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Oltre il crinale: un viaggio nelle Dolomiti

di Nadia Hamam; foto di copertina: © unsplash / lucas chizzali

Le Dolomiti sono davvero uniche e impressionanti: non somigliano a nessun’altra catena montuosa. Le Corbusier, celebre architetto, pittore e designer franco-svizzero, le definì «le più belle architetture del mondo». Nel 2009, l’UNESCO le ha riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità. Ogni angolo di questo immenso parco giochi naturale nasconde meraviglie. 

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© unsplash / salmen bejaoui

Le Dolomiti sono una zona a sé stante nell’arco alpino, situata nella parte più settentrionale e meno conosciuta d’Italia. Queste “montagne pallide”, come venivano chiamate prima che il geologo francese del XVIII° secolo Déodat Gratet de Dolomieu le studiasse, si estendono tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Si ergono su un massiccio montuoso che raggiunge i 2.300 metri di altitudine. 

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Dolomiti, Rocca Pietore, Provincia di Belluno, Italia

Il loro paesaggio, fatto di rocce e scogliere, ricorda le cime dei parchi nazionali canadesi. Potrete esplorare piccoli e grandi tesori geologici e in auto e, naturalmente, a piedi. Da Dino Buzzati a Paolo Rumiz, molti scrittori hanno raccontato su carta la forza visiva di queste montagne, che da sempre affascina gli alpinisti.

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© unsplash / willian justen de vasconcellos
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cinque torri, cortina d’ampezzo, belluno, italia

Emblema delle Dolomiti, le Tre Cime di Lavaredo sono uno spettacolo da ammirare. In pieno inverno, un’escursione con le ciaspole dal lago di Santa Caterina regala una vista panoramica sulla parete sud di queste curiose formazioni rocciose, simili a menhirs caduti dal cielo. Un altro monumento naturale da non perdere sono le Cinque Torri: cinque guglie di roccia visibili dalla strada che attraversa il Passo Falzarego. Si possono raggiungere con le ciaspole, in seggiovia o in auto, proseguendo in direzione del Passo Pordoi, a 2.242 metri di quota. In totale: 28 tornanti da un versante, 33 dall’altro… e, alla fine, una funicolare che porta i visitatori fino a 3.000 metri di altitudine.

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Lago di Braies © unsplash / fabrizio coco

A completare il tutto, la sensazione di essere sopsesi tra cielo e montagne. Per escursioni all’insegna della magia bianca, puntate verso il celebre Lago di Braies, che in inverno scompare sotto uno spesso strato di ghiaccio e neve. I laghi di Dobbiaco, Landro e Misurina offrono a turno il loro specchio bianco ghiacciato o turchese, a seconda della temperatura. Si può passeggiare tutto intorno o scegliere brevi escursioni che permettono di salire di quota. All’alba o al tramonto, il panorama è semplicemente indimenticabile. 

In inverno le Dolomiti si trasformano in un paradiso per gli sciatori, con alcune tra le aree sciistiche più belle e vaste d’Europa. Lo skipass Dolomiti Superski, che dà accesso a circa trenta comprensori, è l’ideale per esplorare l’intero massiccio. Cortina d’Ampezzo, la sua stazione sciistica più celebre, insieme a Milano ospiterà i Giochi Olimpici Invernali 2026. La cittadina è incorniciata da cime spettacolari, una più affascinante dell’altra. 

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Val di Sole, Rifugio Solander © Giuliano Bernardi

Panorami mozzafiato da ammirare in auto, lungo le strade per Misurina o Pocol, oppure con gli sci, grazie a due straordinari itinerari. La Sellaronda è uno dei circuiti sciistici più celebri al mondo: 40 chilometri che si snodano attraverso quattro delle cinque vallate ladine. Il circuito della Grande Guerra, si estende per 80 chilometri, attraversando luoghi della memoria e scenari maestosi. 

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© unsplash / daniel sessler

Un’esperienza unica: ai piedi della pista Armentarola, rinunciate alla sciovia e concedetevi una pausa su una slitta trainata dagli Haflinger, cavalli robusti del Sud Tirolo. 

Benvenuti nel paese ladino! Dietro paesaggi incantevoli, questo massiccio alpino custodisce una cultura antica, portata avanti con orgoglio e passione da un popolo di montanari dal carattere forte. Anche se i ladini rappresentano solo lo 0,1% della popolazione italiana, sono riusciti a conservare numerose usanze vivaci, regalando ai visitatori un’insolita sensazione di esotismo nel cuore dell’Europa. 
Oltre all’italiano, qui si parla anche tedesco e… ladino

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© Alex Moling

Parlata ancora da oltre 30.000 persone, questa lingua retoromanza, viva anche in Svizzera, presenta numerose varianti. Ogni valle ladina conserva un costume tradizionale ricamato, sfoggiato durante le numerose feste che punteggiano il calendario. L’anima ladina si esprime anche attraverso antiche tradizioni artigianali, oggi riscoperte da artigiani e artisti appassionati: gioielli in filo d’argento ad Ampezzo, sculture in legno in Val Gardena, pitture decorative in Val di Fassa, cassapanche dipinte in legno in Alta Badia. E naturalmente la gastronomia, dove dominano i sapori della cucina ladina, con evidenti influenze austro-ungariche.

Chi dice sciare all’italiana, dice Dolce Vita e vacanze all’insegna del gusto. Canederli in tutte le loro varianti, gulasch, turtres, crêpes ripiene: la cucina ladina si avvicina alla pasta e conquista con sapori robusti e autentici. L’Alto Adige vanta una ventina di ristoranti stellati, in una regione con appena 500.000 abitanti. Il Trentino, invece, conta una mezza dozzina di chef stellati. Alta Badia è celebre per la sua cucina, che fonde influenze germaniche e mediterranee, da scoprire ogni inverno durante la rassegna Sciare con gusto

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© alex moling
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© alex filz

Anche i rifugi di montagna collaborano con chef da tutta Italia. In ogni rifugio, c’è un piatto tipico e una degustazione di vini a più di 2000 metri di altitudine, davanti a panorami mozzafiato. Ci si abitua subito al “bombardino”, un cocktail tipico a base di liquore all’uovo, caffè, rum o cognac. Ricco e confortante, riscalda escursionisti e sciatori. 

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© Alex Moling

La regione è conosciuta per i suoi ottimi vini bianchi, con vitigni in comune con l’Alsazia come il Gewürztraminer, il Riesling e il Sylvaner. Altri vini locali? Vini rossi autoctoni (Lagrein, Schiava, Teroldego) che puntano sempre più sulla produzione biodinamica. Durante l’evento enologico Sommeliers sulle piste è possibile scoprire e degustare bottiglie selezionate, acquaviti e liquori alle erbe locali. Prodotti da portare a casa insieme allo speck, il celebre prosciutto affumicato e stagionato in alta montagna, e a formaggi come lo Stilfser o l’Agordino di malga, presidio Slow Food. 

Le Dolomiti senza auto? È possibile! Reti di autobus ben organizzate consentono di raggiungere con facilità ogni angolo del territorio, mentre funivie e storiche cabinovie accompagnano i visitatori in alta quota con il massimo comfort.  In treno, le stazioni di Verona, Venezia e Innsbruck offrono collegamenti diretti con il massiccio dolomitico. Da Parigi, il viaggio dura circa 9 ore, a seconda delle coincidenze. 

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Lago di Misurina © unsplash / willian justen de vasconcellos

SNCF-CONNECT.COM | TRENITALIA.COM 

Alp & Wellness Sport Hotel Panorama, Fai della Paganella Trentino-Alto Adige 

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Un arredamento chic e accogliente, una vista panoramica sul Monte Paganella, una cucina locale super elegante, l’accoglienza premurosa di Francesca Mottes e Maurizio Giuliani… un indirizzo imperdibile per staccare la spina e rilassarsi a contatto con la natura. Da non perdere la Spa con ben sette piscine riscaldate, un campo da tennis e una palestra. 

VIA OTTORINO CARLETTI, 6,  

38010 FAI DELLA PAGANELLA TN, ITALIE 

TEL : +39 0461 583134 

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Tre Cime di Lavaredo, Italia © unsplash / daniel sessler p

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Viaggio nel cuore verde d’Italia: un itinerario alla scoperta dell’Umbria

Teritoria ha preparato un itinerario di 4 tappe per il vostro viaggio in Umbria: scoprite le verdi colline, le tradizioni, i castelli e i tranquilli borghi di questa regione italiana poco conosciuta. Un’ autentica immersione nella natura, in una delle regioni più verdi d’Italia. Lasciatevi ispirare per il vostro prossimo viaggio.

Benvenuti in Umbria, cuore verde dell’Italia!

la mappa che mostra l'itinerario per il viaggio in umbria consigliato da teritoria

Nel cuore delle verdi colline dell’Alta Valle del Tevere, il borgo medievale di Montone, perfettamente conservato fino ad oggi, è la meta ideale per chi cerca un weekend di relax a contatto con la natura.

vista del piccolo borgo italiano di montone, in umbria

Passeggiando per le sue stradine potrete ripercorrere la storia di questo magnifico luogo, dimora di Capitan Braccio Fortebracci, il Signore di Montone.

vista della facciata de la locanda del capitano, maison di teritoria in umbria

Questo è un posto unico: La Locanda Del Capitano, l’antica residenza della famiglia di Capitan Braccio Fortebracci. L‘autenticità di questo luogo è evidente in ogni elemento, dalle sale del ristorante al balcone, perfetto per concedervi un piacevole momento di lettura.

