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Itinerario impressionista in Francia

Foto di copertina: Paesaggio al tramonto con il castello di Auvers © Van Gogh Museum, Amsterdam (Fondazione Vincent van Gogh)

La Valle dell’Oise, con la sua luce e la sua natura, ha ispirato i più bei quadri impressionisti. Da Van Gogh a Pissarro, scoprite i quadri a grandezza naturale! Con l’ arrivo della ferrovia, i pittori del XIX° secolo hanno lasciato i loro atelier parigini per posizionare i loro cavalletti lungo l’Oise, nelle strade di Pontoise, nei quartieri di Auvers… partite alla scoperta dell’arte con l’Itinerario impressionista francese di Teritoria!

Auvers-sur-Oise ha affascinato artisti come Daubigny, Cézanne, Corot, Pissarro e, ovviamente, Van Gogh, e continua a suscitare interesse per il suo carattere autentico e bucolico.

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Museo Daubigny © Shutterstock /Henk Vrieselaar

Il Museo Daubigny ospita dipinti, disegni e incisioni della famiglia Daubigny e di altri artisti che hanno trovato ispirazione nell’acqua e nella luce di Auvers-sur-Oise (come Alechinsky, Clavé, Messagier, Lavech de Chancy, il doganiere Rousseau…). Risalendo la strada, potrete anche scoprire di più sul “pittore dell’acqua” nel cuore della sua casa-atelier. Classificata Monumento Storico e Maison des Illustres, questo centro artistico era un punto d’incontro con i suoi amici impressionisti e paesaggisti (come Corot, Daumier e Berthe Morisot, ecc.). È diventata un punto di riferimento per gli artisti di questo movimento artistico.

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Auvers sur l’Oise / Casa Van Gogh Galleria © Institut Van Gogh
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Fiume Auvers-sur-Oise © Shutterstock /Lisandro Luis Trarbach

Per immergersi nell’affascinante lavoro dell’artista, Le Botin ad Auvers-sur-Oise è una tappa da non perdere! Riconosciuto per il suo interesse patrimoniale, questa replica della barca di Charles-François Daubigny vi mostrerà la bellezza dell’acqua così come la vedeva l’artista.

Vincent Van Gogh trascorse gli ultimi settanta giorni della sua vita ad Auvers-sur-Oise, dove realizzò molte delle sue opere. Questa cittadina pittoresca, con i suoi abitanti ed edifici autentici, gli ispirò ben 75 dipinti.

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Autoritratto di Van Gogh © Museo Van Gogh, Amsterdam (Fondazione Vincent van Gogh)

Per risvegliare la sua arte a contatto con la natura, il “genio incompreso” prese alloggio all’Auberge Ravoux, dove la sua camera è stata conservata così com’era. La piccola stanza illuminata dal lucernario dorato vide gli ultimi momenti di vita dell’artista e, da allora, la superstizione ha lasciato intatto il luogo, che non è mai stato affittato. Lo scenario della sua ultima dimora è rimasto intatto dal 1890 e offre la possibilità di entrare nel cuore della storia dell’arte tra i suoi mobili. Nel ristorante dell’Auberge, il pittore aveva un tavolo fisso, in fondo alla sala. Più tardi, anche Malraux ne prese uno vicino alla finestra. Il luogo ha conservato la sua atmosfera tradizionale dal 1876, nell’arredamento della sua dimora, nelle tavole, nei formaggi e nei vini offerti, chiamati anche “il rimedio” di Van Gogh!

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Camera di Van Gogh ©Istituto Van Gogh – fotografo Joe Cornish
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auberge ravoux ©istituto van gogh – fotografo erik hesmerg

Il giorno in cui scomparve, Van Gogh dipinse Radici, un’opera che lasciò perplessi molti esperti. Ma dal 2020, il luogo che ha ispirato il pittore olandese è stato riscoperto. Ceppi contorti, una strada normale, un terreno semplice? Queste parole possono sembrare noiose, ma sono proprio il modello dell’ultimo quadro incompiuto. Questa scoperta è stata un colpo di fortuna: durante il lockdown del 2020, il direttore scientifico dell’Istituto Van Gogh, mentre sistemava dei documenti, ha trovato una cartolina e tutto è diventato chiaro: su quell’immagine c’era una strada normale in rue de Daubigny, con le radici gonfie e la forma del boschetto, e il ricercatore ha rivisto l’ultima opera del pittore. La città di Auvers-sur-Oise offre quindi un tour che ripercorre il suo ultimo giorno, partendo dal 46 rue de Daubigny, a due passi dall’omonimo museo. Un percorso perfetto per chi vuole fare una passeggiata nella natura autentica.

