Sud Tirolo. 

Benvenuti nel paese ladino! Dietro paesaggi incantevoli, questo massiccio alpino custodisce una cultura antica, portata avanti con orgoglio e passione da un popolo di montanari dal carattere forte. Anche se i ladini rappresentano solo lo 0,1% della popolazione italiana, sono riusciti a conservare numerose usanze vivaci, regalando ai visitatori un’insolita sensazione di esotismo nel cuore dell’Europa. 
Oltre all’italiano, qui si parla anche tedesco e… ladino

idm sudtirol alto adige alex moling
© Alex Moling

Parlata ancora da oltre 30.000 persone, questa lingua retoromanza, viva anche in Svizzera, presenta numerose varianti. Ogni valle ladina conserva un costume tradizionale ricamato, sfoggiato durante le numerose feste che punteggiano il calendario. L’anima ladina si esprime anche attraverso antiche tradizioni artigianali, oggi riscoperte da artigiani e artisti appassionati: gioielli in filo d’argento ad Ampezzo, sculture in legno in Val Gardena, pitture decorative in Val di Fassa, cassapanche dipinte in legno in Alta Badia. E naturalmente la gastronomia, dove dominano i sapori della cucina ladina, con evidenti influenze austro-ungariche.

Chi dice sciare all’italiana, dice Dolce Vita e vacanze all’insegna del gusto. Canederli in tutte le loro varianti, gulasch, turtres, crêpes ripiene: la cucina ladina si avvicina alla pasta e conquista con sapori robusti e autentici. L’Alto Adige vanta una ventina di ristoranti stellati, in una regione con appena 500.000 abitanti. Il Trentino, invece, conta una mezza dozzina di chef stellati. Alta Badia è celebre per la sua cucina, che fonde influenze germaniche e mediterranee, da scoprire ogni inverno durante la rassegna Sciare con gusto

idm sudtirol alto adige alex moling 1
© alex moling
idm sudtirol alto adige alex filz
© alex filz

Anche i rifugi di montagna collaborano con chef da tutta Italia. In ogni rifugio, c’è un piatto tipico e una degustazione di vini a più di 2000 metri di altitudine, davanti a panorami mozzafiato. Ci si abitua subito al “bombardino”, un cocktail tipico a base di liquore all’uovo, caffè, rum o cognac. Ricco e confortante, riscalda escursionisti e sciatori. 

©alta badia mint media house – fabian leitner 7
© Alex Moling

La regione è conosciuta per i suoi ottimi vini bianchi, con vitigni in comune con l’Alsazia come il Gewürztraminer, il Riesling e il Sylvaner. Altri vini locali? Vini rossi autoctoni (Lagrein, Schiava, Teroldego) che puntano sempre più sulla produzione biodinamica. Durante l’evento enologico Sommeliers sulle piste è possibile scoprire e degustare bottiglie selezionate, acquaviti e liquori alle erbe locali. Prodotti da portare a casa insieme allo speck, il celebre prosciutto affumicato e stagionato in alta montagna, e a formaggi come lo Stilfser o l’Agordino di malga, presidio Slow Food. 

Le Dolomiti senza auto? È possibile! Reti di autobus ben organizzate consentono di raggiungere con facilità ogni angolo del territorio, mentre funivie e storiche cabinovie accompagnano i visitatori in alta quota con il massimo comfort.  In treno, le stazioni di Verona, Venezia e Innsbruck offrono collegamenti diretti con il massiccio dolomitico. Da Parigi, il viaggio dura circa 9 ore, a seconda delle coincidenze. 

willian justen de vasconcellos 5zzaapsfu6y unsplash
Lago di Misurina © unsplash / willian justen de vasconcellos

SNCF-CONNECT.COM | TRENITALIA.COM 

Alp & Wellness Sport Hotel Panorama, Fai della Paganella Trentino-Alto Adige 

3787d

Un arredamento chic e accogliente, una vista panoramica sul Monte Paganella, una cucina locale super elegante, l’accoglienza premurosa di Francesca Mottes e Maurizio Giuliani… un indirizzo imperdibile per staccare la spina e rilassarsi a contatto con la natura. Da non perdere la Spa con ben sette piscine riscaldate, un campo da tennis e una palestra. 

VIA OTTORINO CARLETTI, 6,  

38010 FAI DELLA PAGANELLA TN, ITALIE 

TEL : +39 0461 583134 

daniel sessler p 3j4nzpzw4 unsplash tre cime di lavaredo italien.jpg 13 06 2025 17 05 24
Tre Cime di Lavaredo, Italia © unsplash / daniel sessler p

Lasciatevi ispirare dai suggerimenti di Teritoria, una comunità di albergatori e ristoratori indipendenti che dal 1975 si impegnano per un turismo più sostenibile. Iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere le nostre idee di viaggio direttamente nella vostra casella di posta elettronica. 

Volete regalare un’esperienza indimenticabile a uno dei vostri cari? Visita la nostra boutique online per scoprire tutti i nostri cofanetti e le nostre carte regalo. 

