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I nostri indirizzi lungo il Tour de France

Il Tour de France torna anche quest’anno ad attraversare alcune delle regioni più belle di Francia. A ogni tappa, migliaia di appassionati si riuniscono per vivere l’atmosfera unica della Grande Boucle. Per accompagnare questo momento sportivo e festoso, Teritoria ha selezionato per voi una serie di hotel e ristoranti della nostra commmunity situati nei pressi delle città tappa. In questo articolo troverete gli indirizzi ideali per fare una sosta di gusto, riposo e scoperta lungo tutto il percorso.

Quest’anno il Tour de France resta entro i confini francesi. La Grande Boucle prende il via da Lille il 5 luglio e riparte da Dunkerque il 7 luglio.

La Laiterie, a Lambersart, vicino a Lille

All’incrocio tra Avenue de l’Hippodrome e Avenue du Colysée, La Laiterie propone un viaggio culinario in nove tappe: un’esperienza gourmet perfetta per aspettare il passaggio dei ciclisti a Lambersart nel pomeriggio.

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la laiterie – gennaio 2022 – © marco strullu
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chef edouard chouteau © marco strullu

A nord di Lille, in un quartiere verdeggiante, il ristorante è un’istituzione dal 1903. In loco, sarete immersi in un’atmosfera accogliente e raffinata, e potrete scoprire piatti gastronomici che esaltano la stagionalità dei sapori, del talentuoso chef Edouard Chouteau.

L’Odas – Ristorante, a Rouen

Dopo l’adrenalina del passaggio del Tour de France a Rouen, l’8 luglio, concedetevi una pausa gourmet da L’Odas.

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L’Odas – Ristorante, a Rouen

Ai piedi della Cattedrale di Rouen, in un’atmosfera intima e accogliente, questo indirizzo vi propone un’esperienza culinaria alla cieca firmata dagli chef Olivier Da Silva e Suzanne Waymel. Questo ristorante stellato è la tappa ideale per scoperte culinarie sorprendenti.

Château de Sully, a Bayeux

Il Tour de France fa tappa a Bayeux il 10 luglio. Per vivere l’evento senza rinunciare al comfort, vi aspetta il Château de Sully — Hôtel-Restaurant, un’elegante residenza del XVIII° secolo classificata quattro stelle. Con le sue 23 camere distribuite tra il castello e la villa, questo indirizzo unisce alla perfezione il ritmo del Tour con il piacere del relax, tra arredi raffinati e atmosfera normanna.

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Le Château de Sully, a Bayeux

In cucina, lo chef Victor Vrignaud reinterpreta la tradizione locale con un tocco moderno, valorizzando i prodotti del mare provenienti dalla costa, a pochi minuti da qui. Un indirizzo che racconta una cucina responsabile, stagionale e creativa.

Château de Bellefontaine, a Bayeux

Per rilassarvi dopo il passaggio dei ciclisti a Bayeux, il Château de Bellefontaine è un indirizzo senza tempo. Questo autentico castello del XVIII° secolo, circondato da fossati e da un maestoso laghetto per i cigni, offre un soggiorno immerso nella natura. Le sue venti camere, affacciate sulla campagna normanna, uniscono con equilibrio classicismo e modernità.

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Château Bellefontaine, a Bayeux

Qui tutto celebra la natura, anche il menù del ristorante. I piatti, sottili e raffinati, seguono il ritmo delle stagioni e raccontano una cucina ispirata e piena di gusto. Per vivere appieno l’essenza del luogo, il castello mette a disposizione biciclette con cui raggiungere le spiagge della Normandia, il campo da golf o il maneggio poco distante.

Hôtel Le Lion d’Or, a Bayeux

Gli appassionati del Tour de France conoscono bene il celebre peluche del leone consegnato al vincitore della maglia gialla. In attesa dell’arrivo della Grande Boucle, scoprite Le Lion d’Or, un hotel-ristorante quattro stelle tra mare e campagna. In un’atmosfera calda e contemporanea, Aline e Alexandre Matyja accolgono gli ospiti con attenzione e cura. Le 34 camere e suite offrono ogni comfort, mentre lo chef Thomas Busnoult propone una cucina fusion creativa al ristorante La Table du Lion.

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La Table du Lion, al Lion d’Or, a Bayeux

Seguendo il percorso dei ciclisti si arriva sulle coste bretoni, dove paesaggi e atmosfere svelano tutto il loro fascino. L’11 luglio, il Tour de France collega Saint-Malo a Guerlédan: avete già scelto da dove seguire la tappa?

Le Château Colombier — Hôtel-Restaurant

A soli 5 minuti dalle spiagge di Saint-Malo, Le Château Colombier- Hôtel-Restaurant conquista subito con la sua facciata rosa e sei ettari di parco in fiore. Questa malouinière del XVIII° secolo unisce con equilibrio eleganza d’epoca e comfort contemporaneo. Le 15 camere, intime e raffinate, riflettono la stessa armonia che si ritrova nella cucina: un incontro riuscito tra sapori asiatici e prodotti locali.

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Le Château Colombier — Hôtel-Restaurant, a Saint-Malo

Oltre alle passeggiate sul lungolago o lungo la spiaggia, nei dintorni si trovano anche un centro termale, un maneggio e un campo da golf. Sokha e Nicolas Le Bouvier coltivano con discrezione l’atmosfera rilassata del luogo, ideale per staccare davvero.

Py-r Restaurant, a Tolosa

Il 15 luglio, le squadre del Tour de France si fermano a Tolosa per la giornata di riposo: approfittatene anche voi per scoprire i nostri indirizzi gourmet nella “Ville Rose”. A pochi passi dal Pont-Neuf, lo chef Pierre Lambinon propone un percorso creativo fatto di assaggi sorprendenti, in un’atmosfera vivace e luminosa. Al Py-r Restaurant, le erbe dell’orto, il pesce e i frutti di mare locali e di stagione sono i protagonisti di una cucina raffinata quanto l’eleganza essenziale della sala.

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tavoli sotto le volte del py-r restaurant, a tolosa
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pierre lambinon chef del py-r restaurant, a tolosa

Le due stelle Michelin e i due cappelli Gault et Millau lo confermano: è un indirizzo imperdibile per un’esperienza unica!

Hôtel du Château & SPA, a Carcassonne

Seguire il Tour de France è anche un modo per riscoprire i grandi monumenti francesi. Tra questi, Carcassonne spicca con la sua straordinaria città medievale, cuore dell’Occitania. Per immergervi in questo scenario unico, l’Hôtel du Château & Spa è un rifugio ideale: un quattro stelle elegante ai piedi delle mura, con vista diretta sulla città fortificata, patrimonio UNESCO. Le sue camere, raffinate e accoglienti, offrono un soggiorno all’insegna del comfort e della storia.

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Hotel du Château & SPA, ai piedi della città di Carcassonne

Questo hotel esclusivo offre l’accesso a una SPA ideale per ritrovare energia e benessere dopo una giornata intensa. Tra massaggi rilassanti, trattamenti su misura e ambienti curati, concedetevi una vera pausa rigenerante.

Prima di affrontare le salite del Mont Ventoux, i ciclisti del Tour de France si concedono una giornata di riposo nella luminosa Montpellier. Perché non fare lo stesso con una pausa benessere all’Hotel La Plage, a La Grande Motte? Affacciato sulla costa mediterranea, questa struttura dallo stile essenziale ed elegante si trova a pochi passi dalla sabbia. Le 46 camere e suite, tutte con vista sul mare, offrono comfort e tranquillità. La SPA, i trattamenti estetici, i massaggi e la piscina esterna riscaldata completano un soggiorno all’insegna del relax.

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Al primo piano dell’hotel, per i buongustai il ristorante panoramico L’Essentiel propone una cucina bistronomica che valorizza i prodotti locali e di stagione, firmata dallo chef Mathieu Blanc. Un indirizzo da scoprire per chi ama i sapori autentici in un contesto vista mare.

Il Tour de France sta per finire! Il raduno sugli Champs-Élysées è uno degli eventi sportivi più importanti in Francia. Non c’è niente di meglio di un ristorante gourmet per festeggiare la fine del Grande Boucle.

L’Atelier de Joël Robuchon Étoile, a Parigi

Sull’Avenue des Champs-Élysées, di fronte all’Arco di Trionfo, L’Atelier de Joël Robuchon Étoile porta avanti la tradizione del grande chef. Situato nel seminterrato dello storico Drugstore, propone un’esperienza originale: servire i pasti al banco. Un modo per osservare da vicino il lavoro dello chef Eric Bouchenoire, premiato con una stella Michelin e due toques Gault & Millau. Il suo menù valorizza prodotti locali e di stagione, con una cucina precisa, elegante e ispirata.

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eric bouchenoire, capo chef dell’atelier joël robuchon stellato
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l’atelier joël robuchon étoile, parigi champs-elysées

Per vivere al meglio l’arrivo dei ciclisti sugli Champs-Élysées, scoprite le altre strutture selezionate da Teritoria. Iscrivetevi alla newsletter per restare aggiornati su novità e suggerimenti di viaggio. E non dimenticate il nostro programma fedeltà: gratuito e immediato, vi offre subito il 3% di sconto in oltre 400 hotel e ristoranti Teritoria in Europa, per un anno intero.

Di Émilie FALLOT NGUYEN

Aisne: uno stile di vita nell’Alta Francia

Foto di copertina: Panorama sulla baia di Somme © Shutterstock /corlaffra

Spesso messa in ombra dai suoi vicini più noti, come il Passo di Calais, l’Aisne resta una terra tutta da scoprire. Situato a sud dell’Alta Francia, questo dipartimento unisce un’atmosfera distesa, un ricco patrimonio storico e paesaggi dal fascino bucolico. Niente turismo di massa, niente facciate caricate ad arte: qui la Francia si mostra autentica, sincera, capace di prendersi il tempo, e di invitarvi a fare lo stesso.

Lontano dalle grandi arterie, l’Aisne rivela le sue vallate ondulate, i boschetti e i borghi sparsi come perle su un tappeto verde. Samoussy, Vervins, Septmonts, Rozoy-sur-Serre: ognuno con la sua atmosfera, spesso segnata da un campanile, una piazza o un piccolo bistrot. La campagna dell’Aisne vive al ritmo delle stagioni, dei mercati e delle feste di paese. Qui si coltiva ancora uno stile di vita semplice e accogliente, fatta di vicinanza, convivialità e sapori autentici.