A T T I V I T À

In loco: degustazione presso il ristorante La Locanda del Capitano

vista dall'alto dalla terrazza de la locanda del capitano, maison di teritoria in umbria

Un viaggio alla scoperta dei sapori autentici dell’Umbria, con lo chef proprietario Giancarlo Polito. L’innovazione trascende la tradizione nella cucina dello chef, che ha inventato il suo “cappuccino salato” per soddisfare il desiderio dei turisti anglosassoni di berlo anche dopo pranzo. Gli ingredienti? Una fonduta di formaggi locali, uova di quaglia e tartufi.

Nei dintorni: la “Festa del Bosco” di Montone

Dal 22 ottobre al 1° novembre, il borgo di Montone ospita la “Festa del Bosco“, un evento organizzato per valorizzare la regione Umbria e i suoi prodotti. Il festival vi offre la possibilità di visitare cantine eccezionalmente aperte al pubblico, scoprire i dintorni del borgo a cavallo o degustare i “prodotti del bosco“.

immagine illustrativa di un festival

Partenza per la seconda tappa – Circa 30 minuti in auto, soste escluse.


vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria e seconda tappa del tour dell'umbria

Gubbio, nota anche come “città di pietra” per la sua caratteristica architettura, è una delle città medievali più belle del mondo. Situata ai piedi del Monte Ingino, vi offre la perfetta combinazione di storia, tradizione e bellezza naturale.

vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

A Gubbio, la Tenuta Borgo Santa Cecilia è molto più di un semplice hotel-ristorante: è una vera e propria oasi verde che si estende per 320 ettari e ospita una gran varietà di animali selvatici. Al centro della tenuta si trova un borgo settecentesco che è stato ristrutturato mantenendo il suo fascino originale e ospita un hotel, un ristorante e un’azienda agricola che produce salumi naturali, cereali e legumi biologici.

A T T I V I T À

In loco: Esperienza Onorato Salumi

immagine illustrativa dell'attività di degustazione di salumi presso la tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

Onorato Salumi è l’azienda agricola della Tenuta Borgo Santa Cecilia che prende il nome dai suoi proprietari. Tutto è iniziato in Calabria, dove l’allevamento di maiali faceva parte della routine quotidiana di ogni famiglia, e ora continua a Gubbio. Il menù prevede una visita alla fattoria dove vengono allevati i maiali selvatici. Fate una sosta nella magnifica cantina dei salumi e, per finire, godetevi una degustazione di salumi con un buon bicchiere di vino!

In loco: escursioni nella tenuta

Questa esperienza é perfetta per coloro che amano la natura e i magnifici panorami che offre. Usa l’applicazione Google Earth per esplorare i 20 km di sentieri segnalati all’interno della tenuta. Lo staff della Tenuta Borgo Santa Cecilia sarà lieto di preparare per voi un cestino da picnic da gustare in mezzo alla campagna.

vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

Nei dintorni: centro ippico di Castiglione Aldobrando

immagine illustrativa dell'equitazione vicino alla tenuta borgo santa cecilia

Visitate il centro ippico fondato dalla famosa famiglia di fantini Columbu, per una passeggiata a cavallo lungo i sentieri e attraverso le magnifiche valli che abbracciano Gubbio, insieme a una guida esperta. Goditi la vista sulle montagne e sulla città di Gubbio.

Partenza per la terza tappa – Circa 1 ora in auto, soste escluse.


vista della facciata del castello di petrata, maison di teritoria in umbria e terza tappa del tour dell'umbria

Assisi, la città di San Francesco, si trova ai piedi del Monte Subasio, vicino a Perugia, ed è una tappa immancabile di questo itinerario. Famosa per la Basilica di San Francesco, la mole della Rocca Maggiore e l’ospitalità dei suoi abitanti, questa città vi conquisterà grazie alla sua ricchezza enogastronomica, naturale e culturale.

vista della piscina del castello di petrata, maison di teritoria in umbria

A pochi chilometri da Assisi, il Castello di Petrata è un’antica fortezza del XIV° secolo circondata da un magnifico giardino e offre una vista mozzafiato sulla città e sulla sua valle. I colori e i profumi di questo luogo magico creano un’atmosfera rigenerante.

A T T I V I T À

In loco: caccia al tartufo

facciata del castello di petrata, casa di teritoria in umbria, di sera

Due ore nel cuore della natura, nei boschi, alla ricerca del Tartufo Nero. Nel parco del Castello di Petrata troverete una tartufaia dove potrete andare a caccia di tartufi con un cantiniere e un cane addestrato. Quest’attività, si svolge da maggio a settembre e da dicembre a febbraio, durante le stagioni del Tartufo Nero Estivo e del Tartufo Nero Invernale.

Nei dintorni: visita guidata di Assisi

Scoprite la storia di Assisi accompagnati da una guida esperta.

veduta illustrativa della città di assisi, umbria, italia

Nei dintorni: scoprite la Cantina Di Filippo

immagine illustrativa di un giro in carrozza vicino al castello di petrata, casa di teritoria in umbria

A 30 minuti dal Castello di Petrata. Passeggiata in carrozza alla scoperta dei produttori di vino del progetto “One Goose Revolution”. Pranzo in carrozza con prodotti locali e biologici e degustazione di vini presso la cantina.

Partenza per la quarta tappa – Circa 1 ora in auto, soste escluse.


Da non perdere durante il tragitto:

vista del piccolo borgo italiano di rasiglia, il paese sul fiume, in umbria

Scoprite Rasiglia, il borgo che sorge sul fiume.


vista del piccolo borgo italiano di castello di postignano, la quarta tappa del tour umbria di teritoria

Il Castello di Postignano, in Valnerina, è un borgo medievale ricco di storia, oggi restituito al suo antico splendore dopo anni di abbandono. Dichiarato monumento storico nel 2004 e restaurato nel 2007, è oggi un autentico gioiello.

vista dal castello di postignano, maison di teritoria in umbria

Qui, il Castello di Postignano è un delizioso hotel circondato da verdi colline, che offre un’opportunità unica di godersi il momento, di vivere a ritmo slow. Lasciatevi incantare dalla natura circostante, dalla sua biblioteca, dal suo wine bar, dalla sua spa e dalle meravigliose passeggiate che potrete fare.

A T T I V I T À

In loco: corsi di cucina con lo chef Vincenzo Guarino

immagine che mostra lo chef vincenzo guarino mentre indica la targa del suo ristorante la tavola rossa presso la teritoria castello di postignano.

La Tavola Rossa vi offre una doppia esperienza. Al mattino, vi aspetta corso di cucina creato appositamente per voi, con lo chef di fama internazionale Vincenzo Guarino. La sera, vivrete un’esperienza unica: una cena durante la quale potrete osservare lo chef mentre prepara i piatti, svelandovi i suoi segreti, le combinazioni di ingredienti e le loro storie. Il vino è incluso e potrete sceglierlo personalmente.

vista di uno dei tavoli del ristorante la tavola rossa di castello di postignano. un grande tavolo in legno circondato da pareti in pietra elegantemente decorate.

Nei dintorni: scoprite azienda agricola Massimiani

Ad Apagni, un piccolo borgo a 15 minuti da Castello di Postignano, visitate l’azienda agricola Massimiani per scoprirele loro tecniche di produzione del formaggio, con una sessione di degustazione.

immagine illustrativa di una visita alla fattoria del formaggio massimiani. un uomo tiene in mano una forma di formaggio.

Credits: Valeriia Titarenko


  • In aereo: Aeroporto Internazionale dell’Umbria “Francesco d’Assisi” (PEG) o Aeroporto di Roma Fiumicino (FCO)
  • In treno: Stazione di Perugia S. Anna o Perugia S. Giovanni
  • In auto
  • Da Roma: 230 km, 2 ore in auto.
  • Da Firenze: 140 km, 2 ore in auto.

Per ulteriori ispirazioni di viaggio, iscrivetevi alla nostra newsletter. Per regalare ai vostri cari un’esperienza indimenticabile, scoprite la nostra boutique online.

Locronan, l’anima celtica della Bretagna

Foto di copertina: vista aerea del villaggio francese di Locronan, nel Finistère, in Bretagna © Shutterstock /photofort77

Classificato come Monumento Storico da più di un secolo, nel 1924, Locronan è uno dei luoghi più belli della Bretagna, grazie alla sua architettura tradizionale bretone. Con le sue credenze celtiche, la cultura ancestrale dei tessuti e i paesaggi che hanno ispirato i più grandi pittori, Locronan è un gioiello tutto da scoprire.

Nascosto tra le montagne, a picco sul mare, Locronan è un fulcro delle antiche credenze bretoni. Luogo sacro per i Celti, ogni sei anni ospita la Troménie, un rito processionale in cui si invoca il perdono. Per l’occasione, abitanti e visitatori indossano i costumi tradizionali dei Bigoudens e delle Bigoudène, uomini e donne della Bretagna.

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Processione bretone delle bigoudène © Shutterstock /Aygul Bulte

Terra di miracoli, Locronan è al centro di leggende che raccontano di fenomeni straordinari legati alla fertilità, in particolare nella chiesa di Saint-Ronan. Proprio da questa tradizione deriverebbe il nome del bosco del Névet, che si dice venga dalla parola bretone “Németon”, ovvero “tempio naturale sotto la volta celeste”. La chiesa di Saint-Ronan è carattterizzata da dodici elementi simbolici, che rappresentano i dodici mesi dell’anno e dodici divinità, sia femminili che maschili.