Infine, iscrivetevi gratuitamente al nostro programma fedeltà e godetevi vantaggi esclusivi durante i vostri soggiorni negli hotel e ristoranti Teritoria.

Viaggio nel cuore verde d’Italia: un itinerario alla scoperta dell’Umbria

Teritoria ha preparato un itinerario di 4 tappe per il vostro viaggio in Umbria: scoprite le verdi colline, le tradizioni, i castelli e i tranquilli borghi di questa regione italiana poco conosciuta. Un’ autentica immersione nella natura, in una delle regioni più verdi d’Italia. Lasciatevi ispirare per il vostro prossimo viaggio.

Benvenuti in Umbria, cuore verde dell’Italia!

la mappa che mostra l'itinerario per il viaggio in umbria consigliato da teritoria

Nel cuore delle verdi colline dell’Alta Valle del Tevere, il borgo medievale di Montone, perfettamente conservato fino ad oggi, è la meta ideale per chi cerca un weekend di relax a contatto con la natura.

vista del piccolo borgo italiano di montone, in umbria

Passeggiando per le sue stradine potrete ripercorrere la storia di questo magnifico luogo, dimora di Capitan Braccio Fortebracci, il Signore di Montone.

vista della facciata de la locanda del capitano, maison di teritoria in umbria

Questo è un posto unico: La Locanda Del Capitano, l’antica residenza della famiglia di Capitan Braccio Fortebracci. L‘autenticità di questo luogo è evidente in ogni elemento, dalle sale del ristorante al balcone, perfetto per concedervi un piacevole momento di lettura.

A T T I V I T À

In loco: degustazione presso il ristorante La Locanda del Capitano

vista dall'alto dalla terrazza de la locanda del capitano, maison di teritoria in umbria

Un viaggio alla scoperta dei sapori autentici dell’Umbria, con lo chef proprietario Giancarlo Polito. L’innovazione trascende la tradizione nella cucina dello chef, che ha inventato il suo “cappuccino salato” per soddisfare il desiderio dei turisti anglosassoni di berlo anche dopo pranzo. Gli ingredienti? Una fonduta di formaggi locali, uova di quaglia e tartufi.

Nei dintorni: la “Festa del Bosco” di Montone

Dal 22 ottobre al 1° novembre, il borgo di Montone ospita la “Festa del Bosco“, un evento organizzato per valorizzare la regione Umbria e i suoi prodotti. Il festival vi offre la possibilità di visitare cantine eccezionalmente aperte al pubblico, scoprire i dintorni del borgo a cavallo o degustare i “prodotti del bosco“.

immagine illustrativa di un festival

Partenza per la seconda tappa – Circa 30 minuti in auto, soste escluse.


vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria e seconda tappa del tour dell'umbria

Gubbio, nota anche come “città di pietra” per la sua caratteristica architettura, è una delle città medievali più belle del mondo. Situata ai piedi del Monte Ingino, vi offre la perfetta combinazione di storia, tradizione e bellezza naturale.

vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

A Gubbio, la Tenuta Borgo Santa Cecilia è molto più di un semplice hotel-ristorante: è una vera e propria oasi verde che si estende per 320 ettari e ospita una gran varietà di animali selvatici. Al centro della tenuta si trova un borgo settecentesco che è stato ristrutturato mantenendo il suo fascino originale e ospita un hotel, un ristorante e un’azienda agricola che produce salumi naturali, cereali e legumi biologici.

A T T I V I T À

In loco: Esperienza Onorato Salumi

immagine illustrativa dell'attività di degustazione di salumi presso la tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

Onorato Salumi è l’azienda agricola della Tenuta Borgo Santa Cecilia che prende il nome dai suoi proprietari. Tutto è iniziato in Calabria, dove l’allevamento di maiali faceva parte della routine quotidiana di ogni famiglia, e ora continua a Gubbio. Il menù prevede una visita alla fattoria dove vengono allevati i maiali selvatici. Fate una sosta nella magnifica cantina dei salumi e, per finire, godetevi una degustazione di salumi con un buon bicchiere di vino!

In loco: escursioni nella tenuta

Questa esperienza é perfetta per coloro che amano la natura e i magnifici panorami che offre. Usa l’applicazione Google Earth per esplorare i 20 km di sentieri segnalati all’interno della tenuta. Lo staff della Tenuta Borgo Santa Cecilia sarà lieto di preparare per voi un cestino da picnic da gustare in mezzo alla campagna.

vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

Nei dintorni: centro ippico di Castiglione Aldobrando

immagine illustrativa dell'equitazione vicino alla tenuta borgo santa cecilia

Visitate il centro ippico fondato dalla famosa famiglia di fantini Columbu, per una passeggiata a cavallo lungo i sentieri e attraverso le magnifiche valli che abbracciano Gubbio, insieme a una guida esperta. Goditi la vista sulle montagne e sulla città di Gubbio.