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Chiesa di Sant’Andrea, nel villaggio di Septmonts, nell’Aisne © Shutterstock / Alexandra.ROSA

Concedetevi un momento per fare due chiacchiere con un orticoltore al mercato, assaggiate un succo di mela spremuto il giorno prima o portate a casa del pane fatto con lievito naturale: piccoli gesti che riportano all’essenziale. Il consiglio di Teritoria: rallentate, assaporate, osservate. L’Aisne non si attraversa: si vive.

Non tutti lo sanno, ma circa il 10% dello champagne prodotto ogni anno in Francia proviene dall’Aisne. A sud del dipartimento, intorno a Trélou-sur-Marne, i vigneti si distendono dolcemente sulle colline della valle della Marna. Dimore di famiglia come Mme Fleury-Gille o Météyer Père & Fils custodiscono e tramandano, spesso da generazioni, un savoir-faire preciso e appassionato.

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Cosa c’è di meglio per un soggiorno più autentico che conoscere i viticoltori appassionati © Shutterstock /Lux Blue

Lo Champagne dell’Aisne si distingue per il suo equilibrio. Le cuvée meno conosciute sono spesso più espressive, frutto di un lavoro attento sul terreno e di una vinificazione artigianale. Visitare una cantina in questa zona significa entrare in un mondo fatto di clima, pazienza e raccolta manuale.

Tra le eccellenze del territorio dell’Aisne c’è anche il Maroilles. Nella regione boscosa della Thiérache, alla fattoria Fontaine Orion, Aurélie Halleux-Labroche apre le porte delle sue cantine a volta. Qui il formaggio matura lentamente, in un ambiente umido e stabile, sotto lo sguardo attento della casara.

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Scoprite il savoir-faire del Maroilles nell’Aisne © Shutterstock /pagina frederique

Il Maroilles non è solo un formaggio dal gusto deciso: è l’espressione di un territorio, nato dai pascoli umidi, dal latte delle mucche locali e da gesti tramandati nel tempo. Da gustare con pane rustico e una birra artigianale della zona.

A Saint-Quentin, le paludi dell’Isle sono un angolo di natura inaspettato nel cuore della città. Si possono esplorare a bordo delle bacôves, tradizionali barche a fondo piatto, scivolando tra canneti, anatre e ninfee. Un modo lento e suggestivo per scoprire questa zona umida protetta.

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Basilica di Saint-Quentin, nell’Aisne © Shutterstock / olrat

Saint-Quentin sorprende per la sua vitalità: facciate Art Déco, mercato coperto, basilica imponente e fiori che colorano ogni angolo. Un’immagine lontana dagli stereotipi legati al passato industriale del nord.

Anche senza affaccio sul mare, l’Aisne è un ottimo punto di partenza per esplorare le meraviglie naturali dell’Alta Francia. A meno di due ore in auto, la baia della Somme offre un ecosistema unico in Europa. Un’escursione in mare per avvistare le foche è un’esperienza che unisce scoperta e divertimento, nel pieno rispetto della fauna e delle distanze.

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scogliere della baia di somme © shutterstock /wilfried photo
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foche selvatiche nella baia di somme © shutterstock /bensliman hassan

A nord, le scogliere di Cap Blanc-Nez, vicino a Escalles, regalano una vista mozzafiato sul Canale della Manica e, nelle giornate limpide, persino sulle coste inglesi. Per chi preferisce il turismo lento, i parchi naturali regionali e le coste della baia di Somme sono raggiungibili in bicicletta dall’Aisne. Itinerari cicloturistici, sentieri nei boschi e piste ben attrezzate invitano a scoprire il territorio con calma, tra soste gastronomiche e borghi carichi di storia. Un modo diverso per attraversare un patrimonio naturale e architettonico sorprendente.

Antica capitale del regno carolingio e capoluogo dell’Aisne, Laon è una città arroccata che merita ben più di una semplice visita. Con otto chilometri di mura, vicoli acciottolati e una maestosa cattedrale gotica, offre un’immersione autentica nel medioevo. Oltre ottanta monumenti sono classificati o protetti: un record per una città di queste dimensioni.

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laon © shutterstock / kiev.victor
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laon © shutterstock /kiev.victor

L’Aisne è anche terra di pietra e memoria. L’abbazia di Saint-Michel, il castello di Coucy e le fortezze della Thiérache evocano secoli di conflitti, invasioni e resistenza. Un patrimonio segnato dalla storia, come le chiese fortificate di questa regione: costruite tra il XVI° e il XVII° secolo, uniscono spiritualità e difesa. Uniche in Francia, servivano anche da rifugio per la popolazione durante gli attacchi.

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Arti monastiche a Laon © Shutterstock /EBASCOL

La loro architettura massiccia, con torri di guardia e feritoie, impressiona subito. Ma ciò che le rende davvero uniche è la presenza di decorazioni scolpite ovunque sulle facciate.

A Villers-Cotterêts, il castello di Francesco I rinasce come Città internazionale della lingua francese. Un luogo dedicato alla lingua, ai suoi autori e alla sua ricchezza contemporanea. Installazioni audiovisive, mostre interattive e opere originali ne fanno una tappa culturale imperdibile.

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Château de Villers-Cotterêts © Shutterstock /Vernerie Yann

Per concludere in bellezza, appena oltre l’Aisne ma in piena armonia con il viaggio: Saint-Valery-sur-Somme, cittadina medievale affacciata sulla baia.. strade acciottolate, case a graticcio, una luce che cambia ogni ora… Un’atmosfera da romanzo, ideale per concludere tra storia, paesaggio e buon stile di vita.

Volete prolungare l’esperienza? Iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere ogni mese nuove ispirazioni per una fuga in Francia e in Italia. Scoprite anche il nostro programma fedeltà, i nostri cofanetti e carte regalo per offrire un pezzo dell’Aisne o di altri luoghi a uno dei tuoi cari.

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

Saint-Valéry-sur-Somme: un territorio da scoprire

Foto di copertina: Rue des moulins a Saint-Valéry-sur-Somme ©Shutterstock/Ralf Gosch

Adagiata sulle rive della Baia della Somme, Saint-Valery-sur-Somme invita a rallentare. Con i suoi vicoli acciottolati, le case colorate e i panorami mozzafiato sull’estuario, questa cittadina medievale fa parte dei Plus Beaux Détours de France (letteralmente le più belle deviazioni di viaggio di Francia): quei tesori nascosti, lontani dalle grandi direttrici, dove il patrimonio ritrova tutto il suo significato.

È impossibile visitare la città senza lasciarsi affascinare dai suoi paesaggi spettacolari, dalla sua storia vibrante e dai sapori della tradizione locale. Qui, le tradizioni marittime si intrecciano con un’architettura ben conservata e una cucinaradicata nel territorio della Piccardia. Ecco cosa non perdere a Saint-Valery-sur-Somme.

Il quartiere di Courtgain e il Calvario dei marinai

Antico quartiere di pescatori, il Courtgain affascina con i suoi vicoli stretti e le facciate fiorite. Le case basse, dipinte con colori vivaci, ricordano il periodo in cui si pescava il gamberetto grigio, soprannominato qui “la sauterelle” (la cavalletta).

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Quartiere dei pescatori, a Saint-Valéry-sur-Somme © Shutterstock/Veronique Stone

Salite fino al Calvario dei marinai: questo promontorio ricco di storia offre una vista mozzafiato sulla baia. È qui che, un tempo, le famiglie scrutavano l’orizzonte in attesa del ritorno dei marinai.

Le banchine e le ville Belle Époque

Passeggia lungo i moli alberati, così chiamati in onore di celebri navigatori. Su questi affacciano maestose ville del XIX° secolo, testimonianza del periodo d’oro di armatori e capitani.

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Il porto turistico di Saint-Valéry-sur-Somme © Shutterstock/ Veronique Stone

Verso il fondo, la spiaggia si estende davanti a una serie di ville della Belle Époque, che ricordano lo sfarzo delle prime località balneari.

La città medievale

Entrate nella città vecchia dalla Porte de Nevers e seguite i ciottoli fino alla chiesa di Saint-Martin, dove si fondono elementi romanici e gotici. Risalendo la via del Beffroi, fiancheggiata da case a graticcio, si raggiungono le Tours Guillaume: imponenti vestigia dell’XI secolo legate alla figura di Guglielmo il Conquistatore.

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chiesa di saint-valéry-sur-somme © shutterstock/ lacroix christine
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la chiesa di saint-valéry-sur-somme, vista dall’interno © shutterstock/ lacroix christine

Fondata nel VII° secolo, l’abbazia benedettina è sopravvissuta nei secoli, nonostante le devastazioni. Oggi, il quartiere conserva anche affascinanti residenze rurali in paglia e mattoni, memoria di un passato agricolo vivace, celebrato ancora oggi durante le feste di Saint-Fiacre.

La cappella dei marinai

Arroccata sulle alture, questa cappella neogotica domina la baia. Costruita in onore di San Valerio, monaco evangelizzatore, veglia sulla città dal suo campanile sormontato da un gabbiano in metallo, divenuto simbolo locale. L’interno, ricco di ex voto e vetrate ispirate al mare, racconta il profondo legame tra fede e mondo marinaro.

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Cappella dei marinai © Shutterstock/Veronique Stone

Da qui, la vista sul Cap Hornu è straordinaria. Si racconta che questa cappella fosse particolarmente cara alle mogli dei marinai, che da qui attendevano il loro ritorno…

Scoprire Saint-Valery-sur-Somme significa anche esplorare un’arte culinaria unica, fatta di mare, di terra e di tradizione. Prendetevi il tempo per assaporare queste specialità locali: semplici all’apparenza, ma sorprendentemente ricche di gusto.

I tesori culinari del mare

Lungo la baia, il gamberetto grigio, detto “sauterelle” dai locali, è una vera istituzione. Si pesca a piedi, seguendo il ritmo delle maree, e si gusta freschissimo, per assaporarne tutta l’intensità marina. Accanto a lui, le piante spontanee delle saline regalano sapori rari e autentici. La salicornia, croccante e leggermente salata, accompagna perfettamente pesce e insalate. L’aster marittimo, conosciuto anche come “orecchio di maiale”, sorprende per la consistenza morbida e l’aroma vegetale delicato.

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Peschereccio di traino al largo di Saint-Valéry-sur-Somme © Shutterstock/Murielle Greselin

Attenzione però: questi tesori naturali non si raccolgono liberamente. La loro raccolta è rigidamente regolamentata per proteggere il delicato ecosistema della baia della Somme. Il modo migliore per gustarli resta quello di assaporarli alla tavola di uno chef locale o a casa di un pescatore professionista.