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Piazza della Chiesa di Saint-Ronan, a Locronan © Shutterstock /milosk50

Tutti questi simboli hanno alimentato le credenze legate alla fertilità, attirando viaggiatori desiderosi di ricevere una benedizione di fertilità. Si racconta persino che il duca e la duchessa di Bretagna siano venuti qui nel 1905 per ottenere un erede. La chiesa era già stata riconosciuta come Monumento Storico nel 1845.

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Vetrate della chiesa di Locronan © Shutterstock /rweisswals

Locronan è ricca di leggende celtiche: il sabato che precede la prima domenica di maggio, i giovani del luogo che raggiungono la maggiore età piantano un faggio, simbolo del risveglio della primavera.

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Cerimonia celtica in Bretagna © Shutterstock /gdela

Allo stesso modo, il primo giorno di novembre coincide con l’inizio dell’anno celtico, rendendolo la soglia verso una notte intensa. Quella notte si celebra la grande festa di Samonios (l’antico capodanno celtico), un momento in cui è possibile comunicare con il mondo dei vivi e dei morti. Si usa distribuire il pane dei morti fino alla prima domenica di novembre.  

Grazie alla notorietà della chiesa di Saint-Ronan, Locronan ha attirato numerosi visitatori, favorendo lo sviluppo dell’artigianato, del commercio e della piccola nobiltà, e contribuendo così alla nascita della città dei tessitori.

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Telaio © Shutterstock /Tanita_St

Il clima della Bretagna, unito alla presenza di numerosi ruscelli, ha favorito la coltivazione della canapa e del lino fin dal XV° secolo. Da allora, Locronan e i suoi tessuti sono diventati celebri: le loro tele hanno vestito le più grandi navi del regno di Francia, dall’Armada alle imbarcazioni di Cristoforo Colombo. Il Palazzo della Compagnia delle Indie, fondato nel 1689 su iniziativa di Jean-Baptiste Colbert, collaborava strettamente con il Bureau des Toiles (letteralmente Ufficio dei Tessuti), istituito nel 1669 per garantire la qualità delle tele e apporre il marchio “Locronan” prima della spedizione via mare.

Oggi il Palazzo è aperto al pubblico e offre un’immersione affascinante nella storia delle grandi esplorazioni marittime.

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Imbarcazione d’epoca, nelle acque dell’Atlantico © Shutterstock /G_r_B

Il lino e la canapa coltivati in Francia sono tra i tessuti più sostenibili ed ecologici. La loro coltivazione non richiede né irrigazione intensiva né prodotti chimici, riducendo così in modo significativo l’impatto ambientale. Essendo prodotti localmente, evitano trasporti a lunga distanza e favoriscono le filiere corte. Oltre a essere biodegradabili, queste fibre sono resistenti, durature e utilizzano l’intera pianta. La canapa, in particolare, assorbe grandi quantità di CO₂ e rigenera il suolo. A differenza del cotone o del poliestere, la loro produzione è sobria, pulita e locale.

La Bretagna è da sempre fonte d’ispirazione per numerosi pittori, e il museo d’arte Charles Daniélou ne è una testimonianza concreta. Fondato dal sindaco di Locronan, che fu anche ministro durante la Terza Repubblica, il museo prende il suo nome e ospita una collezione di opere ispirate alla bellezza e alla forza dei paesaggi bretoni. Artisti come Emile Simon, Désiré Lucas, Kamesuke Hiraga e Yvonne Jean-Haffen vi testimoniano la vitalità artistica della Bretagna nel corso del XX° secolo.

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Museo d’arte a Locronan © Shutterstock /BreizhAtao

Il museo espone opere appartenenti alle collezioni della città. Tra queste potete ammirare le acqueforti di Marie-Renée Chevalier-Kervern, dipinti di Henri Le Sidaner e un grande quadro di Odette Pauvert, prima donna a vincere il Prix de Rome nel 1925, esposto per la prima volta dopo il restauro del 2019. Quest’opera, classificata Tesoro Nazionale, è tutelata come Monumento Storico.

Il museo conserva anche opere donate da Charles Daniélou (1878–1953) e dal rettore Maurice Dilasser. Infine, all’ingresso, i visitatori sono accolti dalla scultura Anne de Bretagne di Jean Fréour, acquistata dalla città nel 2018.

Ai confini del Finistère, Locronan veglia. Nelle prime ore dell’estate, la luce dorata sfiora le facciate, sottolinea i lucernari finemente scolpiti e fa vibrare i tetti di ardesia. Sulla grande piazza, le case circondano dolcemente, come un teatro silenzioso, la chiesa di Saint-Ronan e la cappella del Pénity.

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piazza del borgo di locronan © shutterstock /eyestravelling
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borgo pittoresco di locronan © shutterstock /richi mcwallace

All’interno, le vetrate e il pulpito raccontano le leggende del santo. Tutt’intorno, i vicoli fiancheggiati da case antiche invitano a passeggiare. Nessuna auto rompe l’incantesimo: solo insegne in legno, vetrine discrete e il profumo dei kouign-amann, dolci tipici della Bretagna, ancora caldi, guidano i tuoi passi.  Lasciatevi incantare dal fascino mistico della Bretagna con le nostre carte e i nostri cofanetti regalo per regalare o regalarvi un soggiorno nella regione. Scopri altre leggende bretoni o di altre regioni nella nostra newsletter. Se la Bretagna vi ha già conquistato, scoprite il nostro programma fedeltà e sarete premiati per la vostra fedeltà.

Di Emilie FALLOT NGUYEN 

Dordogna: impronta viva del passato

Foto di copertina: La Dordogna nella città di La Roque-Gageac ©Shutterstock/CristiDumi_

Articolo in collaborazione con il CRTL Dordogne-Périgord, Nuova Aquitania

Nascosta nel cuore del sud-ovest, la Dordogna è un dipartimento emblematico della Francia, creato durante la Rivoluzione francese. Terra ricca di storia, ospita tesori preistorici come le celebri grotte di Lascaux, veri e propri santuari dell’arte rupestre. La Dordogna vanta anche un’eccezionale eredità culturale: conserva una ricchezza rara, con numerosi siti classificati patrimonio mondiale dell’UNESCO, tra cui l’abbazia di Cadouin, la cattedrale di Saint-Front, l’abbazia di Notre-Dame de Bonne-Espérance e persino un formaggio, la Trappe d’Échourgnac. Teritoria vi fa scoprire il fascino autentico di una regione che merita di essere conosciuta meglio.

La Dordogna è terra di castelli, ma se cercate luoghi autentici e volete avventurarvi fuori dai sentieri battuti, Teritoria vi consiglia questi tre castelli, diversi tra loro ma tutti emblemi di un’epoca.

Castello des Milandes, Castelnaud-la-Chapelle 

Antica dimora di Joséphine Baker, il castello unisce tradizione e modernità, tra la storia dell’icona e un escape game ispirato alla sua vita. Di proprietà della famiglia aristocratica Caumont fin dal X° secolo, fu acquistato nel 1900 da un industriale deciso a preservarlo. Innamoratasi del luogo negli anni ’30, Joséphine vi sposò Jo Bouillon e si stabilì qui per scrivere le sue memorie e accogliere la sua “famiglia arcobaleno” di dodici figli. Negli anni ’50 creò il suo “borgo del mondo” e organizzò spettacoli con ospiti come Duke Ellington e Jacques Brel. Nel 2025 è stata simbolicamente accolta al Panthéon: oggi la sua presenza è ovunque nel castello, dove si possono ammirare la celebre cintura di banane e una statua che la ritrae mentre bacia uno dei suoi figli.

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château des milandes ©shutterstock/_lev-levin

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castello des milandes ©shutterstock/_lev-levin

Ma non è questa l’unica particolarità del castello: il giardino, classificato come Giardino Notevole e Monumento Storico, fu progettato da Jules Vacherot, capo giardiniere della città di Parigi durante l’Esposizione Universale del 1900.

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Giardino del Castello des Milandes, in Dordogna © Shutterstock /Martin-Hibberd

Su sei ettari di parco, potrete incontrare 60 rapaci protetti: il sito sostiene un’associazione impegnata nella tutela del paesaggio, delle specie e della biodiversità. Non perdetevi la voliera del parco e i progetti di reintroduzione della civetta degli Urali in Baviera e dell’aquila di mare dal becco bianco sul Lago di Ginevra.

Castello di Beynac, Beynac-et-Cazenac

Arroccato in cima a una scogliera, il castello si affaccia sulla Dordogna da nove secoli. Le sue mura echeggiano ancora i passi di Riccardo Cuor di Leone, Simon de Montfort o degli Stati Generali durante la Guerra dei Cent’anni. Il castello medievale, circondato dall’acqua in autunno, è accessibile solo in gabarre, un’ imbarcazione tradizionale fluviale.

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Castello di Beynac ©Shutterstock/travellight

Da scoprire: mastio, sala delle guardie, sala degli Stati del Périgord, oratorio, scala del XVII° secolo, saloni con boiserie, terrazza dello sperone, barbacane e ponte levatoio. Un tuffo nel passato!

Castello di Hautefort 

Unico castello classico del Périgord, vi accompagna nell’eleganza del XVII° secolo. Un tempo dimora del marchese d’Hautefort, ha ospitato Colbert, la baronessa di Bastard e diversi ministri di Luigi XIV°. Parzialmente distrutto da un incendio nel 1968, oggi propone un percorso immersivo che racconta quell’evento drammatico. L’ingresso include la visita a una cucina del XVII° secolo, completa di forno per il pane d’epoca.