Partenza per la terza tappa – Circa 1 ora in auto, soste escluse.


vista della facciata del castello di petrata, maison di teritoria in umbria e terza tappa del tour dell'umbria

Assisi, la città di San Francesco, si trova ai piedi del Monte Subasio, vicino a Perugia, ed è una tappa immancabile di questo itinerario. Famosa per la Basilica di San Francesco, la mole della Rocca Maggiore e l’ospitalità dei suoi abitanti, questa città vi conquisterà grazie alla sua ricchezza enogastronomica, naturale e culturale.

vista della piscina del castello di petrata, maison di teritoria in umbria

A pochi chilometri da Assisi, il Castello di Petrata è un’antica fortezza del XIV° secolo circondata da un magnifico giardino e offre una vista mozzafiato sulla città e sulla sua valle. I colori e i profumi di questo luogo magico creano un’atmosfera rigenerante.

A T T I V I T À

In loco: caccia al tartufo

facciata del castello di petrata, casa di teritoria in umbria, di sera

Due ore nel cuore della natura, nei boschi, alla ricerca del Tartufo Nero. Nel parco del Castello di Petrata troverete una tartufaia dove potrete andare a caccia di tartufi con un cantiniere e un cane addestrato. Quest’attività, si svolge da maggio a settembre e da dicembre a febbraio, durante le stagioni del Tartufo Nero Estivo e del Tartufo Nero Invernale.

Nei dintorni: visita guidata di Assisi

Scoprite la storia di Assisi accompagnati da una guida esperta.

veduta illustrativa della città di assisi, umbria, italia

Nei dintorni: scoprite la Cantina Di Filippo

immagine illustrativa di un giro in carrozza vicino al castello di petrata, casa di teritoria in umbria

A 30 minuti dal Castello di Petrata. Passeggiata in carrozza alla scoperta dei produttori di vino del progetto “One Goose Revolution”. Pranzo in carrozza con prodotti locali e biologici e degustazione di vini presso la cantina.

Partenza per la quarta tappa – Circa 1 ora in auto, soste escluse.


Da non perdere durante il tragitto:

vista del piccolo borgo italiano di rasiglia, il paese sul fiume, in umbria

Scoprite Rasiglia, il borgo che sorge sul fiume.


vista del piccolo borgo italiano di castello di postignano, la quarta tappa del tour umbria di teritoria

Il Castello di Postignano, in Valnerina, è un borgo medievale ricco di storia, oggi restituito al suo antico splendore dopo anni di abbandono. Dichiarato monumento storico nel 2004 e restaurato nel 2007, è oggi un autentico gioiello.

vista dal castello di postignano, maison di teritoria in umbria

Qui, il Castello di Postignano è un delizioso hotel circondato da verdi colline, che offre un’opportunità unica di godersi il momento, di vivere a ritmo slow. Lasciatevi incantare dalla natura circostante, dalla sua biblioteca, dal suo wine bar, dalla sua spa e dalle meravigliose passeggiate che potrete fare.

A T T I V I T À

In loco: corsi di cucina con lo chef Vincenzo Guarino

immagine che mostra lo chef vincenzo guarino mentre indica la targa del suo ristorante la tavola rossa presso la teritoria castello di postignano.

La Tavola Rossa vi offre una doppia esperienza. Al mattino, vi aspetta corso di cucina creato appositamente per voi, con lo chef di fama internazionale Vincenzo Guarino. La sera, vivrete un’esperienza unica: una cena durante la quale potrete osservare lo chef mentre prepara i piatti, svelandovi i suoi segreti, le combinazioni di ingredienti e le loro storie. Il vino è incluso e potrete sceglierlo personalmente.

vista di uno dei tavoli del ristorante la tavola rossa di castello di postignano. un grande tavolo in legno circondato da pareti in pietra elegantemente decorate.

Nei dintorni: scoprite azienda agricola Massimiani

Ad Apagni, un piccolo borgo a 15 minuti da Castello di Postignano, visitate l’azienda agricola Massimiani per scoprirele loro tecniche di produzione del formaggio, con una sessione di degustazione.

immagine illustrativa di una visita alla fattoria del formaggio massimiani. un uomo tiene in mano una forma di formaggio.

Credits: Valeriia Titarenko


  • In aereo: Aeroporto Internazionale dell’Umbria “Francesco d’Assisi” (PEG) o Aeroporto di Roma Fiumicino (FCO)
  • In treno: Stazione di Perugia S. Anna o Perugia S. Giovanni
  • In auto
  • Da Roma: 230 km, 2 ore in auto.
  • Da Firenze: 140 km, 2 ore in auto.

Per ulteriori ispirazioni di viaggio, iscrivetevi alla nostra newsletter. Per regalare ai vostri cari un’esperienza indimenticabile, scoprite la nostra boutique online.

Locronan, l’anima celtica della Bretagna

Foto di copertina: vista aerea del villaggio francese di Locronan, nel Finistère, in Bretagna © Shutterstock /photofort77

Classificato come Monumento Storico da più di un secolo, nel 1924, Locronan è uno dei luoghi più belli della Bretagna, grazie alla sua architettura tradizionale bretone. Con le sue credenze celtiche, la cultura ancestrale dei tessuti e i paesaggi che hanno ispirato i più grandi pittori, Locronan è un gioiello tutto da scoprire.