Il territorio della Piccardia

Ma la baia non vive solo di mare. È radicata nella generosità della terra piccarda, con piatti familiari, ricchi di gusto e di memoria. Il bistou, o bigalan, torta rustica a base di patate, cipolle e pancetta, scalda il cuore come le serate invernali davanti al camino. Più raffinata, la ficelle picarde, una crêpe gratinata con prosciutto e funghi, incarna il savoir-faire culinario della regione.

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Ficelle picarde © Shutterstock/page frederique

E per finire in bellezza, è impossibile resistere al gâteau battu: una brioche dorata, dalla mollica soffice e dal gusto burroso inconfondibile, perfetta sia a colazione che a merenda. Qui, la gastronomia non è solo un piacere: è un modo per entrare in contatto con il territorio, per comprenderne i ritmi, i gesti, le tradizioni. A Saint-Valery-sur-Somme non ci si limita a guardare la baia: la si assapora.

È un’immersione in un patrimonio vivo, tra mare e campagna, tra tradizioni popolari e eredità religiosa. Prendetevi il tempo per passeggiare, chiacchierare con la comunità del luogo e godervi ogni istante in questo gioiello della Baia di Somme. Passeggiando, lasciatevi sorprendere dalle strutture Teritoria e trasformate ogni sosta in un’esperienza da vivere grazie al nostro programma fedeltà. I ricordi si condividono: lasciatevi ispirare dalla nostra newsletter, oppure regalate emozioni con le nostre carte e cofanetti.

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

La Strada dei Beffroi

Scoprite la Strada dei Beffroi dell’Alta Francia: Dunkerque, Lille, Douai, Cambrai, Arras, Béthune… Queste torri civiche, iscritte nel patrimonio dell’UNESCO, custodiscono l’identità delle città del Nord e la storia di una libertà comunale gelosamente protetta.

Foto di copertina: Villaggio di Septmonts, Aisne, Alta Francia © Shutterstock / Alexandra.ROSA

La regione dell‘Alta Francia vanta una notevole collezione di beffroi, raggruppate sotto il nome di “Beffroi del Belgio e della Francia”. Nate dal potere comunale medievale, queste torri scandivano l’ora, davano l’allarme, custodivano le carte e vigilavano sulle piazze. Si riconoscono per le loro sagome slanciate, i carillon e gli orologi, le piattaforme di avvistamento, le guglie o le banderuole, spesso in mattoni e pietre chiare.

Il dizionario Larousse definisce il beffroi come una “torre civica […] dove venivano poste delle guardie per sorvegliare la campagna, con una campana che serviva a dare l’allarme”. Oltre alla sua funzione pratica, il beffroi è soprattutto un simbolo di libertà civica: emblema dei diritti della città, sorge spesso accanto al municipio, cuore della vita pubblica.

Nel Medioevo, la campana del beffroi regolava il tempo della comunità, annunciava mercati e feste e spesso custodiva carte, sigilli e archivi in una stanza blindata. A differenza del campanile di una chiesa, il beffroi era soggetto al controllo comunale e rappresentava la capacità della città di organizzarsi, riscuotere le tasse, proteggere i suoi abitanti e commerciare.

Dunkerque — due torri , un unico orgoglio

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Beffroi di Saint-Éloi, © Shutterstock / Elisa Locci

Scoprite il beffroi di Saint-Éloi: una salita (ascensore e poi gradini) per una vista a 360° sulla città, il porto e la spiaggia.

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Beffroi del Municipio di Dunkerque © Shutterstock / Boerescu

Scoprite il beffroi del Municipio: aperto in occasioni speciali (Giornate del Patrimonio, Giornate dell’Architettura), celebra l’epopea di Jean Bart con una vetrata monumentale.

Proseguite la visita con una passeggiata tra il molo degli Olandesi e il molo Est per ascoltare i rintocchi delle campane che si mescolano ai rumori del porto. Nella città vecchia, le taverne offrono una cucina genuina e confortante dopo la salita. Nelle giornate di bel tempo, si distingue la linea argentata dei banchi di sabbia che costeggiano Malo-les-Bains.

Ai piedi del Municipio, il beffroi in stile Art Déco si erge a 104 m (400 gradini). Da qui si gode uno dei panorami più spettacolari della città. Prenotate una visita al beffroi di Lille per vivere la magia dei rintocchi delle campane e dei tetti fiamminghi.

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Beffroi del Municipio di Lille © Shutterstock / Aliaksandr Antanovich

Dalla piattaforma, l’asse delle piazze e il groviglio di tetti fiamminghi disegnano una sorta di mappa in rilievo della metropoli. L’interno del beffroi Art Déco svela mattoni smaltati, ferro battuto e caratteri tipografici degli anni ’30. Più in basso, il Municipio sfoggia la sua facciata ritmata come una scenografia teatrale, punto di partenza ideale per esplorare la Vecchia Borsa e le stradine dello shopping.

Ad Armentières, le beffroi (67 m) ha resistito alle guerre prima di essere ricostruito in stile neo-rinascimentale fiammingo.

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Beffroi di Bailleul © Shutterstock /Bart Poelaert

A Bailleul, la torre di mattoni gialli (circa 200 gradini) sovrasta le colline delle Fiandre: nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino alla valle della Lys.

Tra Armentières e Bailleul, la valle della Lys offre sentieri tranquilli che collegano borghi, mulini e prati. Salite nel tardo pomeriggio: la luce obliqua illumina i mattoni e allunga le ombre sui monti delle Fiandre. A tavola, i birrifici artigianali e i caseifici raccontano un altro aspetto del patrimonio locale.

206 gradini più in alto, la luce si riflette sulle mura e sulla campagna. Il beffroi di Bergues, patrimonio dell’UNESCO, prolunga l’atmosfera diventata celebre grazie al film Giù al Nord. Una visita al beffroi che ricompensa la salita.

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Beffroi di Bergues © Shutterstock /Harald Keller

Passeggiare lungo le mura della città è un’esperienza da vivere con calma, al ritmo dei canali e dei giardini pensili. I vicoli acciottolati, le maison a capanna e le facciate allineate offrono un’ atmosfera intima. Dall’alto, si può ammirare il tracciato geometrico delle fortificazioni e il mosaico di prati che si estende fino al Mare del Nord.

Gotico e imponente, il beffroi di Douai scandisce il ritmo della città con il suono del suo celebre campanile. La visita rivela i merletti degli archi e, dalla cima, un panorama che si apre sul fiume Scarpe. Da non perdere se apprezzate il suono delle campane.

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Beffroi di Douai © Shutterstock /njaj

Spesso, i concerti di carillon avvolgono la città di musica cristallina. Nella torre, meccanismi secolari fanno suonare campane e martelli, una tecnologia complicata che affascina grandi e piccini. Dopo essere scesi, costeggiate il fiume Scarpe e lasciatevi guidare dai dettagli gotici dei portali fino alle piazze ricche di vita.

Il beffroi di Cambrai perse la sua cuspide a spirale nel XVIII° secolo, sostituita da una cupola con lanternino. Alla base, sculture raffigurano episodi della storia locale. Un tempo le sentinelle , dette gallus, vi suonavano il coprifuoco e davano l’allarme.

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Beffroi di Cambrai © Shutterstock /Pecold

Il percorso rivela un impercettibile gioco di contrasti tra pietra bianca e ardesia. Le facciate classiche dialogano con i ricordi medievali, raccontando la storia di una città capace di rinascere più volte. Durante le vostre passeggiate, fermatevi in una pasticceria per assaporare una “bêtise” alla menta, un dolce tipico che prolungherà la vostra visita.

Ricostruito alla fine degli anni ’20 da Louis-Marie Cordonnier, il beffroi di Comines unisce torre e municipio in un’ architettura neorinascimentale fiamminga dal fascino armonioso. Un‘esperienza da non perdere per gli amanti dell’architettura.

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Beffroi di Comines © Shutterstock /Werner Lerooy

La composizione è una combinazione di mattoni rossi, pietra scolpita e tetti affusolati. Dalla torre potete ammirare il corso del fiume Lys e si distinguono delle vie commerciali. La sera, le luci mettono in risalto le colonnine e i frontoni, dando al beffroi l’aspetto di un guardiano compassionevole.

Con i suoi 27 metri, il beffroi di Gravelines offre una vista fantastica sulla città fortificata, sui moli e sulle barche. Ideale in estate o durante le Giornate del Patrimonio.

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Beffroi di Gravelines © Shutterstock /mimpki

Dall’alto della torre la cittadella a forma di stella, con i suoi bastioni e i canali che guidano lo sguardo fino all’estuario. La città rivela un carattere marittimo unico, tra vento salato, barche da pesca e alzaie.

Costruito in mattoni rossi smaltati, con torrette e merli, il beffroi di Loos (38 m) rappresenta la fusione così particolare tra le Fiandre francesi e quelle olandesi. Un’esperienza da vivere per gli amanti dei dettagli.

Il paesaggio caratterizzato da torrette, merli e caditoie è un gioiello di architettura neofiamminga. Salendo, potrete ammirare i laboratori, i birrifici e le antiche filature che hanno plasmato il paesaggio urbano. Dall’alto, l’orizzonte si apre sui campanili vicini e sui parchi alberati.

Arras — Place des Héros e decori magnifici

Il beffroi di Arras si affaccia sulla Place des Héros e sulla Grand-Place, due scenari barocchi unici in Europa. Salite per ammirare un tessuto urbano e, una volta scesi, passeggiate sotto i portici per un caffè o per assaporare la cucina del territorio.

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Arras, Place des Héros, © Shutterstock / Aliaksandr Antanovich

Prima di salire sulla torre, esplorate le boves, il sistema di gallerie che svela il sottosuolo calcareo della città. Dall’alto, la geometria perfetta di Place des Héros e della Grand-Place si disegna come una scacchiera dorata. All’ora blu, l’illuminazione accende frontoni e arcate: il momento ideale per una foto indimenticabile.

Béthune — un’icona sulla Grand-Place

Il beffroi di Béthune si erge al centro della Grand-Place, come un faro di pietra. Qui l’architettura diventa scenario di vita: mercati, terrazze, concerti estivi. La visita del beffroi di Béthune regala una bella vista panoramica sulla città.

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Beffroi di Béthune, © Shuttestock / Hidalgo Gael

Il beffroi funge da faro urbano. La sua sagoma guida i passi verso la Grand-Place e le sue terrazze. Al mercato, prodotti agricoli, burro e birre locali compongono un cestino semplice e genuino, ideale per un picnic dopo la visita.

Aire-sur-la-Lys — sulle tracce della Lys

Ad Aire-sur-la-Lys, il beffroi fa parte di una città ricca di acqua e ponti. Proseguite la visita fino alle rive del Lys; il percorso combina patrimonio culturale e dolcezza fluviale.