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Campi verso Auvers © Institut Van Gogh – fotografo Erik Hesmerg
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paesaggio al crepuscolo con lo château d’auvers © van gogh museum, amsterdam (fondazione vincent van gogh)

Per chi ama camminare, il Parcours des Peintres de la Vallée de l’Oise (Percorso dei pittori della Valle dell’Oise) offre un itinerario impressionista di 9 km tra Pontoise e Auvers-sur-Oise, attraverso i paesaggi che hanno ispirato Van Gogh, Corot, Cézanne, Daumier, Pissarro e Daubigny. Ad ogni tappa, targhe informative mostrano i dipinti realizzati qui nel XIX° secolo, offrendo un emozionante incontro tra natura e capolavoro.

La città, dove Camille Pissarro ha vissuto dal 1866 al 1883, i vicoli rustici della città, in particolare il quai du Pothuis, il ponte di Pontoise e il quartiere dell’Hermitage, furono fonte di ispirazione per il pittore. Li immortalò nel dipinto “Les toits rouges(I tetti rossi), esposto al Museo d’Orsay. Pissarro rimase subito affascinato dai riflessi dell’Oise e si trasferì in questa città d’arte e di storia, dove invitò Cézanne e Guillaumin a raggiungerlo. I tre amici dipinsero i paesaggi di Pontoise e scoprirono l’incisione presso il dottor Gravet, che aveva una tipografia in città. Ognuno appose sulla propria stampa un marchio distintivo: un delicato fiorellino per Pissarro, un enigmatico impiccato per Cézanne, un gatto malizioso per Guillaumin e un’anatra birichina per il dottor Gachet. Queste preziose incisioni e tele sono da ammirare al Museo Tavet, a Pontoise.

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Chiatte a Pontoise © Shutterstock /Rawpixel.com

È grazie a Pissarro che altri artisti impressionisti scoprirono il Val-d’Oise, come Ludovic Piette, Victor Vignon, Paul Gauguin, Lucien, Georges, Emile Boggio e Ludovic-Rodo. Pissarro raccomandò anche la città a Claude Monet, sottolineando la bellezza del paese e il suo rammarico nel lasciarlo. Fu sempre su iniziativa del “Patriarca dell’impressionismo” che Van Gogh si stabilì ad Auvers-sur-Oise, scoprendo il paese dopo un soggiorno presso il dottor Gauchet.

Per chi vuole scoprirli in libertà e a grandezza naturale, la città di Pontoise offre delle “passeggiate impressioniste” commentate. E poi ci sono le crociere da Pontoise ad Auvers per seguire l’itinerario, i paesaggi e la natura della Val-d’Oise immortalati dai più grandi pittori del XIX° secolo.

Dalle crociere sull’Oise alle passeggiate impressioniste, ogni tappa di questo itinerario impressionista è un invito a rivivere le emozioni dei grandi maestri. E l’avventura non finisce qui: sul nostro sito web, partite alla scoperta di altre regioni altrettanto autentiche. Oppure prolungate il viaggio con la nostra boutique online e godetevi esperienze uniche grazie al nostro programma fedeltà. Per non perdere gli itinerari, le storie e le ispirazioni che rendono speciale il nostro patrimonio, iscrivetevi alla nostra newsletter e lasciatevi guidare verso le vostre prossime fughe.

Di Emilie Fallot Nguyen 

Provins, città medievale: gioiello dell’Île-de-France

Foto di copertina: Vicoli di Provins © Shutterstock /ilolab

Se pensavate di conoscere tutti i gioielli nei dintorni di Parigi, rimarrete sorpresi. Lontano dai classici itinerari turistici e dal trambusto della città, c’è un tesoro di storia e architettura: Provins, città medievale e patrimonio mondiale dell’UNESCO, è ancora circondata dalle sue imponenti mura, arroccata su un dolce promontorio e immersa nella luce dorata della Brie. Provins è una città vera e propria, sospesa nel tempo, dal fascino autentico, da esplorare a piedi, al ritmo di una lenta passeggiata senza tempo. È un luogo raro, dove ogni pietra racconta, ogni vicolo sussurra, ogni monumento ricorda il passato glorioso di una delle città più potenti del regno di Francia.

Nel XII° secolo, Provins era la terza città del regno, subito dopo Parigi e Rouen. Era un importante centro commerciale, crocevia delle strade europee, dove si tenevano le celebri Fiere di Champagne. Fiamminghi, Lombardi, Catalani, Tedeschi, Provenzali, ma anche mercanti provenienti dall’Oriente e dall’Africa accorrevano per scambiare tessuti, laboratori di seta, pergamene, metalli preziosi, spezie rare, carbone, legno e pietre preziose.