Nascosto tra le montagne, a picco sul mare, Locronan è un fulcro delle antiche credenze bretoni. Luogo sacro per i Celti, ogni sei anni ospita la Troménie, un rito processionale in cui si invoca il perdono. Per l’occasione, abitanti e visitatori indossano i costumi tradizionali dei Bigoudens e delle Bigoudène, uomini e donne della Bretagna.

bigoudenes shutterstock 1429244885 aygul bulte
Processione bretone delle bigoudène © Shutterstock /Aygul Bulte

Terra di miracoli, Locronan è al centro di leggende che raccontano di fenomeni straordinari legati alla fertilità, in particolare nella chiesa di Saint-Ronan. Proprio da questa tradizione deriverebbe il nome del bosco del Névet, che si dice venga dalla parola bretone “Németon”, ovvero “tempio naturale sotto la volta celeste”. La chiesa di Saint-Ronan è carattterizzata da dodici elementi simbolici, che rappresentano i dodici mesi dell’anno e dodici divinità, sia femminili che maschili.

place de leglise locronan shutterstock 2331492423 milosk50
Piazza della Chiesa di Saint-Ronan, a Locronan © Shutterstock /milosk50

Tutti questi simboli hanno alimentato le credenze legate alla fertilità, attirando viaggiatori desiderosi di ricevere una benedizione di fertilità. Si racconta persino che il duca e la duchessa di Bretagna siano venuti qui nel 1905 per ottenere un erede. La chiesa era già stata riconosciuta come Monumento Storico nel 1845.

int eglise locronan shutterstock 2588936169 rweisswald
Vetrate della chiesa di Locronan © Shutterstock /rweisswals

Locronan è ricca di leggende celtiche: il sabato che precede la prima domenica di maggio, i giovani del luogo che raggiungono la maggiore età piantano un faggio, simbolo del risveglio della primavera.

ceremonie celtique en bretagne shutterstock 1561736635gdela
Cerimonia celtica in Bretagna © Shutterstock /gdela

Allo stesso modo, il primo giorno di novembre coincide con l’inizio dell’anno celtico, rendendolo la soglia verso una notte intensa. Quella notte si celebra la grande festa di Samonios (l’antico capodanno celtico), un momento in cui è possibile comunicare con il mondo dei vivi e dei morti. Si usa distribuire il pane dei morti fino alla prima domenica di novembre.  

Grazie alla notorietà della chiesa di Saint-Ronan, Locronan ha attirato numerosi visitatori, favorendo lo sviluppo dell’artigianato, del commercio e della piccola nobiltà, e contribuendo così alla nascita della città dei tessitori.

metier a tisser shutterstock 2059808741 tanita st
Telaio © Shutterstock /Tanita_St

Il clima della Bretagna, unito alla presenza di numerosi ruscelli, ha favorito la coltivazione della canapa e del lino fin dal XV° secolo. Da allora, Locronan e i suoi tessuti sono diventati celebri: le loro tele hanno vestito le più grandi navi del regno di Francia, dall’Armada alle imbarcazioni di Cristoforo Colombo. Il Palazzo della Compagnia delle Indie, fondato nel 1689 su iniziativa di Jean-Baptiste Colbert, collaborava strettamente con il Bureau des Toiles (letteralmente Ufficio dei Tessuti), istituito nel 1669 per garantire la qualità delle tele e apporre il marchio “Locronan” prima della spedizione via mare.

Oggi il Palazzo è aperto al pubblico e offre un’immersione affascinante nella storia delle grandi esplorazioni marittime.

navire en eaux atlantiques shutterstock 1179501283 g r b
Imbarcazione d’epoca, nelle acque dell’Atlantico © Shutterstock /G_r_B

Il lino e la canapa coltivati in Francia sono tra i tessuti più sostenibili ed ecologici. La loro coltivazione non richiede né irrigazione intensiva né prodotti chimici, riducendo così in modo significativo l’impatto ambientale. Essendo prodotti localmente, evitano trasporti a lunga distanza e favoriscono le filiere corte. Oltre a essere biodegradabili, queste fibre sono resistenti, durature e utilizzano l’intera pianta. La canapa, in particolare, assorbe grandi quantità di CO₂ e rigenera il suolo. A differenza del cotone o del poliestere, la loro produzione è sobria, pulita e locale.

La Bretagna è da sempre fonte d’ispirazione per numerosi pittori, e il museo d’arte Charles Daniélou ne è una testimonianza concreta. Fondato dal sindaco di Locronan, che fu anche ministro durante la Terza Repubblica, il museo prende il suo nome e ospita una collezione di opere ispirate alla bellezza e alla forza dei paesaggi bretoni. Artisti come Emile Simon, Désiré Lucas, Kamesuke Hiraga e Yvonne Jean-Haffen vi testimoniano la vitalità artistica della Bretagna nel corso del XX° secolo.

musee municipal locronan shutterstock 2495588939 breizhatao
Museo d’arte a Locronan © Shutterstock /BreizhAtao

Il museo espone opere appartenenti alle collezioni della città. Tra queste potete ammirare le acqueforti di Marie-Renée Chevalier-Kervern, dipinti di Henri Le Sidaner e un grande quadro di Odette Pauvert, prima donna a vincere il Prix de Rome nel 1925, esposto per la prima volta dopo il restauro del 2019. Quest’opera, classificata Tesoro Nazionale, è tutelata come Monumento Storico.