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Castello di Hautefort ©Shutterstock/javarman

Il parco di 30 ettari è una fusione raffinata tra il giardino all’inglese, progettato da Choulot e ispirato ad Alexander Pope, e quello alla francese nello stile di Le Nôtre.

Si narra che gli uomini preistorici abbiano scelto di stabilirsi nella Dordogna per i suoi paesaggi collinari, i fiumi sinuosi e le scogliere calcaree. Non è difficile capirne il motivo.

Il tesoro della Dordogna: la natura

I cingles della Dordogna, tra Montfort e Trémolat, sono spettacolari falesie calcaree che dominano le ampie anse del fiume. Dalle strade sospese o dalle scogliere, si gode di panorami di rara bellezza.

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Ammira i cingles della Dordogna ©Shutterstock/margouillat photo

L’Esplanade de Domme, arroccata sulla valle della Dordogna, offre una vista mozzafiato. Da qui, i meandri del fiume sembrano non finire mai. Il tempo sembra essersi fermato.

Infine, per un’escursione diversa: la bicicletta a pedali del Périgord verde offre una gita bucolica in bicicletta di 14 km andata e ritorno fino a Saint-Andrieux, tra natura, patrimonio e semplice divertimento.

Borghi e leggende

 Tra Castelnaud, Marqueyssac e Beynac, i castelli dominano la valle dai loro speroni rocciosi. Dai giardini pensili di Marqueyssac, la vista su La Roque-Gageac è spettacolare. Questo borgo, stretto tra la falesia e il fiume, incarna da solo il soprannome di “valle dei castelli”.

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I giardini di Marqueyssac ©Shutterstock/paul prescott

Classificato tra i borghi più belli di Francia, La Côte de Jor, a Saint-Léon-sur-Vézère, offre un affascinante panorama molto apprezzato dagli appassionati di parapendio. La valle della Vézère rivela tutta la sua dolcezza e il suo patrimonio preistorico. Di fronte a Lalinde, la cappella romanica di Saint-Front du Colubri veglia sul fiume. La leggenda del drago Coulobre, sconfitto proprio qui, dà al luogo un’aura mistica. La vista sulla valle è incredibile.

La Dordogna non è solo castelli e grotte. È un territorio vivo, ricco e profondamente radicato nella sua storia. Per un’immersione totale, uscite dai sentieri battuti e lasciatevi guidare dalla bellezza selvaggia di un territorio autentico. Organizzate il vostro soggiorno in Dordogna, scoprite la nostra selezione di idee regalo sulla nostra boutique online. Se questo articolo vi è piaciuto, ricevete ogni mese un po’ di ispirazione: iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere storie stimolanti, itinerari segreti e racconti di turisti direttamente nella sua casella di posta elettronica. Unitevi al nostro programma fedeltà e approfittate di ulteriori vantaggi esclusivi in tutte le strutture Teritoria.

Di Emilie FALLOT NGUYEN  

Finistère, dove la terra incontra l’oceano


Foto di copertina: Costa del Finistère ©Shutterstock / Sebastien Sonnen

Con i suoi 2.000 km di costa e 6.000 km di sentieri, il Finistère è il dipartimento con la rete escursionistica più estesa di Francia. Dalle scogliere nere battute dall’oceano ai fari, simboli di speranza che da secoli guidano i marinai, fino alle colline verdi e cariche di salsedine, questa terra offre una bellezza naturale senza fine. Teritoria vi porta all’estremo ovest della Francia, dove l’oceano incontra l’uomo.

La parola “Finistère” in bretone vuol dire “inizio della terra” ed è anche dove iniziano i paesaggi autentici della Bretagna. Ascoltate il richiamo del mare con Teritoria…

La bellezza incontaminata del Finistère

Situata nell’estremo ovest del Finistère, la Pointe du Raz è un invito a scoprire i panorami mozzafiato dell’estremità francese: tra le scogliere scoscese battute dalle onde, gli uccelli marini che le sorvolano, la vegetazione marina famosa in tutto il mondo e le luci cangianti sull’oceano. Tutto invita a rilassarsi e ammirare la bellezza di questa natura sconfinata.

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Punta del Raz ©Shutterstock /Boris Stroujko

Di fronte alla città di Brest si trova la penisola di Crozon, circondata su tre lati dal mare (la rada di Brest, il mare d’Iroise e la baia di Douarnenez) e protetta alle spalle dalle montagne nere del Menez Hom. Ricca di storia e paesaggi selvaggi, la penisola è un tesoro geologico a cielo aperto. Le sue rocce custodiscono numerosi giacimenti, tra cui pietre marine nascoste nel cuore di oltre 400 grotte imprevedibili, scolpite dal ritmo delle maree. Quarzi bianchi, ametiste, minerali fluorescenti: una ricchezza da scoprire alla Maison des Minéraux di Saint-Hernot, nel comune di Crozon. 

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Penisola di Crozon ©Shutterstock / Stockbym

Per raggiungere la penisola, c’è un servizio navetta da Brest, Camaret e Le Fret (da aprile a settembre); oppure la strada D791 collega la penisola a Le Faou e Brest, perfetta per un viaggio on the road nel Finistère! Inoltre, la penisola di Crozon fa parte del Parco naturale regionale dell’Armorica.

I testimoni del passato

Alla fine del XIX° secolo, sullo scoglio di Gorlebella, che in bretone significa “la roccia più lontana”, fu costruito il faro della Vieille. Luce rassicurante e protettiva sul versante occidentale della Pointe du Raz, è stato dichiarato monumento storico nel 2015. Un tempo era considerato un faro “infernale”, sia per la sua posizione isolata in mezzo al mare che per le leggende mistiche che lo avvolgevano.

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Faro della Vieille ©Shutterstock / Tarvos

Eppure, non è che il primo dei fari nelle acque bretoni. Accanto alla Vieille, il faro di Tévennec è noto per la sua maledizione: situato su un isolotto spazzato dalle onde, all’estremità occidentale della Bretagna, è soprannominato “la porta dell’inferno”. Fin dai lavori di costruzione, gli operai raccontavano di sentire il vento sussurrare kerz kuit (“vattene”), i guardiani avevano paura di viverci da soli e nessuno vi restava a lungo. La leggenda si cristallizza nel libro di Anatole Le Braz, Le Gardien du feu, una storia d’amore tragica nel cuore del faro, oggi noto come la “torre della morte”. Teritoria vi invita a prendervi il tempo di scoprire i fari della costa e le loro storie avvincenti.

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Faro di Tévennec ©Shutterstock /Gregory Valle

Ammirando questi guardiani e i loro sentieri incontaminati all’estremità della Francia, si percepisce tutta la storia dei fari: solitari, ma profondamente radicati nel ritmo degli elementi. La vita dei fari bretoni e dei loro guardiani era fatta di assoluto rispetto per il mare e di fedeltà incondizionata alla loro missione: “vegliare sui marinai”. Il mare, unico compagno, e talvolta nemico.

Gli amanti della natura troveranno nel sentiero GR34 la loro felicità. Questo percorso escursionistico, che segue la costa bretone, è punteggiato da riserve naturali protette.

Una di queste è la Riserva di Cap Sizun, creata nel 1959 e situata lungo il tracciato. Questo sito protetto vi offre l’occasione di osservare diversi uccelli marini: cormorani dal ciuffo, gabbiani reali, argentati o marini, urie di Troilo e fulmari boreali. Con un po’ di fortuna, potrete persino vedere i loro nidi tra le rocce che spuntano dall’oceano. 

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Riserva naturale di Cap Sizun baciata dal sole ©Shutterstock /bensliman hassan

L’oceano imprevedibile e misterioso segue le sue regole. La Baia dei Trépassés (letteralmente baia dei morti) ne è l’emblema. Il suo nome infausto è legato alla pericolosità di queste coste, dove, dopo le tempeste, il mare restituisce i relitti delle navi naufragate. Secondo alcune leggende, la baia sarebbe stata anche un luogo di passaggio per i druidi morenti. Gli scienziati, invece, ritengono che derivi da un errore di traduzione della parola bretone “avon”, che significa “fiume”, con “anaon”, che invece significa “i morti”.

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Spiaggia protetta della baia dei Trépassés ©Shutterstock/BreizhPixel Web

Ma non lasciatevi ingannare dal nome! La baia è un angolo di bellezza mozzafiato, un paradiso per surfisti e bagnanti. Il suo panorama sull’Atlantico si accende di sfumature blu e verdi, tra spiagge appartate e scogliere ricoperte di vegetazione. La Baia dei Trépassés fa parte del Grand Site de France, nel cuore del Finistère, tra la Pointe du Raz e la Pointe du Van, nel comune di Plogoff.

Una delle caratteristiche del Finistère è la sua apertura sull’oceano e la vita isolana.

L’isola di Ouessant

Scogliere scolpite dal mare, calette nascoste, luci cangianti, coste selvagge: Ouessant è uno dei luoghi migliori per osservare gli uccelli migratori e le api nere. L’isola di Ouessant, Ushant in bretone, è conosciuta come “l’isola alla fine del mondo” e deve il suo nome al fatto che rappresenta l’ultima terra prima dell’America. Il comune insulare è in gran parte pedonale, rendendo piacevole esplorare l’isola a piedi o in bicicletta.