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Mura all’ingresso di Provins © Shutterstock /BearFotos
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Vicoli di Provins © Shutterstock /ilolab

Tutto è iniziato con il ritrovamento delle reliquie di Saint Ayoul, intorno all’anno mille! Il fervore religioso ha attirato migliaia di pellegrini, che a loro volta hanno attirato i mercanti. È stato allora che i conti di Champagne hanno fatto di Provins una vetrina del loro potere: una città fortificata, organizzata, prospera e vivace.

Oggi non è sparito quasi niente. La città alta, chiamata le Châtel, ha i monumenti più importanti: la Torre César, che si alza fiera sopra i tetti di tegole, simbolo di potere, vigilanza e dominio. Costruita nel XII° secolo, dalla cima si vede ancora tutta la città e la campagna a perdita d’occhio. Appena più in basso, la collegiata di Saint-Quiriace, incompiuta ma imponente, con la sua navata luminosa e il coro sovradimensionato, è la testimonianza delle ambizioni dei conti e della ricchezza passata. Più in basso, la Grange aux Dîmes, un magnifico magazzino commerciale con volte gotiche, è un luogo dove si respira l’atmosfera effervescente delle fiere: sembra quasi di sentire ancora le grida dei cambiavalute, le trattative, il rumore degli zoccoli sui vicoli acciottolati.

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Chiesa collegiata di Saint Quiriace, a Provins © Shutterstock /Alexandre.ROSA
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Vetrate nella chiesa di Saint-Quiriace, a Provins © Shutterstock /MARIE Sabrina

La città bassa, o il Val, un tempo abitata da artigiani e commercianti, è un labirinto di vicoli con case a graticcio, fontane, giardini nascosti e cantine misteriose. Qui si conservavano le merci, si conciava il cuoio, si preparavano i banchetti. Oggi è possibile passeggiare in questi vicoli con una macchina fotografica in mano, un filo d’erba tra i denti e gli occhi pieni di stelle.

Ciò che affascina di Provins è la sua autenticità. Non è un borgo sospeso nel tempo per i turisti: è un luogo vivo, abitato e animato tutto l’anno. La città non cerca di ricreare il suo passato, lo vive ancora. Ogni strada, ogni pietra, ogni volta respira il Medioevo. Ma un Medioevo sensoriale, goloso, vibrante. Provins si scopre lentamente. Qui si viene per passeggiare, respirare, osservare; ogni cosa è vicina e si raggiunge a piedi.

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Torre César, a Provins © Shutterstock /MARIE Sabrina
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© Shutterstock /BearFotos

E quando cala la notte, la città si illumina. Le mura si accendono di luci soffuse, la pietra assume riflessi dorati, i vicoli diventano misteriosi. È forse il momento ideale per cenare in un albergo, lasciarsi scaldare da una zuppa davanti al camino, sorseggiare un bicchiere di vino locale, assporare un piatto di Brie di Provins, il formaggio locale prodotto fin dal XIII° secolo.

Nascosta nella valle del Durteint, a due passi dal centro medievale di Provins, la Roseraie de Provins è molto più di un giardino: è una rinascita. Un tempo palude, poi vivaio, questo luogo era diventato un terreno abbandonato. Nel 2007, Bruno Clergeot, originario della zona, ha deciso di ridare vita a questo sito dimenticato ricreando lo scenario ideale per la Rosa di Provins, emblema storico della città sin dal ritorno delle crociate.

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Roseraie de Provins© Shutterstock /picsart_ah
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Pausa nella natura tra le rose di Provins © Shutterstock /paola balduzzi

Esteso su tre ettari, il giardino offre una passeggiata attraverso la storia della rosa: Galliche, Centifolia, Bourbon o ancora Ibride moderne, tutte selezionate per il loro profumo e la loro rusticità. Concepito come un teatro naturale, ogni camera verde offre una boccata d’aria, un panomara straordinario, un momento di pace. Qui non ci sono pesticidi, né vincoli: solo natura, passione e il piacere di trasmettere. Una tappa tranquilla, poetica e profondamente umana. Un luogo da scoprire per un’ autentica fuga nella natura!

Vicina, poco conosciuta, ricca ma tranquilla, Provins offre un vero e proprio cambio di paesaggio a meno di due ore da Parigi. Provins è una promessa mantenuta: quella di ritrovare un’altra epoca, un’altra Francia. Una Francia radicata nel territorio, che ha conservato i profumi di un tempo. Una città che merita di essere visitata, di perdersi al suo interno, di tornarci. Per trovare più ispirazione su altre città preservate, iscrivetevi alla nostra newsletter o visitate il nostro sito web. Se siete già affascinati da città storiche, fate il grande passo con la nostra boutique online o scoprite il nostro programma fedeltà.