Il museo conserva anche opere donate da Charles Daniélou (1878–1953) e dal rettore Maurice Dilasser. Infine, all’ingresso, i visitatori sono accolti dalla scultura Anne de Bretagne di Jean Fréour, acquistata dalla città nel 2018.

Ai confini del Finistère, Locronan veglia. Nelle prime ore dell’estate, la luce dorata sfiora le facciate, sottolinea i lucernari finemente scolpiti e fa vibrare i tetti di ardesia. Sulla grande piazza, le case circondano dolcemente, come un teatro silenzioso, la chiesa di Saint-Ronan e la cappella del Pénity.

village locronan shutterstock 2462300059 eyestravelling
piazza del borgo di locronan © shutterstock /eyestravelling
village locronan shutterstock 2627129619 richi mcwallace
borgo pittoresco di locronan © shutterstock /richi mcwallace

All’interno, le vetrate e il pulpito raccontano le leggende del santo. Tutt’intorno, i vicoli fiancheggiati da case antiche invitano a passeggiare. Nessuna auto rompe l’incantesimo: solo insegne in legno, vetrine discrete e il profumo dei kouign-amann, dolci tipici della Bretagna, ancora caldi, guidano i tuoi passi.  Lasciatevi incantare dal fascino mistico della Bretagna con le nostre carte e i nostri cofanetti regalo per regalare o regalarvi un soggiorno nella regione. Scopri altre leggende bretoni o di altre regioni nella nostra newsletter. Se la Bretagna vi ha già conquistato, scoprite il nostro programma fedeltà e sarete premiati per la vostra fedeltà.

Di Emilie FALLOT NGUYEN 

Dordogna: impronta viva del passato

Foto di copertina: La Dordogna nella città di La Roque-Gageac ©Shutterstock/CristiDumi_

Articolo in collaborazione con il CRTL Dordogne-Périgord, Nuova Aquitania

Nascosta nel cuore del sud-ovest, la Dordogna è un dipartimento emblematico della Francia, creato durante la Rivoluzione francese. Terra ricca di storia, ospita tesori preistorici come le celebri grotte di Lascaux, veri e propri santuari dell’arte rupestre. La Dordogna vanta anche un’eccezionale eredità culturale: conserva una ricchezza rara, con numerosi siti classificati patrimonio mondiale dell’UNESCO, tra cui l’abbazia di Cadouin, la cattedrale di Saint-Front, l’abbazia di Notre-Dame de Bonne-Espérance e persino un formaggio, la Trappe d’Échourgnac. Teritoria vi fa scoprire il fascino autentico di una regione che merita di essere conosciuta meglio.

La Dordogna è terra di castelli, ma se cercate luoghi autentici e volete avventurarvi fuori dai sentieri battuti, Teritoria vi consiglia questi tre castelli, diversi tra loro ma tutti emblemi di un’epoca.

Castello des Milandes, Castelnaud-la-Chapelle 

Antica dimora di Joséphine Baker, il castello unisce tradizione e modernità, tra la storia dell’icona e un escape game ispirato alla sua vita. Di proprietà della famiglia aristocratica Caumont fin dal X° secolo, fu acquistato nel 1900 da un industriale deciso a preservarlo. Innamoratasi del luogo negli anni ’30, Joséphine vi sposò Jo Bouillon e si stabilì qui per scrivere le sue memorie e accogliere la sua “famiglia arcobaleno” di dodici figli. Negli anni ’50 creò il suo “borgo del mondo” e organizzò spettacoli con ospiti come Duke Ellington e Jacques Brel. Nel 2025 è stata simbolicamente accolta al Panthéon: oggi la sua presenza è ovunque nel castello, dove si possono ammirare la celebre cintura di banane e una statua che la ritrae mentre bacia uno dei suoi figli.

chateau des milandes shutterstock 2608581373 lev levin 1
château des milandes ©shutterstock/_lev-levin

chateau des milandes en dordogne shutterstock 2608581441 lev levin
castello des milandes ©shutterstock/_lev-levin

Ma non è questa l’unica particolarità del castello: il giardino, classificato come Giardino Notevole e Monumento Storico, fu progettato da Jules Vacherot, capo giardiniere della città di Parigi durante l’Esposizione Universale del 1900.

jardin des milandes shutterstock 2218781741 martin hibberd
Giardino del Castello des Milandes, in Dordogna © Shutterstock /Martin-Hibberd

Su sei ettari di parco, potrete incontrare 60 rapaci protetti: il sito sostiene un’associazione impegnata nella tutela del paesaggio, delle specie e della biodiversità. Non perdetevi la voliera del parco e i progetti di reintroduzione della civetta degli Urali in Baviera e dell’aquila di mare dal becco bianco sul Lago di Ginevra.