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Tramonto sull’isola di Ouessant ©Shutterstock /Stephane Bidouze

Per scoprire i tesori dell’isola, l’ufficio turistico organizza passeggiate alla scoperta delle piante medicinali e commestibili dell’isola. Il tour dell’isola riserva molte sorprese: il faro, la chiesa e la sua cappella, il mulino, il megalite centenario, le famose pecore di Ouessant, il museo, il forte e, naturalmente, la spiaggia.

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Borgo addormentato sull’isola di Ouessant ©Shutterstock/penofoto

L’isola è molto impegnata sul fronte ecologico e invita i visitatori a rispettarla e preservarla. Mette a disposizione sacchetti e guanti per raccogliere i rifiuti degli animali, bottiglie, mozziconi di sigaretta… facendo attenzione a non confonderli con i ciottoli della spiaggia, per evitare l’erosione. L’isola incoraggia anche a sostenere i piccoli commercianti e artigiani locali, per consumare a chilometro zero e preservare le sue risorse.

L’isola di Sein

All’estremità della Pointe du Raz vi aspetta una cittadina ben conservata, senza auto: le sue stradine strette rendono impossibile il traffico. L’isola di Sein, soprannominata “l’isola del sole”, custodisce due menhir preistorici classificati come Monumenti Storici e vanta un’altitudine media di appena 1,50 metri, che contribuisce a preservarne l’ambiente. Le sue tipiche case portuali bretoni e i paesaggi insulari sono stati inseriti tra i “Borghi più belli di Francia”. I fari della Vieille e di Ar Men guidano le navi provenienti dalla Francia e dall’Inghilterra… lasciatevi guidare anche voi!

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Borgo di pescatori sull’isola di Sein ©Shutterstock/ Obatala-photography

Gli abitanti di Sein vogliono proteggere la loro isola dal trambusto del mondo: per questo motivo, monopattini e biciclette sono vietati. Per visitarla, vi basteranno un paio di scarpe comode. Da aprile a settembre, il faro di Ar Men è aperto al pubblico: partite dal porto di Audierne e salite a bordo dell’Enez Sun per una crociera alla scoperta dei segreti dell’isola. Con un po’ di fortuna, potreste perfino avvistare dei delfini lungo il tragitto.

L’isola di Glénans

Un’isola quasi tropicale, con spiagge di sabbia bianca e acque cristalline: è l’Isola di Glénans. Un paradiso per il narciso dei Glénans, le foche selvatiche e gli amanti degli sport acquatici. Oasi di pace nel cuore dell’oceano, l’arcipelago offre spiagge immacolate, acque verde smeraldo e sette isolotti principali che si possono esplorare anche in catamarano o persino dal fondo del mare.

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Sabbia bianca sulla spiaggia dell’isola di Glénan ©Shutterstock/Christian Musat

Il Finistère, con i suoi colori e i suoi paesaggi, ha ispirato generazioni di artisti. Da Mathurin Méheut a Jean Bazaine, da Paul Gauguin a Maurice Denis e Paul Sérusier, tutti artisti con stili diversi, ma uniti dalla stessa passione: rappresentare la bellezza del Finistère.

Il Finistère è una bellezza autentica tutta da scoprire. Per saperne di più su questa regione incontaminata, iscrivetevi alla nostra newsletter e scoprite le nostre offerte nella regione con la nostra boutique online. Se il fascino della Bretagna vi ha già conquistato, scoprite come essere premiato durante il vostro prossimo soggiorno con il programma fedeltà Teritoria.

Di Émilie FALLOT NGUYEN

City Break: Arcachon, al ritmo delle maree

Di Nadia Hamam ; immagine di copertina: © shutterstock / Wirestock Creators

Ad Arcachon, ogni quartiere prende il nome di una stagione, e sono la loro identità e i tesori nascosti a costituire il cuore del suo fascino.

Da esplorare a piedi o in bici, tra erica e ginestre dorate, la Ville d’Hiver (letteralmente Città d’Inverno) sorge sulle alture ed è forse la zona più residenziale e amata dai viaggiatori, che si perdono volentieri nei suoi vicoli tortuosi.

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Lo sport locale? Ammirare le 215 ville del XIX° secolo sparse tra i pini. Stili coloniali, neoclassici e neogotici si mescolano con chalet svizzeri e cottage inglesi: un’esuberanza eclettica e fastosa, tipica della Belle Époque. La passeggiata continua nel parco Mauresque, con il suo casinò, e prosegue fino all’osservatorio Sainte-Cécile, raggiungibile attraverso il ponte Saint-Paul.

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© Kevin Biette | © Alain Vacheron

La struttura metallica, realizzata in collaborazione con Gustave Eiffel, offre una vista mozzafiato sul bacino. Affacciata sul lungomare si estende la Ville d’Été (letteralmente Città d’Estate), il quartiere più antico e vivace di Arcachon. Dai suoi moli principali, Thiers, Eyrac e altri, partono le barche dirette verso il bacino. A est, lungo la spiaggia, si trova la Ville de Printemps (letteralmente Città di Primavera), elegante e raffinata, che racconta le origini della città.

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© Kevin Biette | © Alain Vacheron

Una storia di monaci, marinai in tempesta e miracoli, da raccontare tra la croce eretta sul molo della cappella e la basilica di Notre-Dame d’Arcachon. Non dimenticate di visitare la Ville d’Automne (letteralmente Città d’Autunno), dove si trovano i porti pescherecci e turistici. Il continuo via vai delle pinasse, dei lupi di mare e dei vecchi velieri del bacino evoca un irresistibile del mare.

Il bacino di Arcachon gode di un microclima che gli regala un profumo d’estate in ogni stagione. Già dalla primavera, le sue rive si riempiono del delicato profumo di mimosa. È in barca che si ammira al meglio questa baia, dove le acque dolci del fiume Leyre si fondono con l’impeto dell’oceano. La sua bellezza e la sua quiete ne fanno un luogo ideale per sognare e rigenerarsi.

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© Kevin Biette

Sabbia bianchissima, acque caraibiche, case su palafitte… Una vera “Tahiti bordolese”, da esplorare in pinasse, kayak o paddle, con i capelli al vento. Come moderni Robinson Crusoe, si approda sulle spiagge oceaniche o sull’Île aux Oiseaux (letteralmente Isola degli uccelli) per ammirare le celebri cabanes tchanquées (capanne su palafitte).

L’ideale? Concludere questa escursione dalle sfumature turchesi raggiungendo il banco di Arguin, i borghi ostricoli storici di Lège-Cap-Ferret e le caratteristiche capanne per l’ostricoltura, molto frequentate durante la bella stagione.

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© Kevin Biette

Si arriva all’adorabile borgo dell’Herbe e ci si ferma per condividere uno spuntino accompagnato da un bicchiere di Entre-deux-Mers. Poco più in là, un altro monumento naturale simbolo della Francia: la duna di Pilat, la più alta d’Europa con i suoi 110 metri da scalare. Questo angolo di Sahara si raggiunge in bicicletta; da qui, salite in cima per ammirare uno dei panorami più spettacolari della regione. La baia si apre a 180°: il banco di Arguin, il faro di Cap Ferret, le foreste di querce da sughero e pini marittimi si stendono ai tuoi piedi. Il silenzio ha i colori del turchese, dello smeraldo e dell’oro.

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Arcachon è molto più del semplice gusto delle ostriche. Decine di artigiani, ispirati dall’oceano, reinterpretano i prodotti del mare. In primo piano, il pesce affumicato di La Fumette e lo storione affumicato a caldo di Kalalahti, preparato con legno di ontano secondo un metodo artigianale ispirato alla tradizione nordica.

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Prima di ripartire, non dimenticate di mettere in valigia il caviale locale, frutto di una tradizione che dura da oltre un secolo. Le antiche ricette degli esperti del Mar Caspio si arricchiscono di segreti di lavorazione tipici di questa zona: da scoprire da Caviar de France o Caviar Perlita. Per i più golosi, imperdibili le ostriche di cioccolato di Pierre Mirgalet, i cannelés e i petits fours ai pinoli della pasticceria Guignard.

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Perfette da sgranocchiare a qualsiasi ora del giorno, le Dunes blanches sono state create da Pascal Lucas nel borgo di Moulleau. Nel suo negozio monoprodotto, il pasticcere propone diverse varianti di queste chouquettes ripiene di panna montata, ispirate alla celebre duna del Pilat. A sua volta, la Dunette di Alban Marquet si ispira alla stessa duna: un cornetto a forma di sigaretta, con pasta di mandorle profumata al Fine Bordeaux, pinoli e cioccolato al latte.

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© Kevin Biette

I NOSTRI INDIRIZZI

VILLA DU MOULLEAU 

A dimostrazione che l’essenza di un luogo nasce dalla sua storia, questa oasi di pace nel cuore del borgo di Moulleau incarna perfettamente l’art de vivre tipico dello stile originario di Arcachon. Completamente rinnovato nel 2020, questo indirizzo dall’anima familiare invita al relax assoluto, tra un incantevole giardino, un Honesty Bar e la spiaggia a due passi.

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12, AVENUE LOUIS-GARROS

33120 ARCACHON

TEL : 05 25 02 00 00

LE PATIO

Il primo vanta una stella Michelin e tre toques Gault&Millau. Il secondo è un incontro raffinato tra pescato del giorno e il meglio dell’anatra. Il terzo è un tocco di esotismo. Il tutto è firmato dallo chef e proprietario Thierry Renou: una vera trasfigurazione del territorio regionale, servita su tavole impeccabilmente apparecchiate.