Il percorso costeggia il fiume e raggiunge i centri storici. Ponti, lavatoi e maison a graticcio contribuiscono a creare un quadro tranquillo. La salita vi regala una vista panoramica sui tetti scuri, i giardini e il nastro del Lys che brilla al sole.

Boulogne-sur-Mer — tra le mura della città e il vento del mare

Città marittima per eccellenza, Boulogne-sur-Mer ha una combinazione di vicoli in alto, mura e atmosfera portuale. La visita al beffroi aggiunge un tocco di altezza a questo scenario marino.

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Beffroi di Boulogne-sur-Mer, © Shutterstock / C. Nass

Qui il mare è ovunque. Dalla torre si vede chiaramente la città alta fortificata, poi lo sguardo si posa sui moli, sulle mura e sull’orizzonte. Scendete lungo i vicoli che costeggiano la collina fino al porto, tra barche a vela, venditori di pesce e profumi di mare.

Per una prima scoperta dei beffroi, partite da Lille (panorama e Art Déco), Douai (carillon), Arras (complesso urbano unico), Béthune (atmosfera da Grand-Place) e Bergues (bastioni e campagna). Se apprezzate le città termali, fate rotta su Aire-sur-la-Lys; per il mare, Boulogne-sur-Mer.

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Camera di Commercio e Industria Nuova Borsa Borsa con il beffroi sulla piazza del Teatro, © Shutterstock / Aliaksandr Antanovich

Per una escursione in giornata, partite da Lille proseguite verso Armentières e Bailleul per ammirare i panorami, poi finite a Béthune al tramonto. Se siete alla ricerca d’aria di mare, optate per Bergues, Dunkerque e Gravelines. Gli amanti degli eleganti complessi urbani apprezzeranno Douai, Arras e Cambrai.

Qual è il beffroi più bello?

Questione di gusti! Arras affascina con il suo paesaggio urbano, Douai seduce con la sua musicalità, Béthune sorprende con la sua posizione centrale e Lille stupisce con la sua vertigine. La più “cinematografica?” Bergues.

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Vista della Place d’Armes sul beffroi di Douai, Francia. © Shutterstock / Sergey Dzyuba

Qual è il beffroi più alto di Francia?

Il beffroi di Lille è alto 104 metri (400 gradini).

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Lille, le antiche maison del centro e il beffroi della Camera di Commercio. © Pascale Gueret

Qual è il ruolo di un beffroi?

Storicamente: scandire il tempo, dare l’allarme, fare da vedetta, conservare carte e archivi. Simbolicamente: l’autonomia della città e l’organizzazione della vita comunale, spesso accanto al municipio.

Qual è la differenza tra un beffroi e una chiesa?

Un beffroi è una torre civica: appartiene alla città. Una chiesa è un edificio religioso. A volte campanili e beffroi possono confondere, soprattutto quando si trovano nella stessa piazza, ma le loro funzioni restano diverse.

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Boulogne-sur-Mer, con la basilica di Notre-Dame de l’Immaculée Conception sullo sfondo. © Shutterstock / Oliver Hoffmann

Perché costruire i beffroi? E perché proprio nel Nord?

Perché i comuni delle Fiandre e dell’Artois hanno affermato molto presto i loro diritti di fronte al potere feudale: il beffroi è il simbolo di queste libertà comunali. Lo stesso fenomeno si ritrova nel nord della Francia e in Belgio, da cui l’iscrizione comune all’UNESCO.

Quale beffroi visitare a Lille?

Quello del Municipio: potete visitarlo, ha una vista straordinaria, una vera e propria immersione nell’Art Déco.

Giorno 1 — Lille, Armentières, Bailleul

Mattina: visita al beffroi di Lille (meglio prenotare).

Mezzogiorno: mercato o pranzo vicino al Municipio.

Pomeriggio: Armentières e poi Bailleul, per ammirare lo stile neorinascimentale e i panorami sulla valle della Lys.

Giorno 2 — Bergues, Dunkerque, Gravelines

Mattina: visita al beffroi di Bergues (206 gradini, vista stupenda).

Mezzogiorno: Dunkerque lato porto (pescheria, estaminets).

Pomeriggio: beffroi di Saint-Éloi a Dunkerque, sosta a Gravelines per il suo panorama sulla città fortificata.

Giorno 3 — Douai, Cambrai, Arras, Béthune

Mattina: Douai e i suoi carillon.

Mezzogiorno: Cambrai (visita al duomo e alle sculture).

Pomeriggio: Arras (place des Héros, visita al beffroi), fine della giornata a Béthune per godersi l’atmosfera della Grand-Plac.e.

Mobilità sostenibile: linee TGV/TER per Lille-Flandres, fitta rete tra le città e tragitti brevi, ideali per effettuare visite turistiche senza auto.

  • Stagioni: primavera ed estate per godervi i panorami; autunno per la luce morbida sulle facciate; inverno per i carillon e i mercatini.
  • Prenotazioni: alcune visite ai beffroi (Lille, Dunkerque/Municipio) sono aperte in date precise. Controllate gli orari il giorno prima.
  • Stile di visita: alternate salite e passeggiate da una piazza all’altra; tra una salita e l’altra, godetevi una cucina locale che includa prodotti del territorio.

Salire su queste torri è come toccare l’anima di un territorio: rintocchi di campane, panorami mozzafiato, pietre scolpite… Ogni beffroi racconta una città, la sua storia e il suo slancio. Per continuare l’esperienza, scoprite la nostra boutique online (cartoline e cofanetti), iscrivetevi alla newsletter e al nostro programma fedeltà: ad ogni tappa della Strada dei Beffroi, trasformate le vostre visite in vantaggi esclusivi nelle maison Teritoria. Perché la storia non si osserva soltanto: si vive.

Drôme: tra lavanda, borghi arroccati e paesaggi naturali

Foto di copertina: Drôme Provenzale © Shutterstock /Serge Goujon

Per una fuga lontano dalla folla estiva, esplorate la Drôme provenzale: campi di lavanda a perdita d’occhio, borghi medievali aggrappati alle colline, natura incontaminata e un patrimonio unico. Un territorio da scoprire seguendo il ritmo delle stagioni, con attenzione.

Tra Lione e Marsiglia si trova la Drôme, con i suoi borghi autentici, i grandi spazi naturali e le imponenti montagne. Cosa c’è di più autentico, per scoprire questo dipartimento, che immergersi nei suoi borghi e fuggire dalla folla?

Le Scogliere del Vercors  

Dal Passo del Rousset alle scogliere del Vercors, chi ama la natura trova qui un territorio autentico e spettacolare. Le montagne della Drôme offrono colline ondulate, panorami mozzafiato sulle Alpi e una fauna nel suo habitat naturale.

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Panorama mozzafiato del Vercors © Shutterstock / Serge Goujon

La cosa più bella è che potete vivere queste esperienze tutto l’anno: a piedi lungo i sentieri del Vercors, o in canoa tra gole e fiumi.

I campi di lavanda di fronte al castello di Grignan

Arroccato tra colline e montagne della Drôme provenzale, il Castello di Grignan sovrasta il borgo che lo circonda. Costruito a partire dall’XI° secolo, emblema dell’architettura rinascimentale e del classicismo francese. Testimone di importanti pagine di storia, è stato riconosciuto Monumento Storico e ha ottenuto il marchio Musée de France (museo di interesse nazionale) nel 1993.

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il castello di grignan in fiore © shutterstock /serge goujon
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il castello di grignan © shutterstock /boris stroujko

Ma il Castello di Grignan è tutt’altro che immobile: ogni anno, tra giugno e luglio, la lavanda in fiore tinge le pianure di viola e crea un sorprendente contrasto con il profilo chiaro del Monte Ventoux.

Il parco naturale regionale delle Baronnies Provençales

La Drôme è un ambiente naturale incontaminato, ricco di paesaggi diversi. Prendetevi il tempo per esplorarla a piedi, lungo i sentieri del parco naturale.

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parco naturale regionale delle baronnies provençales, le gole della méouge © shutterstock /jef77
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scoglio di saint-julien, parco naturale regionale delle baronnies provençales © shutterstock /nomadkate

Lasciatevi stupire dalla bellezza selvaggia delle scogliere verdeggianti, dai campi di lavanda a perdita d’occhio o dai fiumi e dagli acquedotti.

Il modo migliore per scoprire la bellezza di questa zona è partire dai suoi borghi autentici e incontrare gli artigiani locali.

Montbrun-les-bains  

Classificato tra i ‘Borghi più belli di Francia‘, Montbrun-les-Bains svela subito il motivo del suo prestigio: il monte su cui sorge è punteggiato di case medievali in pietra chiara. Nel cuore di una valle che alterna il verde dei boschi al viola della lavanda, il borgo si erge come uno sperone roccioso che domina il paesaggio.

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Il borgo di Montbrun-les-Bains © Shutterstock /JFFotografie

Tra i vicoli antichi decorati con fiori, prendetevi il tempo per rallentare e scoprire l’arte di vivere alla maniera della Drôme: autentica, sostenibile, umile.

Poët-Laval 

Altro gioiello della Drôme provenzale, questo borgo non si visita in fretta: si scopre lentamente, lasciandosi guidare dai vicoli chiari, dalle strade acciottolate, dagli incontri con artigiani appassionati e dalle storie che il luogo sa raccontare.

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Il borgo di Poët-Laval, nella Drôme © Shutterstock /Damien Chastang

E così si apre davanti a voi un luogo autentico e ben preservato!

Suze-la-Rousse 

Rousse (letteralmente rossa), non deve il suo nome agli abitanti, ma al colore delle sue pietre. I ciottoli delle stradine, le facciate delle case provenzali e il castello medievale che sovrasta il borgo sono tutti tinti di una tonalità dorata che invita a passeggiare senza fretta. Il castello, che ha attraversato secoli di trasformazioni, da residenza reale a chiesa del borgo, ospita oggi un’università del vino.

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Suze-la-Rousse con il suo castello medievale che la guarda dall’alto © Shutterstock /Adrian Popov

Nel cuore dei vigneti, Suze-la-Rousse vi invita a scoprire la sua storia viticola e umana.

La Roche-sur-Grâne 

A La Roche-sur-Grâne, borgo dal sapore autentico della Drôme, il sole illumina un monte punteggiato di case in pietra chiara. Qui si trova il centro Les Amarins, un esempio concreto di agroecologia: offre ai giovani strumenti, formazione sul campo e immersioni nella vita della fattoria. Energia rinnovabile, autosufficienza e sostenibilità sono al centro del progetto. Un luogo impegnato, perfettamente in sintonia con lo spirito di Teritoria. Da scoprire.