Castello di Beynac, Beynac-et-Cazenac

Arroccato in cima a una scogliera, il castello si affaccia sulla Dordogna da nove secoli. Le sue mura echeggiano ancora i passi di Riccardo Cuor di Leone, Simon de Montfort o degli Stati Generali durante la Guerra dei Cent’anni. Il castello medievale, circondato dall’acqua in autunno, è accessibile solo in gabarre, un’ imbarcazione tradizionale fluviale.

chateau de beynac shutterstock 576924004 travellight
Castello di Beynac ©Shutterstock/travellight

Da scoprire: mastio, sala delle guardie, sala degli Stati del Périgord, oratorio, scala del XVII° secolo, saloni con boiserie, terrazza dello sperone, barbacane e ponte levatoio. Un tuffo nel passato!

Castello di Hautefort 

Unico castello classico del Périgord, vi accompagna nell’eleganza del XVII° secolo. Un tempo dimora del marchese d’Hautefort, ha ospitato Colbert, la baronessa di Bastard e diversi ministri di Luigi XIV°. Parzialmente distrutto da un incendio nel 1968, oggi propone un percorso immersivo che racconta quell’evento drammatico. L’ingresso include la visita a una cucina del XVII° secolo, completa di forno per il pane d’epoca.

chateau hautefort shutterstock 1392300149 javarman
Castello di Hautefort ©Shutterstock/javarman

Il parco di 30 ettari è una fusione raffinata tra il giardino all’inglese, progettato da Choulot e ispirato ad Alexander Pope, e quello alla francese nello stile di Le Nôtre.

Si narra che gli uomini preistorici abbiano scelto di stabilirsi nella Dordogna per i suoi paesaggi collinari, i fiumi sinuosi e le scogliere calcaree. Non è difficile capirne il motivo.

Il tesoro della Dordogna: la natura

I cingles della Dordogna, tra Montfort e Trémolat, sono spettacolari falesie calcaree che dominano le ampie anse del fiume. Dalle strade sospese o dalle scogliere, si gode di panorami di rara bellezza.

femme admirant cingle du perigord shutterstock 2202050977 margouillat photo
Ammira i cingles della Dordogna ©Shutterstock/margouillat photo

L’Esplanade de Domme, arroccata sulla valle della Dordogna, offre una vista mozzafiato. Da qui, i meandri del fiume sembrano non finire mai. Il tempo sembra essersi fermato.

Infine, per un’escursione diversa: la bicicletta a pedali del Périgord verde offre una gita bucolica in bicicletta di 14 km andata e ritorno fino a Saint-Andrieux, tra natura, patrimonio e semplice divertimento.

Borghi e leggende

 Tra Castelnaud, Marqueyssac e Beynac, i castelli dominano la valle dai loro speroni rocciosi. Dai giardini pensili di Marqueyssac, la vista su La Roque-Gageac è spettacolare. Questo borgo, stretto tra la falesia e il fiume, incarna da solo il soprannome di “valle dei castelli”.

jardins de marqueyssac shutterstock 3354394 paul prescott
I giardini di Marqueyssac ©Shutterstock/paul prescott

Classificato tra i borghi più belli di Francia, La Côte de Jor, a Saint-Léon-sur-Vézère, offre un affascinante panorama molto apprezzato dagli appassionati di parapendio. La valle della Vézère rivela tutta la sua dolcezza e il suo patrimonio preistorico. Di fronte a Lalinde, la cappella romanica di Saint-Front du Colubri veglia sul fiume. La leggenda del drago Coulobre, sconfitto proprio qui, dà al luogo un’aura mistica. La vista sulla valle è incredibile.

La Dordogna non è solo castelli e grotte. È un territorio vivo, ricco e profondamente radicato nella sua storia. Per un’immersione totale, uscite dai sentieri battuti e lasciatevi guidare dalla bellezza selvaggia di un territorio autentico. Organizzate il vostro soggiorno in Dordogna, scoprite la nostra selezione di idee regalo sulla nostra boutique online. Se questo articolo vi è piaciuto, ricevete ogni mese un po’ di ispirazione: iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere storie stimolanti, itinerari segreti e racconti di turisti direttamente nella sua casella di posta elettronica. Unitevi al nostro programma fedeltà e approfittate di ulteriori vantaggi esclusivi in tutte le strutture Teritoria.

Di Emilie FALLOT NGUYEN  

Finistère, dove la terra incontra l’oceano


Foto di copertina: Costa del Finistère ©Shutterstock / Sebastien Sonnen

Con i suoi 2.000 km di costa e 6.000 km di sentieri, il Finistère è il dipartimento con la rete escursionistica più estesa di Francia. Dalle scogliere nere battute dall’oceano ai fari, simboli di speranza che da secoli guidano i marinai, fino alle colline verdi e cariche di salsedine, questa terra offre una bellezza naturale senza fine. Teritoria vi porta all’estremo ovest della Francia, dove l’oceano incontra l’uomo.