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10, BOULEVARD DE LA PLAGE

33120 ARCACHON

TEL : 05 56 83 02 72

Lasciatevi ispirare dai suggerimenti di Teritoria, una community di albergatori e ristoratori indipendenti che dal 1975 si impegnano per un turismo più sostenibile. Iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere direttamente nella vostra casella di posta elettronica le nostre idee di viaggio, come questa dedicata al City Break Arcachon e molte altre ancora.

Volete regalare un’esperienza indimenticabile a una persona cara? Visitate la nostra boutique online per scoprire tutti i nostri cofanetti e carte regalo.

Infine, iscrivetevi gratuitamente al nostro programma fedeltà e approfittate di vantaggi esclusivi durante i vostri soggiorni negli hotel e nei ristoranti Teritoria.

La Strada dei Vini di Bordeaux

Foto di copertina: vigneto verdeggiante a Saint Emilion, Francia ©Shutterstock/cmargouillat

I vini di Bordeaux sono tra i più apprezzati al mondo. La regione produce rossi corposi ed eleganti, oltre a raffinati vini liquorosi, prodotti con uve surmature. Bordeaux si distingue anche per i suoi bianchi secchi, fruttati e vivaci. La Strada dei Vini di Bordeaux, di fama mondiale da secoli, attraversa 100.000 ettari di vigneti e conta una sessantina di denominazioni e cinque sottoregioni vinicole (Médoc, Graves, Sauternes, l’Entre-deux-Mers e Rive Droite). I vitigni principali sono tre rossi (Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc) e tre bianchi (Sémillon, Sauvignon e Muscadet). Ogni vino racconta un territorio unico e un savoir-faire ancestrale, che unisce tradizione e innovazione. Questi vini incarnano l’eccellenza francese, ambiti sia dagli appassionati che dai collezionisti di tutto il mondo. 

Scopri l’eccellenza vitivinicola della regione di Bordeaux attraverso un itinerario enoturistico unico, che accoglie tenute iconiche, borghi storici ed esperienze coinvolgenti. Da Margaux a Sauternes, passando per Saint-Émilion e l’Entre-deux-Mers, ogni tappa ti immerge nel cuore di un territorio eccezionale.

Château de Marquis de Terme 

La nostra Strada dei Vini di Bordeaux inizia dallo Château de Marquis de Terme, nel cuore della regione di Château-Margaux, di proprietà della famiglia Sénéclauze dal 1935. Questa tenuta, quarta nella classificazione ufficiale dei “Grand Cru”, attraversato da 40 ettari di Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot, è il perfetto equilibrio tra tradizione e modernità. I vini che vengono prodotti qui conquistano tutto il mondo per la loro consistenza corposa e vellutata. 

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Marquis de Terme ©Shutterstock /ElizabethBernstein

Le esperienze proposte riflettono appieno il contesto: visite private, escursioni in bicicletta tra vigneti e ateliers sui migliori vini ti permetteranno di comprendere tutto il savoir-faire della tenuta in un’atmosfera elegante e autentica. 

Château du Taillan  

Prosegui verso lo Château du Taillan, una tenuta di famiglia tra tradizione e modernità, gestita da un team al 100% femminile e classificata Cru Bourgeois Exceptionnel nel 2020. Questa tenuta del XVIII° secolo fonde la maestosità delle sue cantine sotterranee classificate con il parco dove trovi alberi secolari e una filosofia basata sulla qualità e l’agricoltura sostenibile. 

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Vigneti del Médoc ©Shutterstock /SpiritProd33

Durante il tuo tour lungo la Strada dei Vini di Bordeaux, prenditi il tempo di scoprire la città di Taillan-Médoc, soprannominata “tra città e vigneti”, dove l’armonia tra natura e cultura vinicola dello Château du Taillan acquista pieno significato.

A pochi minuti di distanza: il borgo medievale di Saint-Émilion. Dove si nascondono gemme vinicole che aspettano solo di essere scoperte dagli appassionati. 

Château Bernateau 

Lo Château Bernateau, una tenuta che si tramanda da 11 generazioni, offre un’immersione completa “dalla vigna al chai” (il chai è il vecchio nome del luogo dove si produceva il vino), con una visita adatta ai bambini e una degustazione guidata di vini prodotti con uve Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.

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Vigneto in Provenza ©iStock/marako85_

Château Mauvinon 

Non lontano, lo Château Mauvinon unisce tradizione e innovazione. In un elegante edificio ricoperto di edera, scoprirai un’attività ludica davvero singolare: un escape game enologico chiamato “Les tradors verts de mauvinon”, pensato per tutte le età. Lo château si trova nel comune di Saint-Sulpice-de-Faleyrens, uno dei gioielli della giurisdizione di Saint-Émilion, patrimonio dell’UNESCO. Nel cuore della cittadina, un Menhir Peyrefitte si erge come testimone del passato: le leggende di un tempo lo rendono un luogo di ritrovo durante il solstizio d’estate, dove si pregava per la fertilità della terra e della comunità. Approfitta di questa visita enologica per scoprire questo autentico monumento della cultura e del territorio francese. 

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ll menhir di Peyrefitte ©Shutterstock /Pecold

Château d’Arche 

Direzione sud di Bordeaux, a Sauternes, culla dei leggendari vini liquorosi. Lo Château d’Arche, premiato come “Grand Cru” nel 1855, ti dà il benvenuto in una certosa del XVII° secolo per scoprire tutto sulla produzione dei Sauternes. Questi vini, ottenuti da uve surmature grazie alla muffa nobile (Botrytis cinerea), offrono sapori intensi e fruttati senza paragoni.

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Sauternes surmaturi ©Shutterstock /barmalini

Tra visite, boutique, degustazioni ed esperienze coinvolgenti, questa tenuta è una tappa imperdibile per tutti gli amanti dei vini dolci, naturali e della storia del vino. 

Château de Reignac 

Concludi il tour della Strada dei Vini di Bordeaux allo Château de Reignac, tra la Garonna e la Dordogna. Questo edificio del XVI° secolo, con una serra progettata da Gustave Eiffel, è famoso per i suoi vini bianchi secchi e morbidi, fatti con uve Sauvignon e Sémillon. La tenuta è stata più volte vincitrice del premio “Best of Wine Tourism”. Qui ci sono tre tipi di visite: edonistica, di prestigio o intorno alla proprietà, con una fantastica ospitalità dei proprietari.

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Maison Forte a Reignac, in Dordogna, nella regione Nuova Aquitania ©Shutterstock /OSTILL is Franck Camhi

Cogli l’occasione per visitare la città di Tursac e la sua Maison Forte di Reignac, una vera e propria oasi di pace.

Questo itinerario enoturistico lungo la Strada dei Vini di Bordeaux è più di un viaggio nel gusto: è un viaggio attraverso i secoli, i territori e il savoir-faire. Tra tenute familiari e Grand Cru classificati, ogni tappa svela un aspetto del patrimonio viticolo francese. Scopri le nostre strutture d’eccezione a Bordeaux, regalati un soggiorno enologico con i nostri cofanetti e carte regalo e lasciati guidare verso altri luoghi autentici nel cuore della Provenza iscrivendoti alla nostra newsletter!  

L’abuso di alcol è pericoloso per la salute, consuma con moderazione. 

Un articolo di Emilie FALLOT NGUYEN

La Côte des Légendes: un luogo intriso di magia

Foto di copertina: Côte des Légendes, Bretagna © Shutterstock / BreizhPixelWeb

La Côte des Légendes (Costa delle Leggende) prende il nome dai luoghi storici che, nel tempo, hanno generato storie e leggende della tradizione bretone. Si estende per circa quindici chilometri tra i comuni di Guissény, Goulven, Kerlouan, Brignogan-Plages e Plounéour-Trez. Scoprite una terra di racconti, tra monumenti antichi, paesaggi naturali e coste selvagge. Rallentando il passo, scoprirai che la magia bretone è ovunque intorno a voi: dietro l’angolo di un vicolo vi attende una fonte di giovinezza, mentre un megalite si erge solitario in mezzo a un campo. Ogni luogo ne è pervaso.

Iniziamo il nostro viaggio nel cuore di questo patrimonio autentico partendo da Lesneven. Capitale dell’antico Pays de Léon, Lesneven si svela tra strade lastricate di granito, case bretoni con persiane blu e leggende che profumano di mare e mistero.

Dal 1720, l’antico Convento delle Orsoline veglia sulla città. Questo edificio dalle mille sfaccettature è stato, nel tempo, ospedale marittimo per i pescatori di Brest, scuola per ragazze e oggi racconta la storia del territorio come Museo del Léon. La sua antica cappella, il chiostro, i portici e le vetrate offrono un viaggio nel tempo. 

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Autentiche case bretoni ©Shutterstock/Jan von nebenan

Immergetevi in 50 anni di storia seguendo il filmato del museo di Léon, nascosto nel cuore dell’antico convento. Oppure scoprite la memoria del Pays de Léon passeggiando per le sue strade con una visita interattiva. Durante la vostra passeggiata, rallentate il passo e godetevi il mercato del lunedì! Eletto “mercato più bello di Francia” nel 2021 da TF1, questa piazza è piena di venditori autentici che faranno felici grandi e piccini con i loro prodotti locali, come miele, birra, crêpes bretoni, e con la loro musica e la loro passione! Lesneven è una città ricca di sorprese: girando l’angolo, potreste imbattervi nell’occhio di Lesneven, un’opera spirata a un’incisione del 1628 e firmata dall’artista Marc Didou, oggi è un vero e proprio monumento del patrimonio urbano! Lasciatevi sorprendere dalla piazza Flo e dal suo enigmatico “occhio vigile”… ma soprattutto dai borghi autentici della Bretagna!