A Nyons, gli ulivi si aggrappano ai dolci pendii come custodi di un patrimonio millenario. Qui l’oliva nera si coltiva con pazienza e passione. Alla Maison des Huiles d’Olive, gli aromi parlano al cuore: erba fresca, mandorla, lavanda, mela verde… Ogni goccia racconta un territorio e un gesto antico. Poco più in là, i fiori profumano le colline. Alla distilleria li si vede trasformare lentamente in essenze preziose, tra alambicchi di rame e nuvole di vapore blu.

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Nyons, Drôme, Rodano-Alpi © Shutterstock /Richard Semik

Poi c’è Montélimar, che sembra uscita da una cartolina. Qui il torrone non è solo un dolce, ma una promessa d’infanzia. Nei laboratori artigianali, il miele caldo si mescola alle mandorle tostate, viene lavorato a mano, versato negli stampi e tagliato con un filo. Un inno al savoir-faire, alla golosità lenta, lontano dal trambusto.

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La vista di Montélimar dalle mura © Shutterstock /RYSAN

Il momento più sorprendente del viaggio è a Hauterives. Qui, un semplice postino, Ferdinand Cheval, ha dedicato 33 anni della sua vita a costruire, da solo, un palazzo uscito direttamente dai suoi sogni. Giorno dopo giorno, pietra dopo pietra raccolta durante le sue consegne, ha dato forma al suo Palais Idéal (Palazzo Ideale). Un’opera folle, fragile e immensa, ispirata ai templi indù, ai castelli medievali e alle grotte naturali. Un universo a parte, fatto di pazienza, ossessione e bellezza grezza.

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Il palazzo del postino Cheval, Hautesrives © Shutterstock /milosk

Nella Drôme, ogni cosa ha il suo ritmo. Niente corre, tutto è autentico. Qui si ritrova il gusto delle cose semplici, la magia della lentezza, la poesia dei gesti dimenticati. È un viaggio geografico, certo, ma anche interiore. Un ritorno all’essenziale.

Per prepararvi a questo ritorno, lasciatevi ispirare dalla nostra newsletter e approfittate dei vantaggi del programma fedeltà. La Drôme è anche un’arte di vivere bene che si condivide: con le nostre carte e i cofanetti regalo, fate viaggiare anche chi amate.

Di Émilie FALLOT NGUYEN  

La Strada dei Formaggi dell’Alvernia

Foto di copertina: Funivia sopra i paesaggi del Cantal ©Shutterstock / jef77

Lungo la Strada dei Formaggi dell’Alvernia scoprirete cinque formaggi DOP: Cantal, Saint-Nectaire, Fourme d’Ambert, Bleu d’Auvergne e Salers. Ognuno porta con sé garanzie di qualità e un profondo legame con il territorio. A differenza della Strada dei Vini, non esiste un itinerario fisso: Teritoria vi invita a esplorare queste eccellenze passando per le città da cui prendono il nome.

Questo formaggio a pasta molle fatto con latte di vacca è noto per la sua cremosità e il suo sapore unico. Inoltre, il savoir-faire di questo formaggio risale alla corte di Luigi XIV°.

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Saint-Nectaire ©Shutterstock / page frederique

Nascosta nella valle della Couze Chambon, esplorate la cittadina di Saint-Nectaire. Godetevi una passeggiata fino alla sua chiesa romanica, arroccata sul Mont Cornadore e considerata uno dei cinque edifici più rappresentativi dell’arte romanica in Alvernia. Ammirate la bellezza grezza delle sue pietre bianche d’origine vulcanica: l’Alvernia, antica terra di vulcani, conferisce a queste pietre millenarie un colore unico.

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Borgo di Saint-Nectaire ©Shutterstock / Alain PITAULT

L’identità vulcanica unica di Saint-Nectaire si riflette nei suoi paesaggi: dall’antica stazione termale lungo il torrente Courançon alla palude salata e alla grotta delle acque pietrificate, che aggiunge fascino al luogo. La città ha ricevuto una stella dalla Guida Michelin Viaggi e Cultura, che ne ha riconosciuto la qualità e l’autenticità, sia dal punto di vista naturale che artistico. Se visitate Saint-Nectaire, non perdetevi la Fontaine Pétrifiée (letteralmente fontana pietrificata): una meraviglia naturale nota per le sue sculture di calcite. L’acqua della grotta, rarissima, ed è celebrata in numerose opere d’arte.

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fontaine pétrifiante, à saint-nectaire ©shutterstock / gilles paire
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gioiello in calcite realizzato con la fontaine pétrifiante ©shutterstock / gilles paire

A due passi da Saint-Nectaire si trova Freydefont-Saint-Nectaire con il suo allevamento di mucche da latte. Scoprite insieme agli allevatori appassionati la lavorazione del formaggio Saint-Nectaire, dalla mungitura (alle 18:00 dal lunedì al sabato) fino alla fermentazione lattica (al mattino, a partire dalle 10:30).

“Fourme” è una parola che forse vi suona familiare… ma sapete cosa significa? Deriva dall’antico francese e indicava originariamente il contenitore usato per modellare il formaggio, da cui il verbo “formare”. Con il tempo, il termine ha iniziato a designare il prodotto stesso: “fourmage” è diventato “fromage”. Solo la Fourme d’Ambert ha conservato questo legame con il passato, un tratto distintivo di questo formaggio, prodotto con muffa di pane di segale.

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Fourme d’Ambert ©Shutterstock / Ermak Oksana

Ambert, riconosciuta come città ciclabile, si trova nella pianura omonima, circondata dai monti del Forez e del Livradois. Inizialmente nota per la qualità della carta utilizzata nelle prime edizioni dell’Enciclopedia del 1751, la città offre numerose bellezze architettoniche da scoprire: la chiesa gotica di Saint-Jean, il Dolmen di Boisseyre, entrambi classificati come Monumenti Storici, e il singolare municipio di Ambert, che sorprende per la sua forma circolare, tanto particolare da essere paragonata a quella del celebre formaggio locale.

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village d’ambert ©shutterstock / ebascol
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municipio di ambert ©shutterstock / ebascol

Nel cuore della città, la Maison de la Fourme d’Ambert, attiva dal XIV° secolo e aperta dal martedì al sabato, accoglie tutti coloro che desiderano scoprire la storia del celebre formaggio e comprenderne le fasi di lavorazione. Dopo una buona degustazione in cantina, partite alla scoperta delle jasseries: le antiche capanne in legno e granito con tetti di tegole curve, che raccontano la vita dei contadini durante l’alpeggio estivo. Assaporate i sapori dolci e salati dei formaggi DOP dell’Alvernia e assistete alla loro produzione: dalla cagliatura alla degustazione del formaggio fresco, passando per la visita alla latteria con la zangola.

Tra le tappe imperdibili lungo la Strada dei Formaggi dell’Alvernia, c’è il Bleu d’Auvergne, un formaggio a latte crudo con muffa di pane di segale: ha una pasta color avorio, venata di blu-verde, e un profumo delicatamente floreale.

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Bleu d’Auvergne ©Shutterstock / RVillalon

Il formaggio nasce nella cittadina di Laqueuille, a 1.050 metri di altitudine, nel cuore del Parco Naturale dei Vulcani dell’Alvernia. Nessun altro villaggio della zona si trova più in alto! Il piccolo paese di 500 abitanti si chiamava un tempo “La Colha”, che nel dialetto pirenaico significa “la capanna del pastore”. È su questo antico sperone roccioso che il celebre Bleu d’Auvergne viene stagionato per almeno 28 giorni, in cantine dove la regolare foratura favorisce lo sviluppo del Penicillium roqueforti. La sua storia è raccontata nel Museo di Laqueuille, tra mostre immersive, curiosità storiche e racconti di banditismo.

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Cascata del Trador, a Laqueuille ©Shutterstock / Tommy Larey

Attraversando il piccolo borgo ricco di autenticità, lasciatevi conquistare dai Monts Dore con un’escursione verso La Banne o la Cascade du Trador. Risalendo il villaggio di Trador, una faglia geologica rivela una cascata naturale, formata da un’antica colata lavica raffreddata. Le sue fessure hanno dato origine a colonne poligonali note come “organi”.

Il Salers, che dal 1961 fa parte del marchio AOP d’Auvergne, è fatto con latte crudo di fattoria e stagionato per sette mesi in un contenitore di legno. Da aprile a settembre, le mucche rosse si nutrono dei prati verdi e producono un latte unico.

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salers ©shutterstock / foodpictures
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mucca dell’alvernia ©shutterstock / fabien monteil

Una produzione vivace e colorata, proprio come la cittadina di Salers. Situata a 950 metri di altitudine, sui Monti del Cantal, questa piccola città medievale è stata inserita tra i “Sites Remarquables du Goût”, i Luoghi del Gusto. Qui potete visitare la chiesa di Saint-Mathieu e gli antichi quartieri borghesi, costruiti in pietra vulcanica e coperti da tegole d’ardesia. I più sportivi apprezzeranno il percorso “La Pastourelle”, ideale per esplorare i panorami mozzafiato del Cantal in mountain bike o a piedi durante un’escursione.

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village authentique, salers ©shutterstock / mehdi33300
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strada della cittadina di salers ©shutterstock / mehdi33300

A pochi chilometri dal borgo di Salers, la fattoria “Les Burons de Salers” offre l’occasione di scoprire la storia del celebre formaggio, della genziana e della specialità locale: la truffade.

Ultimo, ma non per importanza, sulla Strada dei Formaggi dell’Alvernia: il Cantal. Il suo nome deriva dall’antico termine gallico-celtico “Cantalo”, che significa “frontiere”. Questo dipartimento montuoso e poco popolato offre una bellezza selvaggia da scoprire tra paesaggi e climi diversi: vallate verdi, ghiacciai, grandi dighe, laghi e formaggi DOP.

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Paesaggio montuoso, Cantal ©Shutterstock / Michel PERES

Il Cantal è il formaggio più antico della regione, con quasi 2000 anni di storia. Il suo sapore unico nasce dai pascoli dell’omonimo dipartimento e da una lavorazione che prevede oltre 30 ore di stagionatura in cantina.

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Cantal ©Shutterstock / barmalini

Ecco perché esistono diversi tipi di Cantal, a seconda del tempo di stagionatura: quello giovane ha meno di due mesi, quello maturo supera i sei. Più a lungo stagiona, più intenso diventa il suo sapore.