La parola “Finistère” in bretone vuol dire “inizio della terra” ed è anche dove iniziano i paesaggi autentici della Bretagna. Ascoltate il richiamo del mare con Teritoria…

La bellezza incontaminata del Finistère

Situata nell’estremo ovest del Finistère, la Pointe du Raz è un invito a scoprire i panorami mozzafiato dell’estremità francese: tra le scogliere scoscese battute dalle onde, gli uccelli marini che le sorvolano, la vegetazione marina famosa in tutto il mondo e le luci cangianti sull’oceano. Tutto invita a rilassarsi e ammirare la bellezza di questa natura sconfinata.

pointe du raz ©shutterstock 2443624083 boris stroujko
Punta del Raz ©Shutterstock /Boris Stroujko

Di fronte alla città di Brest si trova la penisola di Crozon, circondata su tre lati dal mare (la rada di Brest, il mare d’Iroise e la baia di Douarnenez) e protetta alle spalle dalle montagne nere del Menez Hom. Ricca di storia e paesaggi selvaggi, la penisola è un tesoro geologico a cielo aperto. Le sue rocce custodiscono numerosi giacimenti, tra cui pietre marine nascoste nel cuore di oltre 400 grotte imprevedibili, scolpite dal ritmo delle maree. Quarzi bianchi, ametiste, minerali fluorescenti: una ricchezza da scoprire alla Maison des Minéraux di Saint-Hernot, nel comune di Crozon. 

crzon ©shutterstock 2345723623 stockbym
Penisola di Crozon ©Shutterstock / Stockbym

Per raggiungere la penisola, c’è un servizio navetta da Brest, Camaret e Le Fret (da aprile a settembre); oppure la strada D791 collega la penisola a Le Faou e Brest, perfetta per un viaggio on the road nel Finistère! Inoltre, la penisola di Crozon fa parte del Parco naturale regionale dell’Armorica.

I testimoni del passato

Alla fine del XIX° secolo, sullo scoglio di Gorlebella, che in bretone significa “la roccia più lontana”, fu costruito il faro della Vieille. Luce rassicurante e protettiva sul versante occidentale della Pointe du Raz, è stato dichiarato monumento storico nel 2015. Un tempo era considerato un faro “infernale”, sia per la sua posizione isolata in mezzo al mare che per le leggende mistiche che lo avvolgevano.

phare de la vieille ©shutterstock 1956410020 tarvos
Faro della Vieille ©Shutterstock / Tarvos

Eppure, non è che il primo dei fari nelle acque bretoni. Accanto alla Vieille, il faro di Tévennec è noto per la sua maledizione: situato su un isolotto spazzato dalle onde, all’estremità occidentale della Bretagna, è soprannominato “la porta dell’inferno”. Fin dai lavori di costruzione, gli operai raccontavano di sentire il vento sussurrare kerz kuit (“vattene”), i guardiani avevano paura di viverci da soli e nessuno vi restava a lungo. La leggenda si cristallizza nel libro di Anatole Le Braz, Le Gardien du feu, una storia d’amore tragica nel cuore del faro, oggi noto come la “torre della morte”. Teritoria vi invita a prendervi il tempo di scoprire i fari della costa e le loro storie avvincenti.

phare tevennec ©shutterstock 1398618833 gregory valle
Faro di Tévennec ©Shutterstock /Gregory Valle

Ammirando questi guardiani e i loro sentieri incontaminati all’estremità della Francia, si percepisce tutta la storia dei fari: solitari, ma profondamente radicati nel ritmo degli elementi. La vita dei fari bretoni e dei loro guardiani era fatta di assoluto rispetto per il mare e di fedeltà incondizionata alla loro missione: “vegliare sui marinai”. Il mare, unico compagno, e talvolta nemico.

Gli amanti della natura troveranno nel sentiero GR34 la loro felicità. Questo percorso escursionistico, che segue la costa bretone, è punteggiato da riserve naturali protette.

Una di queste è la Riserva di Cap Sizun, creata nel 1959 e situata lungo il tracciato. Questo sito protetto vi offre l’occasione di osservare diversi uccelli marini: cormorani dal ciuffo, gabbiani reali, argentati o marini, urie di Troilo e fulmari boreali. Con un po’ di fortuna, potrete persino vedere i loro nidi tra le rocce che spuntano dall’oceano. 

reserve cap sizun shutterstock 1251256606 bensliman hassan
Riserva naturale di Cap Sizun baciata dal sole ©Shutterstock /bensliman hassan

L’oceano imprevedibile e misterioso segue le sue regole. La Baia dei Trépassés (letteralmente baia dei morti) ne è l’emblema. Il suo nome infausto è legato alla pericolosità di queste coste, dove, dopo le tempeste, il mare restituisce i relitti delle navi naufragate. Secondo alcune leggende, la baia sarebbe stata anche un luogo di passaggio per i druidi morenti. Gli scienziati, invece, ritengono che derivi da un errore di traduzione della parola bretone “avon”, che significa “fiume”, con “anaon”, che invece significa “i morti”.

baie des
Spiaggia protetta della baia dei Trépassés ©Shutterstock/BreizhPixel Web

Ma non lasciatevi ingannare dal nome! La baia è un angolo di bellezza mozzafiato, un paradiso per surfisti e bagnanti. Il suo panorama sull’Atlantico si accende di sfumature blu e verdi, tra spiagge appartate e scogliere ricoperte di vegetazione. La Baia dei Trépassés fa parte del Grand Site de France, nel cuore del Finistère, tra la Pointe du Raz e la Pointe du Van, nel comune di Plogoff.

