
10 Giugno 2024
Tra vigneti e ospitalità
Esempio perfetto di enoturismo di qualità, lo Château Fage, nella regione bordolese, racchiude l'autenticità di un'azienda vinicola e il fascino di un hotel incantevole.
Di Laurence Gounel

©Jérome Mondière

Ritratto de Guillaume Sévellec – ©Sébastien Billant
È la più piccola denominazione, tra Pomerol e Saint-Émilion. Le Graves de Vayres offrono un territorio ideale tra mare e campagna, spiega Guillaume Sévellec, presidente e direttore generale dello Château Fage, indirizzo a 4 stelle inaugurato due anni fa. Sono bastati poco più di tre anni di lavoro per trasformare 12.000 m² di vigneti ed edifici in rovina in un sito completo – vigneto, brasserie, hotel – su iniziativa del viticoltore Yves Glotin, che inizialmente voleva semplicemente aumentare la superficie del suo vigneto. Ad eccezione della casa padronale e delle tre colombaie, tutti gli edifici in rovina sono stati riprogettati e ristrutturati per creare un luogo stimolante, intimo e ben studiato. Con sole 26 chiavi, l’obiettivo è offrire un’accoglienza personalizzata e abbracciare il turismo lento. Non c’è una reception, ma solo un ampio salone e un primo incontro con la “padrona di casa”, un’occasione per approfondire insieme le intenzioni già definite ben prima del vostro arrivo.
Nello stile di un servizio di concierge informale, viene proposto il meglio della regione e delle attività in loco: circuiti in bicicletta tra i vigneti, degustazioni, corsi di cucina, yoga nel cuore della natura… La riconnessione con il mondo esterno e la peculiarrità del territorio sono alla base del soggiorno, perfino nelle camere, i colori richiamano quelli dei diversi vitigni. Al granato e al giallo paglierino si uniscono il legno, presente ovunque, il sughero e i pavimenti in rovere massiccio.

©Sébastien Billant
Oltre all’impegno a tutti i livelli – nessun uso di energia fossile, pannelli fotovoltaici sui tetti, riduzione della plastica, riciclaggio dei rifiuti, compostaggio, acqua microfiltrata, ecc. – è lo spirito di una maison di famiglia che prevale allo Château Fage. Un ospitalità calorosa, scambi spontanei, relazioni che si intrecciano con naturale discrezione e un dress code informale: camicia di lino, pantaloni chino e scarpe in vinaccia riciclata. La brasserie ha lo stesso spirito di accoglienza, con un’atmosfera familiare e piatti tradizionali a pranzo: uova alla mimosa, testina di vitello, minestrone, guancia di manzo brasata… Di sera, il menù è più bistronomico ma ugualmente confortante, con sapori semplici e succhi concentrati.

©Sébastien Billant
Decisamente epicureo, l’indirizzo privilegia naturalmente gli abbinamenti enogastronomici e si contraddistingue perché serve ben 16 vini al bicchiere, compresi i grands crus. “La raffinatezza qui si nasconde nei dettagli, nell’offerta ultra-personalizzata e, in definitiva, nel desiderio di piacere”, riassume Guillaume Sévellec.
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