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4 domande a Viviana Varese…

…Chef e proprietaria del ristorante VIVA a Milan

viva viviana varese

Cosa rende speciale il tuo ristorante? 

Il mio ristorante è speciale perché è stato pensato e immaginato sulla base di quello che sono io, sul mio manifesto tra le cui parole ci sono inclusione, biodiversità, sostenibilità, amore per il cibo… sui valori che voglio trasmettere, sull’utilizzo dei colori e della luce. 

Hai studiato e concepito personalmente gli spazi del tuo ristorante…Da dove hai preso ispirazione e cosa volevi trasmettere? 

Ovviamente tutti questi aspetti sono stati studiati con dei professionisti che sono ALMAGREAL di Giulia Reali per quanto riguarda il concept del brand e gli architetti di Arca Sabrina Bignami e Alessandro Cappellaro per quanto riguarda il design e l’aspetto del ristorante tutto incentrato sul colore, la luce e l’iridescenza.  

Qual è il tuo più bel ricordo di viaggio? 

Ho la fortuna di viaggiare tanto anche per lavoro, conoscere culture e paesi differenti, tra i ricordi più belli c’è sicuramente un’esperienza del mio viaggio in Colombia a cucinare insieme alle donne del luogo in un territorio dalla natura selvaggia e incontaminata in mezzo alla musica e alla loro sorprendente energia.  

La tua filosofia in cucina? 

4 La mia filosofia in cucina è quella di trasmettere tramite l’ambiente e il cibo il fatto di essere “VIVA”, quindi di usare materia prima viva, colori, emozioni e vitalità. Nei miei piatti il gusto e l’ingrediente sono protagonisti. 

Introduzione alla permacultura a La Fenière Lieu de Vie, a Cadenet…

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Nadia Sammut è uno di quegli esempi che vale la pena seguire… Unica chef stellata con un menu senza glutine, coltiva una micro-ospitalità e un’economia rigenerativa utilizzando quasi esclusivamente il proprio territorio. Poiché la cura del cliente non è solo un lusso effimero, questa chef impegnata propone un’immersione totale di tre giorni nel “vivere”. Il primo passo è una passeggiata consapevole nella foresta, accompagnata da guide alpine. Segue un buffet a base vegetale con infusi di piante coltivate nella tenuta e un primo incontro nell’orto con un ortolano che spiega come si nutre il terreno e illustra tutti i lavori di semina. La sera, l’esperienza gastronomica si sviluppa in 11 parti.

Il giorno successivo, Nadia Sammut è solita invitare un attore del settore della cultura vivente per tenere un discorso privato e alimentare le discussioni. “È importante trasmettere ciò che vediamo, sperimentiamo e sosteniamo ogni giorno, come chef e produttori. È questo il vero lusso al giorno d’oggi: fornire un accesso tangibile a mondi impegnati e impegnarsi fino in fondo… con kefir fatti in casa nel minibar, biancheria da letto sostenibile, ecc.“.