Ora non c’è più bisogno di cercare i panelli marroni che indicano i numerosi itinerari verso la Strada dei Formaggi dell’Alvernia. Per incontrare i produttori e apprezzare il loro savoir-faire, avete tutte le chiavi in mano. Per scoprire altri itinerari alla scoperta del territorio e delle nostre regioni, iscrivetevi alla nostra newsletter. Prolungate il piacere: regalate una fuga golosa con le nostre carte e i cofanetti regalo, validi in tutte le nostre strutture in Alvernia e non solo. Un’idea perfetta per chi ama il territorio. Entrate nel nostro programma fedeltà e accumulate vantaggi a ogni tappa del vostro viaggio, per soggiorni sempre più autentici.

Di Émilie FALLOT NGUYEN  

Oltre il crinale: un viaggio nelle Dolomiti

di Nadia Hamam; foto di copertina: © unsplash / lucas chizzali

Le Dolomiti sono davvero uniche e impressionanti: non somigliano a nessun’altra catena montuosa. Le Corbusier, celebre architetto, pittore e designer franco-svizzero, le definì «le più belle architetture del mondo». Nel 2009, l’UNESCO le ha riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità. Ogni angolo di questo immenso parco giochi naturale nasconde meraviglie. 

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© unsplash / salmen bejaoui

Le Dolomiti sono una zona a sé stante nell’arco alpino, situata nella parte più settentrionale e meno conosciuta d’Italia. Queste “montagne pallide”, come venivano chiamate prima che il geologo francese del XVIII° secolo Déodat Gratet de Dolomieu le studiasse, si estendono tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Si ergono su un massiccio montuoso che raggiunge i 2.300 metri di altitudine. 

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Dolomiti, Rocca Pietore, Provincia di Belluno, Italia

Il loro paesaggio, fatto di rocce e scogliere, ricorda le cime dei parchi nazionali canadesi. Potrete esplorare piccoli e grandi tesori geologici e in auto e, naturalmente, a piedi. Da Dino Buzzati a Paolo Rumiz, molti scrittori hanno raccontato su carta la forza visiva di queste montagne, che da sempre affascina gli alpinisti.

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© unsplash / willian justen de vasconcellos
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cinque torri, cortina d’ampezzo, belluno, italia

Emblema delle Dolomiti, le Tre Cime di Lavaredo sono uno spettacolo da ammirare. In pieno inverno, un’escursione con le ciaspole dal lago di Santa Caterina regala una vista panoramica sulla parete sud di queste curiose formazioni rocciose, simili a menhirs caduti dal cielo. Un altro monumento naturale da non perdere sono le Cinque Torri: cinque guglie di roccia visibili dalla strada che attraversa il Passo Falzarego. Si possono raggiungere con le ciaspole, in seggiovia o in auto, proseguendo in direzione del Passo Pordoi, a 2.242 metri di quota. In totale: 28 tornanti da un versante, 33 dall’altro… e, alla fine, una funicolare che porta i visitatori fino a 3.000 metri di altitudine.

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Lago di Braies © unsplash / fabrizio coco

A completare il tutto, la sensazione di essere sopsesi tra cielo e montagne. Per escursioni all’insegna della magia bianca, puntate verso il celebre Lago di Braies, che in inverno scompare sotto uno spesso strato di ghiaccio e neve. I laghi di Dobbiaco, Landro e Misurina offrono a turno il loro specchio bianco ghiacciato o turchese, a seconda della temperatura. Si può passeggiare tutto intorno o scegliere brevi escursioni che permettono di salire di quota. All’alba o al tramonto, il panorama è semplicemente indimenticabile. 

In inverno le Dolomiti si trasformano in un paradiso per gli sciatori, con alcune tra le aree sciistiche più belle e vaste d’Europa. Lo skipass Dolomiti Superski, che dà accesso a circa trenta comprensori, è l’ideale per esplorare l’intero massiccio. Cortina d’Ampezzo, la sua stazione sciistica più celebre, insieme a Milano ospiterà i Giochi Olimpici Invernali 2026. La cittadina è incorniciata da cime spettacolari, una più affascinante dell’altra. 

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Val di Sole, Rifugio Solander © Giuliano Bernardi

Panorami mozzafiato da ammirare in auto, lungo le strade per Misurina o Pocol, oppure con gli sci, grazie a due straordinari itinerari. La Sellaronda è uno dei circuiti sciistici più celebri al mondo: 40 chilometri che si snodano attraverso quattro delle cinque vallate ladine. Il circuito della Grande Guerra, si estende per 80 chilometri, attraversando luoghi della memoria e scenari maestosi. 

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© unsplash / daniel sessler

Un’esperienza unica: ai piedi della pista Armentarola, rinunciate alla sciovia e concedetevi una pausa su una slitta trainata dagli Haflinger, cavalli robusti del Sud Tirolo. 

Benvenuti nel paese ladino! Dietro paesaggi incantevoli, questo massiccio alpino custodisce una cultura antica, portata avanti con orgoglio e passione da un popolo di montanari dal carattere forte. Anche se i ladini rappresentano solo lo 0,1% della popolazione italiana, sono riusciti a conservare numerose usanze vivaci, regalando ai visitatori un’insolita sensazione di esotismo nel cuore dell’Europa. 
Oltre all’italiano, qui si parla anche tedesco e… ladino

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© Alex Moling

Parlata ancora da oltre 30.000 persone, questa lingua retoromanza, viva anche in Svizzera, presenta numerose varianti. Ogni valle ladina conserva un costume tradizionale ricamato, sfoggiato durante le numerose feste che punteggiano il calendario. L’anima ladina si esprime anche attraverso antiche tradizioni artigianali, oggi riscoperte da artigiani e artisti appassionati: gioielli in filo d’argento ad Ampezzo, sculture in legno in Val Gardena, pitture decorative in Val di Fassa, cassapanche dipinte in legno in Alta Badia. E naturalmente la gastronomia, dove dominano i sapori della cucina ladina, con evidenti influenze austro-ungariche.

Chi dice sciare all’italiana, dice Dolce Vita e vacanze all’insegna del gusto. Canederli in tutte le loro varianti, gulasch, turtres, crêpes ripiene: la cucina ladina si avvicina alla pasta e conquista con sapori robusti e autentici. L’Alto Adige vanta una ventina di ristoranti stellati, in una regione con appena 500.000 abitanti. Il Trentino, invece, conta una mezza dozzina di chef stellati. Alta Badia è celebre per la sua cucina, che fonde influenze germaniche e mediterranee, da scoprire ogni inverno durante la rassegna Sciare con gusto

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© alex moling
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© alex filz

Anche i rifugi di montagna collaborano con chef da tutta Italia. In ogni rifugio, c’è un piatto tipico e una degustazione di vini a più di 2000 metri di altitudine, davanti a panorami mozzafiato. Ci si abitua subito al “bombardino”, un cocktail tipico a base di liquore all’uovo, caffè, rum o cognac. Ricco e confortante, riscalda escursionisti e sciatori. 

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© Alex Moling

La regione è conosciuta per i suoi ottimi vini bianchi, con vitigni in comune con l’Alsazia come il Gewürztraminer, il Riesling e il Sylvaner. Altri vini locali? Vini rossi autoctoni (Lagrein, Schiava, Teroldego) che puntano sempre più sulla produzione biodinamica. Durante l’evento enologico Sommeliers sulle piste è possibile scoprire e degustare bottiglie selezionate, acquaviti e liquori alle erbe locali. Prodotti da portare a casa insieme allo speck, il celebre prosciutto affumicato e stagionato in alta montagna, e a formaggi come lo Stilfser o l’Agordino di malga, presidio Slow Food. 

Le Dolomiti senza auto? È possibile! Reti di autobus ben organizzate consentono di raggiungere con facilità ogni angolo del territorio, mentre funivie e storiche cabinovie accompagnano i visitatori in alta quota con il massimo comfort.  In treno, le stazioni di Verona, Venezia e Innsbruck offrono collegamenti diretti con il massiccio dolomitico. Da Parigi, il viaggio dura circa 9 ore, a seconda delle coincidenze. 

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Lago di Misurina © unsplash / willian justen de vasconcellos

SNCF-CONNECT.COM | TRENITALIA.COM 

Alp & Wellness Sport Hotel Panorama, Fai della Paganella Trentino-Alto Adige 

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Un arredamento chic e accogliente, una vista panoramica sul Monte Paganella, una cucina locale super elegante, l’accoglienza premurosa di Francesca Mottes e Maurizio Giuliani… un indirizzo imperdibile per staccare la spina e rilassarsi a contatto con la natura. Da non perdere la Spa con ben sette piscine riscaldate, un campo da tennis e una palestra. 

VIA OTTORINO CARLETTI, 6,  

38010 FAI DELLA PAGANELLA TN, ITALIE 

TEL : +39 0461 583134 

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Tre Cime di Lavaredo, Italia © unsplash / daniel sessler p

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Viaggio nel cuore verde d’Italia: un itinerario alla scoperta dell’Umbria

Teritoria ha preparato un itinerario di 4 tappe per il vostro viaggio in Umbria: scoprite le verdi colline, le tradizioni, i castelli e i tranquilli borghi di questa regione italiana poco conosciuta. Un’ autentica immersione nella natura, in una delle regioni più verdi d’Italia. Lasciatevi ispirare per il vostro prossimo viaggio.

Benvenuti in Umbria, cuore verde dell’Italia!

la mappa che mostra l'itinerario per il viaggio in umbria consigliato da teritoria

Nel cuore delle verdi colline dell’Alta Valle del Tevere, il borgo medievale di Montone, perfettamente conservato fino ad oggi, è la meta ideale per chi cerca un weekend di relax a contatto con la natura.

vista del piccolo borgo italiano di montone, in umbria

Passeggiando per le sue stradine potrete ripercorrere la storia di questo magnifico luogo, dimora di Capitan Braccio Fortebracci, il Signore di Montone.

vista della facciata de la locanda del capitano, maison di teritoria in umbria

Questo è un posto unico: La Locanda Del Capitano, l’antica residenza della famiglia di Capitan Braccio Fortebracci. L‘autenticità di questo luogo è evidente in ogni elemento, dalle sale del ristorante al balcone, perfetto per concedervi un piacevole momento di lettura.

A T T I V I T À

In loco: degustazione presso il ristorante La Locanda del Capitano

vista dall'alto dalla terrazza de la locanda del capitano, maison di teritoria in umbria

Un viaggio alla scoperta dei sapori autentici dell’Umbria, con lo chef proprietario Giancarlo Polito. L’innovazione trascende la tradizione nella cucina dello chef, che ha inventato il suo “cappuccino salato” per soddisfare il desiderio dei turisti anglosassoni di berlo anche dopo pranzo. Gli ingredienti? Una fonduta di formaggi locali, uova di quaglia e tartufi.