Il viaggio lungo la Côte des Légendes (Costa delle Leggende) continua con la città di Folgoët. Tra i vicoli del borgo aleggia un’atmosfera spirituale, dovuta alla presenza silenziosa di un autentico gioiello architettonico: la Basilica di Notre-Dame de Folgoët. Imponente chiesa gotica decorata con pietre nere di kersanton e maestose vetrate, si erge dal 1423 e ha resistito agli incendi e alle devastazioni della Rivoluzione. Con i suoi 600 anni, la Basilica amata da Anna di Bretagna è ancora oggi un luogo di silenzio e misticismo.

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Basilica di Notre-Dame di Folgoët ©Shutterstock/milosk50

Le parole del costruttore risuonano ancora tra queste mura sacre: si racconta che Salaün ar Fol pregasse la Vergine per tutta la durata dei lavori. Alla sua morte, sulla casa del giovane artigiano, che viveva in un albero cavo, sarebbe miracolosamente apparso un giglio con incise le parole “Ave Maria”. Il nome della città deriva dalla parola bretone Folgoad, che significa “il pazzo del bosco”, in riferimento al leggendario costruttore. Da allora il monumento è diventato un luogo sacro e meta di pellegrinaggio, con 20.000 visitatori attratti dal mistero della fonte curativa di Folgoët. Dal 2020, l’artista NUSH si è ispirata alla leggenda locale per creare “L’Albero Cavo”, un’opera installata dietro la Basilica che ne racconta la storia.

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Pecore nere di Ouessant ©Shutterstock/Karkhut

Con un po’ di fortuna, nei dintorni della Basilica potreste vedere le pecore nere di Ouessant o le capre di fossé, una delle razze ovine più piccole al mondo.

La Côte des Légendes (Costa delle Leggende) è un concentrato di natura selvaggia. Le sue scogliere nere, le onde imprevedibili e il profumo dell’aria salmastra nascondono una natura tanto bella quanto misteriosa. Anche se non è molto lunga, solo una quindicina di chilometri, la Côte des Légendes (Costa delle Leggende) offre un tesoro inaspettato, costellato da tre gioielli naturali, tutti classificati Natura 2000.

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Fauna e flora della Bretagna ©Shutterstock/Ekaterina Pokrovsky

Dalla palude del Curnic a Guissény, dove i canneti danzano con il vento, le dune nascondono orchidee rare (undici specie in tutto), libellule dalle ali di vetro e cicogne in silenzioso riposo… Attraversando le Landes de Langazel, custodi di 11.500 anni di storia, tra prati, stagni, insetti discreti e piante carnivore selvatiche sussurrano ancora le antiche storie della vita… Fino alla Baia di Goulven, un grande anfiteatro di schiuma e cielo, rifugio per oltre 20.000 uccelli e 163 specie diverse, oggi protetto come sito RAMSAR.

Una passeggiata breve, ma un viaggio profondo attraverso il tempo, la vita e la memoria intatta della natura. Per chi ama lo sport, sarà ancora più bello scoprire il GR34 e i suoi 2000 km di costa bretone, che svelano autentiche meraviglie come la piccola città di Meneham e il leggendario faro di Pontusval.

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Scopri les Côtes des Légendes lungo il GR34, in Bretagna ©Shutterstock/gdela

Meneham ha attraversato i secoli, trasformandosi nel tempo: un tempo posto di guardia sul mare, poi caserma, borgo di contadini-pescatori e infine villaggio di artigiani… Oggi è un gioiello vivente del patrimonio bretone. Tra Roscoff e gli Abers, scoprirai una serie di casette accoccolate contro le rocce, in un paesaggio scolpito dal granito e dal tempo, dove le spiagge si mescolano ai blocchi di pietra scura come resti di un altro mondo. Il suo nome, che deriva da “Menez” e “Ham”, che significa “il borgo sul monte”, evoca già l’equilibrio tra cielo e terra.

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Côte des Légendes, Bretagna ©Shutterstock / BreizhPixelWeb

Classificato come monumento storico dal 1975, il sito celebra oggi, come Teritoria, 50 anni di riconoscimento. Qui comincia il paese di Pagan, terra di leggende, ombre e racconti antichi. Si narra che i grandi scogli siano in realtà creature pietrificate da un incantesimo. La leggenda più famosa è quella dei Paganiz e dei loro fantomatici pirati che attiravano le navi verso la costa per saccheggiare i relitti sotto la luna nera. Oggi Meneham si è trasformato in un rifugio creativo: un borgo di artigiani dove si riscoprono le arti del cuoio, del legno, della ceramica e persino della fotografia. Ogni laboratorio è una porta aperta su un gesto, una memoria, una mano che modella l’istante.

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Borgo di Meneham ©Shutterstock/jorge pereira

A pochi chilometri dal borgo di Meneham si trova il faro di Pontusval, alto 18 metri, e che da 150 anni si erge sulle rocce di Plounéor-Brignognan-Plages. Questa casa-faro è stata usata come bunker durante la Grande Guerra e oggi fa parte dei quattordici fari del Finistère classificati come monumenti storici, anche se automatizzati dal 2003.

In bretone, faro si dice “tour-tan”, cioè “torre di fuoco”, un nome ancora più evocativo se si pensa alle leggende legate al faro di Pontusval. Si racconta che , tanto tempo fa, un drago vivesse nella valle e divorasse tre innocenti ogni domenica. Un giorno, quando la creatura minacciò il figlio del signore del luogo, il padre, disperato, si gettò dalla scogliera. Ma fu salvato all’ultimo istante dai cavalieri di Pontusval, che decisero di affrontare il drago, dopo una dura lotta, la spinsero fino al mare, dove venne inghiottita dalle onde. Il nome della città deriva proprio da qui: dal bretone “Poul beuz an aneval”, cioè “voragine dove fu annegata la bestia”.

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Faro di Pontusval ©Shutterstock/Naeblys

In omaggio a questa leggenda, “l’Uovo del Drago” è un’installazione artistica realizzata dal collettivo Les Nouveaux Voisins nell’ambito del Ribin’ de l’Imaginaire. Questa struttura in legno bruciato dalla forma ovale e misteriosa, si lascia scoprire tra le rocce e le acque cristalline della costa.

Scoprite questo sentiero unico, dove ogni pietra, ogni onda e ogni soffio di vento raccontano una storia. Che siate sognatori, esploratori o semplicemente curiosi, la vostra leggenda comincia qui. Se l’incantevole Côte des Légendes (Costa delle Leggende) vi ha affascinato, lasciatevi sorprendere anche da altri hotel e i ristoranti bretoni Teritoria e pianificate il vostro soggiorno. Visitate la nostra boutique online per regalare un po’ di magia bretone. Oppure iscrivetevi gratuitamente alla newsletter Teritoria per ricevere le novità sul territorio e scoprire altri soggiorni straordinari.

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

Residenze private: quattro indirizzi da sogno

Di Nadia Hamam 

Quattro indirizzi in Costiera Amalfitana dove l’estate si fa eterna.

Di giorno, si respira un’atmosfera rilassata, protetta dal sole. Di sera, l’aria si riempie del profumo fresco degli agrumi. Casa Mariantonia invita a vivere un’esperienza culinaria unica, nel cuore dell’autentica Anacapri. Sotto la sua terrazza di limoni, il ristorante La Zagara intreccia i profumi del frutteto con una cucina tutta mediterranea.

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Taglioni maison con tartare di tonno al limone e bottarga, parfait gelato al limone e cioccolato bianco… Gli agrumi di Capri sono ovunque, dall’antipasto al dessert, e i piatti solari raccontano le loro note acidule. Il pasto si chiude con un bicchiere di limoncello che, secondo la leggenda, sarebbe stato inventato proprio qui dalla bisnonna Mariantonia, la stessa che trasformò una residenza del XIX° secolo nell’attuale boutique hotel con nove camere e suite riservate.

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CI PIACE il wine bar per l’aperitivo.

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La Zagara – Casa Mariantonia

Via G. Orlandi, 180, 80071 Anacapri (NA)

TEL: +39 081 837 2923

Vicino a Sorrento, l’antica villa romana, trasformata per un periodo in convento, era l’indirizzo preferito dei giovani aristocratici inglesi durante il loro “Grand Tour” in Europa.

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Completamente rinnovato, è tornato a essere quello straordinario balcone sul mare che regala ai suoi ospiti paesaggi mozzafiato. Le sue 44 camere sono luminose ed eleganti. Al ristorante L’Accanto o a L’A Bar, dove l’aperitivo è servito in stile tradizionale-chic, l’esperienza si estende naturalmente fino alla piscina a sfioro, per momenti sospesi tra cielo e mare. Un’ospitalità tutta all’italiana! 

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DA VEDERE: i bagni Stabiani di Castellammare di Stabia, l’angolo di paradiso nascosto di Massa Lubrense, Positano, Sorrento, Ravello, Amalfi, le belle spiagge di Maiori e Minori e, ovviamente, Pompei, che dista una ventina di chilometri.