Una delle caratteristiche del Finistère è la sua apertura sull’oceano e la vita isolana.

L’isola di Ouessant

Scogliere scolpite dal mare, calette nascoste, luci cangianti, coste selvagge: Ouessant è uno dei luoghi migliori per osservare gli uccelli migratori e le api nere. L’isola di Ouessant, Ushant in bretone, è conosciuta come “l’isola alla fine del mondo” e deve il suo nome al fatto che rappresenta l’ultima terra prima dell’America. Il comune insulare è in gran parte pedonale, rendendo piacevole esplorare l’isola a piedi o in bicicletta.

ouessant ©shutterstock 1198420537 stephane bidouze
Tramonto sull’isola di Ouessant ©Shutterstock /Stephane Bidouze

Per scoprire i tesori dell’isola, l’ufficio turistico organizza passeggiate alla scoperta delle piante medicinali e commestibili dell’isola. Il tour dell’isola riserva molte sorprese: il faro, la chiesa e la sua cappella, il mulino, il megalite centenario, le famose pecore di Ouessant, il museo, il forte e, naturalmente, la spiaggia.

village ouessant ©shutterstock 2366798953 penofot
Borgo addormentato sull’isola di Ouessant ©Shutterstock/penofoto

L’isola è molto impegnata sul fronte ecologico e invita i visitatori a rispettarla e preservarla. Mette a disposizione sacchetti e guanti per raccogliere i rifiuti degli animali, bottiglie, mozziconi di sigaretta… facendo attenzione a non confonderli con i ciottoli della spiaggia, per evitare l’erosione. L’isola incoraggia anche a sostenere i piccoli commercianti e artigiani locali, per consumare a chilometro zero e preservare le sue risorse.

L’isola di Sein

All’estremità della Pointe du Raz vi aspetta una cittadina ben conservata, senza auto: le sue stradine strette rendono impossibile il traffico. L’isola di Sein, soprannominata “l’isola del sole”, custodisce due menhir preistorici classificati come Monumenti Storici e vanta un’altitudine media di appena 1,50 metri, che contribuisce a preservarne l’ambiente. Le sue tipiche case portuali bretoni e i paesaggi insulari sono stati inseriti tra i “Borghi più belli di Francia”. I fari della Vieille e di Ar Men guidano le navi provenienti dalla Francia e dall’Inghilterra… lasciatevi guidare anche voi!

ile de sein ©shutterstock 1882541668 obatala photography edited
Borgo di pescatori sull’isola di Sein ©Shutterstock/ Obatala-photography

Gli abitanti di Sein vogliono proteggere la loro isola dal trambusto del mondo: per questo motivo, monopattini e biciclette sono vietati. Per visitarla, vi basteranno un paio di scarpe comode. Da aprile a settembre, il faro di Ar Men è aperto al pubblico: partite dal porto di Audierne e salite a bordo dell’Enez Sun per una crociera alla scoperta dei segreti dell’isola. Con un po’ di fortuna, potreste perfino avvistare dei delfini lungo il tragitto.

L’isola di Glénans

Un’isola quasi tropicale, con spiagge di sabbia bianca e acque cristalline: è l’Isola di Glénans. Un paradiso per il narciso dei Glénans, le foche selvatiche e gli amanti degli sport acquatici. Oasi di pace nel cuore dell’oceano, l’arcipelago offre spiagge immacolate, acque verde smeraldo e sette isolotti principali che si possono esplorare anche in catamarano o persino dal fondo del mare.

glenan ©shutterstock 1205489452 christian musat
Sabbia bianca sulla spiaggia dell’isola di Glénan ©Shutterstock/Christian Musat

Il Finistère, con i suoi colori e i suoi paesaggi, ha ispirato generazioni di artisti. Da Mathurin Méheut a Jean Bazaine, da Paul Gauguin a Maurice Denis e Paul Sérusier, tutti artisti con stili diversi, ma uniti dalla stessa passione: rappresentare la bellezza del Finistère.

Il Finistère è una bellezza autentica tutta da scoprire. Per saperne di più su questa regione incontaminata, iscrivetevi alla nostra newsletter e scoprite le nostre offerte nella regione con la nostra boutique online. Se il fascino della Bretagna vi ha già conquistato, scoprite come essere premiato durante il vostro prossimo soggiorno con il programma fedeltà Teritoria.

Di Émilie FALLOT NGUYEN