Nei dintorni: la “Festa del Bosco” di Montone

Dal 22 ottobre al 1° novembre, il borgo di Montone ospita la “Festa del Bosco“, un evento organizzato per valorizzare la regione Umbria e i suoi prodotti. Il festival vi offre la possibilità di visitare cantine eccezionalmente aperte al pubblico, scoprire i dintorni del borgo a cavallo o degustare i “prodotti del bosco“.

immagine illustrativa di un festival

Partenza per la seconda tappa – Circa 30 minuti in auto, soste escluse.


vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria e seconda tappa del tour dell'umbria

Gubbio, nota anche come “città di pietra” per la sua caratteristica architettura, è una delle città medievali più belle del mondo. Situata ai piedi del Monte Ingino, vi offre la perfetta combinazione di storia, tradizione e bellezza naturale.

vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

A Gubbio, la Tenuta Borgo Santa Cecilia è molto più di un semplice hotel-ristorante: è una vera e propria oasi verde che si estende per 320 ettari e ospita una gran varietà di animali selvatici. Al centro della tenuta si trova un borgo settecentesco che è stato ristrutturato mantenendo il suo fascino originale e ospita un hotel, un ristorante e un’azienda agricola che produce salumi naturali, cereali e legumi biologici.

A T T I V I T À

In loco: Esperienza Onorato Salumi

immagine illustrativa dell'attività di degustazione di salumi presso la tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

Onorato Salumi è l’azienda agricola della Tenuta Borgo Santa Cecilia che prende il nome dai suoi proprietari. Tutto è iniziato in Calabria, dove l’allevamento di maiali faceva parte della routine quotidiana di ogni famiglia, e ora continua a Gubbio. Il menù prevede una visita alla fattoria dove vengono allevati i maiali selvatici. Fate una sosta nella magnifica cantina dei salumi e, per finire, godetevi una degustazione di salumi con un buon bicchiere di vino!

In loco: escursioni nella tenuta

Questa esperienza é perfetta per coloro che amano la natura e i magnifici panorami che offre. Usa l’applicazione Google Earth per esplorare i 20 km di sentieri segnalati all’interno della tenuta. Lo staff della Tenuta Borgo Santa Cecilia sarà lieto di preparare per voi un cestino da picnic da gustare in mezzo alla campagna.

vista della tenuta borgo santa cecilia, maison di teritoria in umbria

Nei dintorni: centro ippico di Castiglione Aldobrando

immagine illustrativa dell'equitazione vicino alla tenuta borgo santa cecilia

Visitate il centro ippico fondato dalla famosa famiglia di fantini Columbu, per una passeggiata a cavallo lungo i sentieri e attraverso le magnifiche valli che abbracciano Gubbio, insieme a una guida esperta. Goditi la vista sulle montagne e sulla città di Gubbio.

Partenza per la terza tappa – Circa 1 ora in auto, soste escluse.


vista della facciata del castello di petrata, maison di teritoria in umbria e terza tappa del tour dell'umbria

Assisi, la città di San Francesco, si trova ai piedi del Monte Subasio, vicino a Perugia, ed è una tappa immancabile di questo itinerario. Famosa per la Basilica di San Francesco, la mole della Rocca Maggiore e l’ospitalità dei suoi abitanti, questa città vi conquisterà grazie alla sua ricchezza enogastronomica, naturale e culturale.

vista della piscina del castello di petrata, maison di teritoria in umbria

A pochi chilometri da Assisi, il Castello di Petrata è un’antica fortezza del XIV° secolo circondata da un magnifico giardino e offre una vista mozzafiato sulla città e sulla sua valle. I colori e i profumi di questo luogo magico creano un’atmosfera rigenerante.

A T T I V I T À

In loco: caccia al tartufo

facciata del castello di petrata, casa di teritoria in umbria, di sera

Due ore nel cuore della natura, nei boschi, alla ricerca del Tartufo Nero. Nel parco del Castello di Petrata troverete una tartufaia dove potrete andare a caccia di tartufi con un cantiniere e un cane addestrato. Quest’attività, si svolge da maggio a settembre e da dicembre a febbraio, durante le stagioni del Tartufo Nero Estivo e del Tartufo Nero Invernale.

Nei dintorni: visita guidata di Assisi

Scoprite la storia di Assisi accompagnati da una guida esperta.

veduta illustrativa della città di assisi, umbria, italia

Nei dintorni: scoprite la Cantina Di Filippo

immagine illustrativa di un giro in carrozza vicino al castello di petrata, casa di teritoria in umbria

A 30 minuti dal Castello di Petrata. Passeggiata in carrozza alla scoperta dei produttori di vino del progetto “One Goose Revolution”. Pranzo in carrozza con prodotti locali e biologici e degustazione di vini presso la cantina.

Partenza per la quarta tappa – Circa 1 ora in auto, soste escluse.


Da non perdere durante il tragitto:

vista del piccolo borgo italiano di rasiglia, il paese sul fiume, in umbria

Scoprite Rasiglia, il borgo che sorge sul fiume.


vista del piccolo borgo italiano di castello di postignano, la quarta tappa del tour umbria di teritoria

Il Castello di Postignano, in Valnerina, è un borgo medievale ricco di storia, oggi restituito al suo antico splendore dopo anni di abbandono. Dichiarato monumento storico nel 2004 e restaurato nel 2007, è oggi un autentico gioiello.

vista dal castello di postignano, maison di teritoria in umbria

Qui, il Castello di Postignano è un delizioso hotel circondato da verdi colline, che offre un’opportunità unica di godersi il momento, di vivere a ritmo slow. Lasciatevi incantare dalla natura circostante, dalla sua biblioteca, dal suo wine bar, dalla sua spa e dalle meravigliose passeggiate che potrete fare.

A T T I V I T À

In loco: corsi di cucina con lo chef Vincenzo Guarino

immagine che mostra lo chef vincenzo guarino mentre indica la targa del suo ristorante la tavola rossa presso la teritoria castello di postignano.

La Tavola Rossa vi offre una doppia esperienza. Al mattino, vi aspetta corso di cucina creato appositamente per voi, con lo chef di fama internazionale Vincenzo Guarino. La sera, vivrete un’esperienza unica: una cena durante la quale potrete osservare lo chef mentre prepara i piatti, svelandovi i suoi segreti, le combinazioni di ingredienti e le loro storie. Il vino è incluso e potrete sceglierlo personalmente.

vista di uno dei tavoli del ristorante la tavola rossa di castello di postignano. un grande tavolo in legno circondato da pareti in pietra elegantemente decorate.

Nei dintorni: scoprite azienda agricola Massimiani

Ad Apagni, un piccolo borgo a 15 minuti da Castello di Postignano, visitate l’azienda agricola Massimiani per scoprirele loro tecniche di produzione del formaggio, con una sessione di degustazione.

immagine illustrativa di una visita alla fattoria del formaggio massimiani. un uomo tiene in mano una forma di formaggio.

Credits: Valeriia Titarenko


  • In aereo: Aeroporto Internazionale dell’Umbria “Francesco d’Assisi” (PEG) o Aeroporto di Roma Fiumicino (FCO)
  • In treno: Stazione di Perugia S. Anna o Perugia S. Giovanni
  • In auto
  • Da Roma: 230 km, 2 ore in auto.
  • Da Firenze: 140 km, 2 ore in auto.

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Locronan, l’anima celtica della Bretagna

Foto di copertina: vista aerea del villaggio francese di Locronan, nel Finistère, in Bretagna © Shutterstock /photofort77

Classificato come Monumento Storico da più di un secolo, nel 1924, Locronan è uno dei luoghi più belli della Bretagna, grazie alla sua architettura tradizionale bretone. Con le sue credenze celtiche, la cultura ancestrale dei tessuti e i paesaggi che hanno ispirato i più grandi pittori, Locronan è un gioiello tutto da scoprire.

Nascosto tra le montagne, a picco sul mare, Locronan è un fulcro delle antiche credenze bretoni. Luogo sacro per i Celti, ogni sei anni ospita la Troménie, un rito processionale in cui si invoca il perdono. Per l’occasione, abitanti e visitatori indossano i costumi tradizionali dei Bigoudens e delle Bigoudène, uomini e donne della Bretagna.

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Processione bretone delle bigoudène © Shutterstock /Aygul Bulte

Terra di miracoli, Locronan è al centro di leggende che raccontano di fenomeni straordinari legati alla fertilità, in particolare nella chiesa di Saint-Ronan. Proprio da questa tradizione deriverebbe il nome del bosco del Névet, che si dice venga dalla parola bretone “Németon”, ovvero “tempio naturale sotto la volta celeste”. La chiesa di Saint-Ronan è carattterizzata da dodici elementi simbolici, che rappresentano i dodici mesi dell’anno e dodici divinità, sia femminili che maschili.

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Piazza della Chiesa di Saint-Ronan, a Locronan © Shutterstock /milosk50

Tutti questi simboli hanno alimentato le credenze legate alla fertilità, attirando viaggiatori desiderosi di ricevere una benedizione di fertilità. Si racconta persino che il duca e la duchessa di Bretagna siano venuti qui nel 1905 per ottenere un erede. La chiesa era già stata riconosciuta come Monumento Storico nel 1845.

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Vetrate della chiesa di Locronan © Shutterstock /rweisswals

Locronan è ricca di leggende celtiche: il sabato che precede la prima domenica di maggio, i giovani del luogo che raggiungono la maggiore età piantano un faggio, simbolo del risveglio della primavera.

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Cerimonia celtica in Bretagna © Shutterstock /gdela

Allo stesso modo, il primo giorno di novembre coincide con l’inizio dell’anno celtico, rendendolo la soglia verso una notte intensa. Quella notte si celebra la grande festa di Samonios (l’antico capodanno celtico), un momento in cui è possibile comunicare con il mondo dei vivi e dei morti. Si usa distribuire il pane dei morti fino alla prima domenica di novembre.  

Grazie alla notorietà della chiesa di Saint-Ronan, Locronan ha attirato numerosi visitatori, favorendo lo sviluppo dell’artigianato, del commercio e della piccola nobiltà, e contribuendo così alla nascita della città dei tessitori.

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Telaio © Shutterstock /Tanita_St

Il clima della Bretagna, unito alla presenza di numerosi ruscelli, ha favorito la coltivazione della canapa e del lino fin dal XV° secolo. Da allora, Locronan e i suoi tessuti sono diventati celebri: le loro tele hanno vestito le più grandi navi del regno di Francia, dall’Armada alle imbarcazioni di Cristoforo Colombo. Il Palazzo della Compagnia delle Indie, fondato nel 1689 su iniziativa di Jean-Baptiste Colbert, collaborava strettamente con il Bureau des Toiles (letteralmente Ufficio dei Tessuti), istituito nel 1669 per garantire la qualità delle tele e apporre il marchio “Locronan” prima della spedizione via mare.