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Grand Hotel Angiolieri

Via Santa Maria Vecchia, 2, 80066 Seiano (NA)

TEL : +39 081 802 9161

Questa magnifica dimora in stile Liberty affonda le sue radici in una lunga storia di famiglia iniziata nel XX° secolo. Oggi è Valerio Paone, il direttore, ad accogliere gli ospiti in un hotel-ristorante che ogni anno si posiziona ai vertici delle classifiche europee e mondiali per la qualità del servizio.

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Check-in su misura, vista mozzafiato sul mare e mille piccole attenzioni dell’accoglienza fanno di questo hotel una destinazione perfetta per compleanni e lune di miele. Le dodici camere? Spaziose e arredate con gusto. Il menù? Preparato esclusivamente con prodotti biologici e locali. I servizi non mancano: gita in gozzo, escursioni in barca, navetta elettrica per passeggiare sul porto o in città.

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CI PIACE la nuova piscina all’aperto, moderna, all’ozono, che si fonde perfettamente con l’architettura del luogo.

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Luxury Villa Excelsior Parco

Via Marina Grande, 179, 80073 Capri (NA)

TEL: +39 081 837 9671

Aperol Spritz, barche a vela, giardini da sogno. Il fascino della Costiera Amalfitana è davvero travolgente da questo hotel d’eccezione sulla scogliera. L’amore per il cielo e il mare si intreccia nell’armoniosa sovrapposizione delle terrazze.

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Un altro gioiello, completamente blu, spicca in questo fantastico scenario naturale: la grande piscina all’aperto, vi consente di prolungare il vostro momento di relax con un trattamento alla spa. Vi innamorete della Serra o di Remesse, delle due table remarquables gestite con grande cura dallo chef Luigi Tramontano, premiato con una stella Michelin. Avrete anche la fortuna di poter approfittare di una spiaggia privata, raggiungibile con la funicolare. Un’oasi di pace e bellezza nel cuore di Positano.

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CI PIACE il servizio navetta che porta i clienti in centro in cinque minuti netti.

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Hotel Le Agavi

Via G. Marconi, 84017 Positano (SA)
TEL: + 39 089 875 733

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Piscina dell’hotel Luxury Villa Excelsior Parco, Capri

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City Break a Biarritz, una tappa ricca di ossigeno

Di Nadia Hamam

Victor Hugo, Catherine Deneuve, Coco Chanel, Luis Mariano… molte celebrità hanno scelto questo luogo per lo sfarzo, la tranquillità e il divertimento che offre. Da quando l’imperatrice Eugenia ha avuto la brillante idea di trasformare questo borgo di pescatori in una rinomata località balneare, Biarritz ha saputo valorizzare il suo patrimonio naturale, offrendo un ricco ventaglio di paesaggi pittoreschi e uno stile di vita dinamico. 

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© unsplash / mathilde langevin

Sei chilometri di litorale, sei spiagge. I panorami spettacolari di Biarritz non lasciano di certo a desiderare! Salendo i 248 gradini del faro costruito nel 1834, si gode di una vista a 360° sulla costa. A nord, la grande spiaggia di Anglet e le Landes, e a sud il monte Jaizkibel. Sul lato Atlantico, gli scogli modellati dal moto ondoso sembrano custodire un’anima… e hanno tutti un nome: la Roche ronde, di fronte alla spiaggia del Miramar, il Rocher du Basta (letteralmente scoglio del Basta) che separa la Grande Plage (letteralmente Grande Spiaggia) dal porto dei pescatori, la Roccia del Cachaou (noto come il Dente), sovrastato dalla Villa Belza (“nera” in basco), si erge come sentinella della costa basca. Senza dimenticare l’imponente Scoglio della Vergine, sovrastrata dalla statua omonima dal 1865 e una passerella metallica che la collega alla terraferma, sospesa sopra le onde.

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© unsplash / farbod papoli

Per cogliere il profumo di mare della città, basta fare una passeggiata dalla Pointe Saint-Martin alla Costa dei Baschi, dove, 60 anni fa, è nata la storia del surf in Europa. I surfisti apprezzano le acque cristalline, premiate con la Bandiera Blu, e le condizioni ideali del mare basco. L’oceano qui è come la vita: un’iniziazione.

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© unsplash / ilona bellotto
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© unsplash / dat vo

Ma la stazione balneare non è solo mare. Verso l’entroterra, vale la pena percorrere il Chemin des Lacs (letteralmente Sentiero dei Laghi) lungo uno dei suoi tre itinerari che collegano il lago Marion, vicino al centro città, al lago Mouriscot. Quest’ultimo è un’area naturale protetta, in parte classificata “Natura 2000”, dove, lungo le sponde si trovano oltre 250 specie di piante, una ricca flora acquatica e una grande varietà forestale con 36 specie di alberi.

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Lago Mouriscot © jpeg studios

Un pedigree architettonico Biarritz è prima di tutto fascino indescrivibile e un incredibile intreccio di stili architettonici, dal neo-basco all’anglo-normanno, fino allo sfarzo della Belle Époque. Per cogliere la ricchezza di questo patrimonio, bisogna passeggiare tra i quartieri di Saint-Charles, costruito intorno alle terme saline della città, e Bibi-Beaurivage, con il suo labirinto di stradine dove si susseguono antiche casette di pescatori che conquistano con il loro fascino popolare. Anche altri quartieri meno conosciuti meritano di essere visitati come Saint-Martin, Parc d’Hiver o La Négresse.

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© unsplash / pauline bernard
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© unsplash / pauline bernard

Una chiesa ortodossa accanto a una cappella imperiale, un edificio medievale che fa da contrappunto al Casinò Municipale in stile Art Déco… ogni angolo racconta un pezzo della storia di Biarritz. Le tante ville, dove l’Art Nouveau si mescola con l’Art Déco, si fondono perfettamente con un urbanismo contemporaneo, firmato da nomi importanti dell’architettura come Jean-Michel Wilmotte, Pierre Bideau (l’arte della luce della Torre Eiffel ha illuminato anche la costa di Biarritz) o l’americano Steven Holl, che ha progettato la Cité de l’Océan. L’arte si esprime anche nelle strade: sculture, affreschi e creazioni artistiche di vario genere danno voce alle piazze e ai parchi. Momento clou di questa effervescenza culturale, è il Festival delle arti di strada che ogni primavera trasforma la città in una galleria a cielo aperto.

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Casinò Caurelia © mathieu

Come nel surf, le giornate a Biarritz si vivono d’istinto, a seconda del tempo. L’altro sport locale? La gola, da praticare soprattutto alle Halles, il cuore pulsante della città. Inaugurate nel 1885 e completamente rinnovate nel 2015, sono aperte tutte le mattine. A seconda dell’ora, si parla di rugby, surf e delle ultime novità davanti a un caffè. Non mancano ovviamente le ostriche di Chez Jérôme o dell’Écaillerie, accompagnate da un bicchiere di vino bianco, e si incrociano inevitabilmente alcuni chef stellati della regione presso i loro piccoli produttori di fiducia.

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© unsplash / Jerome Sainte Rose

Non puoi andartene dal Porto dei Pescatori senza aver provato il pesce alla griglia in una delle “crampottes”, casette tradizionali di pescatori, gestite direttamente da loro. Drogherie (come Mikelena), formaggiai, fruttivendoli, pasticceri (i macarons della maison Adam), gastronomie… gli indirizzi migliori si susseguono fino ai Docks de Biarritz, un ex quartiere industriale trasformato in hotspot gourmet.

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Crampottes del porto dei pescatori © jpeg studios

In cerca di un’ottima idea? Prepara un bel picnic, con i salumi di Sébastien Zozaya, premiato come Miglior Artigiano di Francia nel 2018, e una bottiglia di vino Egiategia vinificato… a 15 metri di profondità. Poi rilassati sulla spiaggia del Miramar, davanti a un mare a tratti calmo, a tratti impetuoso. La brezza marina e la freschezza dell’Atlantico fanno il loro effetto. Lasciati andare, aspettando l’ora dell’aperitivo (da fare nei dintorni delle Halles, per l’atmosfera). Inutile pianificare. Le voglie vanno e vengono come le onde. Basta assecondarle.

MAGGIORI INFORMAZIONI SU TOURISME.BIARRITZ.FR

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© unsplash / andri klopfenstein

I nostri indirizzi nelle vicinanze:

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Piscina della Réserve

La Réserve

Da questo magnifico hotel situato sul bordo di una scogliera, avrai un colpo di fulmine per una delle più belle viste locali sull’oceano. Al ristorante Ilura  ti aspetta una terrazza panoramica dove sederti e misurarti con la cucina del territorio. I punti di forza: piscina, golf e spiaggia a due passi.

SAINTE-BARBE

1, RUE GAËTAN-DE-BERNOVILLE

64500 SAINT-JEAN-DE-LUZ

TEL : 05 59 51 32 00

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Hôtel Ithurria

Ti senti basco non appena varchi la soglia di questa maison labourdine del XVII° secolo, che serviva come tappa per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela. Orto, cucina raffinata, sia nel ristorante gastronomico (una stella Michelin e 3 toque Gault&Millau) che nel bistrot, piscina all’aperto, sauna, centro fitness. Tutto questo contribuisce a completare il fascino della famiglia Ithurria, che ha un ruolo decisivo sul successo di questo indirizzo d’eccezione.

218, KARRIKA NAGUSIA

64250 AINHOA

TEL : 05 59 29 92 11

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Piscina dell’Hôtel Ithurria

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