Oggi il Palazzo è aperto al pubblico e offre un’immersione affascinante nella storia delle grandi esplorazioni marittime.

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Imbarcazione d’epoca, nelle acque dell’Atlantico © Shutterstock /G_r_B

Il lino e la canapa coltivati in Francia sono tra i tessuti più sostenibili ed ecologici. La loro coltivazione non richiede né irrigazione intensiva né prodotti chimici, riducendo così in modo significativo l’impatto ambientale. Essendo prodotti localmente, evitano trasporti a lunga distanza e favoriscono le filiere corte. Oltre a essere biodegradabili, queste fibre sono resistenti, durature e utilizzano l’intera pianta. La canapa, in particolare, assorbe grandi quantità di CO₂ e rigenera il suolo. A differenza del cotone o del poliestere, la loro produzione è sobria, pulita e locale.

La Bretagna è da sempre fonte d’ispirazione per numerosi pittori, e il museo d’arte Charles Daniélou ne è una testimonianza concreta. Fondato dal sindaco di Locronan, che fu anche ministro durante la Terza Repubblica, il museo prende il suo nome e ospita una collezione di opere ispirate alla bellezza e alla forza dei paesaggi bretoni. Artisti come Emile Simon, Désiré Lucas, Kamesuke Hiraga e Yvonne Jean-Haffen vi testimoniano la vitalità artistica della Bretagna nel corso del XX° secolo.

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Museo d’arte a Locronan © Shutterstock /BreizhAtao

Il museo espone opere appartenenti alle collezioni della città. Tra queste potete ammirare le acqueforti di Marie-Renée Chevalier-Kervern, dipinti di Henri Le Sidaner e un grande quadro di Odette Pauvert, prima donna a vincere il Prix de Rome nel 1925, esposto per la prima volta dopo il restauro del 2019. Quest’opera, classificata Tesoro Nazionale, è tutelata come Monumento Storico.

Il museo conserva anche opere donate da Charles Daniélou (1878–1953) e dal rettore Maurice Dilasser. Infine, all’ingresso, i visitatori sono accolti dalla scultura Anne de Bretagne di Jean Fréour, acquistata dalla città nel 2018.

Ai confini del Finistère, Locronan veglia. Nelle prime ore dell’estate, la luce dorata sfiora le facciate, sottolinea i lucernari finemente scolpiti e fa vibrare i tetti di ardesia. Sulla grande piazza, le case circondano dolcemente, come un teatro silenzioso, la chiesa di Saint-Ronan e la cappella del Pénity.

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piazza del borgo di locronan © shutterstock /eyestravelling
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borgo pittoresco di locronan © shutterstock /richi mcwallace

All’interno, le vetrate e il pulpito raccontano le leggende del santo. Tutt’intorno, i vicoli fiancheggiati da case antiche invitano a passeggiare. Nessuna auto rompe l’incantesimo: solo insegne in legno, vetrine discrete e il profumo dei kouign-amann, dolci tipici della Bretagna, ancora caldi, guidano i tuoi passi.  Lasciatevi incantare dal fascino mistico della Bretagna con le nostre carte e i nostri cofanetti regalo per regalare o regalarvi un soggiorno nella regione. Scopri altre leggende bretoni o di altre regioni nella nostra newsletter. Se la Bretagna vi ha già conquistato, scoprite il nostro programma fedeltà e sarete premiati per la vostra fedeltà.

Di Emilie FALLOT NGUYEN 

Dordogna: impronta viva del passato

Foto di copertina: La Dordogna nella città di La Roque-Gageac ©Shutterstock/CristiDumi_

Articolo in collaborazione con il CRTL Dordogne-Périgord, Nuova Aquitania

Nascosta nel cuore del sud-ovest, la Dordogna è un dipartimento emblematico della Francia, creato durante la Rivoluzione francese. Terra ricca di storia, ospita tesori preistorici come le celebri grotte di Lascaux, veri e propri santuari dell’arte rupestre. La Dordogna vanta anche un’eccezionale eredità culturale: conserva una ricchezza rara, con numerosi siti classificati patrimonio mondiale dell’UNESCO, tra cui l’abbazia di Cadouin, la cattedrale di Saint-Front, l’abbazia di Notre-Dame de Bonne-Espérance e persino un formaggio, la Trappe d’Échourgnac. Teritoria vi fa scoprire il fascino autentico di una regione che merita di essere conosciuta meglio.

La Dordogna è terra di castelli, ma se cercate luoghi autentici e volete avventurarvi fuori dai sentieri battuti, Teritoria vi consiglia questi tre castelli, diversi tra loro ma tutti emblemi di un’epoca.

Castello des Milandes, Castelnaud-la-Chapelle 

Antica dimora di Joséphine Baker, il castello unisce tradizione e modernità, tra la storia dell’icona e un escape game ispirato alla sua vita. Di proprietà della famiglia aristocratica Caumont fin dal X° secolo, fu acquistato nel 1900 da un industriale deciso a preservarlo. Innamoratasi del luogo negli anni ’30, Joséphine vi sposò Jo Bouillon e si stabilì qui per scrivere le sue memorie e accogliere la sua “famiglia arcobaleno” di dodici figli. Negli anni ’50 creò il suo “borgo del mondo” e organizzò spettacoli con ospiti come Duke Ellington e Jacques Brel. Nel 2025 è stata simbolicamente accolta al Panthéon: oggi la sua presenza è ovunque nel castello, dove si possono ammirare la celebre cintura di banane e una statua che la ritrae mentre bacia uno dei suoi figli.

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château des milandes ©shutterstock/_lev-levin

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castello des milandes ©shutterstock/_lev-levin

Ma non è questa l’unica particolarità del castello: il giardino, classificato come Giardino Notevole e Monumento Storico, fu progettato da Jules Vacherot, capo giardiniere della città di Parigi durante l’Esposizione Universale del 1900.

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Giardino del Castello des Milandes, in Dordogna © Shutterstock /Martin-Hibberd

Su sei ettari di parco, potrete incontrare 60 rapaci protetti: il sito sostiene un’associazione impegnata nella tutela del paesaggio, delle specie e della biodiversità. Non perdetevi la voliera del parco e i progetti di reintroduzione della civetta degli Urali in Baviera e dell’aquila di mare dal becco bianco sul Lago di Ginevra.

Castello di Beynac, Beynac-et-Cazenac

Arroccato in cima a una scogliera, il castello si affaccia sulla Dordogna da nove secoli. Le sue mura echeggiano ancora i passi di Riccardo Cuor di Leone, Simon de Montfort o degli Stati Generali durante la Guerra dei Cent’anni. Il castello medievale, circondato dall’acqua in autunno, è accessibile solo in gabarre, un’ imbarcazione tradizionale fluviale.

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Castello di Beynac ©Shutterstock/travellight

Da scoprire: mastio, sala delle guardie, sala degli Stati del Périgord, oratorio, scala del XVII° secolo, saloni con boiserie, terrazza dello sperone, barbacane e ponte levatoio. Un tuffo nel passato!

Castello di Hautefort 

Unico castello classico del Périgord, vi accompagna nell’eleganza del XVII° secolo. Un tempo dimora del marchese d’Hautefort, ha ospitato Colbert, la baronessa di Bastard e diversi ministri di Luigi XIV°. Parzialmente distrutto da un incendio nel 1968, oggi propone un percorso immersivo che racconta quell’evento drammatico. L’ingresso include la visita a una cucina del XVII° secolo, completa di forno per il pane d’epoca.

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Castello di Hautefort ©Shutterstock/javarman

Il parco di 30 ettari è una fusione raffinata tra il giardino all’inglese, progettato da Choulot e ispirato ad Alexander Pope, e quello alla francese nello stile di Le Nôtre.

Si narra che gli uomini preistorici abbiano scelto di stabilirsi nella Dordogna per i suoi paesaggi collinari, i fiumi sinuosi e le scogliere calcaree. Non è difficile capirne il motivo.

Il tesoro della Dordogna: la natura

I cingles della Dordogna, tra Montfort e Trémolat, sono spettacolari falesie calcaree che dominano le ampie anse del fiume. Dalle strade sospese o dalle scogliere, si gode di panorami di rara bellezza.

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Ammira i cingles della Dordogna ©Shutterstock/margouillat photo

L’Esplanade de Domme, arroccata sulla valle della Dordogna, offre una vista mozzafiato. Da qui, i meandri del fiume sembrano non finire mai. Il tempo sembra essersi fermato.

Infine, per un’escursione diversa: la bicicletta a pedali del Périgord verde offre una gita bucolica in bicicletta di 14 km andata e ritorno fino a Saint-Andrieux, tra natura, patrimonio e semplice divertimento.

Borghi e leggende

 Tra Castelnaud, Marqueyssac e Beynac, i castelli dominano la valle dai loro speroni rocciosi. Dai giardini pensili di Marqueyssac, la vista su La Roque-Gageac è spettacolare. Questo borgo, stretto tra la falesia e il fiume, incarna da solo il soprannome di “valle dei castelli”.

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I giardini di Marqueyssac ©Shutterstock/paul prescott

Classificato tra i borghi più belli di Francia, La Côte de Jor, a Saint-Léon-sur-Vézère, offre un affascinante panorama molto apprezzato dagli appassionati di parapendio. La valle della Vézère rivela tutta la sua dolcezza e il suo patrimonio preistorico. Di fronte a Lalinde, la cappella romanica di Saint-Front du Colubri veglia sul fiume. La leggenda del drago Coulobre, sconfitto proprio qui, dà al luogo un’aura mistica. La vista sulla valle è incredibile.

La Dordogna non è solo castelli e grotte. È un territorio vivo, ricco e profondamente radicato nella sua storia. Per un’immersione totale, uscite dai sentieri battuti e lasciatevi guidare dalla bellezza selvaggia di un territorio autentico. Organizzate il vostro soggiorno in Dordogna, scoprite la nostra selezione di idee regalo sulla nostra boutique online. Se questo articolo vi è piaciuto, ricevete ogni mese un po’ di ispirazione: iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere storie stimolanti, itinerari segreti e racconti di turisti direttamente nella sua casella di posta elettronica. Unitevi al nostro programma fedeltà e approfittate di ulteriori vantaggi esclusivi in tutte le strutture Teritoria.

Di Emilie FALLOT NGUYEN