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

Viaggiare in Puglia: un itinerario responsabile nel Salento

Foto di copertina: Peschici, penisola del Gargano, Puglia, Italia meridionale © Shutterstock / Vadym Lavra

Sono poche le regioni, come la Puglia, che riescono a regalare così tante emozioni, sapori autentici e incontri profondi, in un solo viaggio. Nel sud d’Italia, tra le acque turchesi del Mar Ionio e le pianure di ulivi a perdita d’occhio, la Puglia incarna uno stile di vita antico e luminoso.

Con Teritoria, questo soggiorno in Puglia assume una dimensione completamente diversa: qui l’ospitalità è un valore, la sostenibilità un impegno concreto e ogni tappa racconta una storia del territorio. Direzione Salento per un’immersione autentica, lontano dai sentieri battuti, in una delle più belle maisons della nostra community: Tenute Al Bano. 

Situata nel sud dell’Italia, la Puglia offre una ricchezza incredibile: coste con acque turchesi, borghi bianchi arroccati, campi di ulivi secolari, gastronomia locale e i trulli iconici della Valle d’Itria. Un soggiorno in questa regione, chiamata anche “tacco dello stivale italiano”, promette un cambio di panorama indimenticabile e travolgente. Questa terra luminosa, bagnata da due mari, l’Adriatico e lo Ionio, attira sia gli appassionati di storia che gli amanti della natura.

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Trulli nella Valle d’Itria © Shutterstock / Nicola Simeoni

È la destinazione ideale per chi vuole vivere un viaggio consapevole, lontano dai circuiti turistici convenzionali, con un vero legame al territorio e a chi lo fa vivere. L’entroterra, tra Monopoli, Martina Franca o la pianura di Fasano, rivela il volto più riservato della regione, tra uliveti millenari, piccole fattorie trasformate in masserie e tradizioni rurali ancora vive. Si può organizzare un viaggio on the road in Puglia, centrato sul turismo lento, con tappe selezionate e restando sempre a stretto contatto con la popolazione locale.

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Baia dei Turchi nel Salento © Shutterstock / DaLiu

La primavera (da aprile a giugno) e la bassa stagione (tra settembre e ottobre) sono i periodi migliori per godersi la Puglia lontano dalla folla. I paesaggi sono verdeggianti, i prodotti locali abbondanti e l’accoglienza sempre calorosa. Sono anche periodi ideali per esplorare le spiagge, i siti storici e i borghi senza soffrire il caldo estivo. Le attività all’aria aperta come le escursioni nei parchi naturali o le passeggiate in bicicletta tra gli uliveti sono particolarmente piacevoli.

Città come Lecce, Ostuni, Monopoli, Trani o Alberobello sono tappe da non perdere. Lecce, vero gioiello del barocco italiano, è ricca di vicoli, dedali di pietra dorata, palazzi e cortili interni. Ostuni, la “città bianca”, arroccata su una collina, affascina con il suo centro storico animato, le sue terrazze e i suoi panorami sul mare Adriatico. Monopoli unisce il fascino di un porto peschereccio vivace all’autenticità dei suoi vicoli, lontano dal turismo di massa. 

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Porto Vecchio, Monopoli © Shutterstock / Only Fabrizio

Ma ci sono anche tesori meno conosciuti: la spiaggia selvaggia di Torre Guaceto, il centro storico di Martina Franca o gli uliveti di Cellino San Marco. In questo comune del Salento, la tenuta Tenute Al Bano incarna alla perfezione lo spirito della Puglia: radicamento nel territorio, rispetto per la natura, valorizzazione del patrimonio locale. È anche un punto di partenza ideale per visitare Brindisi, i borghi dell’entroterra o le coste ioniche ancora incontaminate. 

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Grotte di Castellana © Shutterstock / Ryzhkov Oleksandr

L’itinerario è anche ricco di luoghi naturali come le Grotte di Castellana, le spiagge di Polignano a Mare, o di visite più culturali come il Castel del Monte. Lungo il percorso, le soste gastronomiche consentono di gustare i prodotti tipici locali: burrata, olio extravergine di oliva, orecchiette o vini del Salento.

A Cellino San Marco, le Tenute Al Bano offrono un soggiorno privato in Puglia, a misura d’uomo, tra vigneti, orti e boschi mediterranei. Ogni luogo racconta una storia: quella di un’ospitalità autentica, radicata nel territorio e rispettosa della vita. Le tenute sono un esempio di equilibrio tra comfort, immersione nella natura e turismo responsabile. 

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Vista aerea delle Tenute Al Bano

Un tempo masseria del XVII° secolo, oggi è una proprietà che si distingue per la sua posizione immersa nella campagna, nella riserva naturale di Curtipitrizzi. Tenute Al Bano offre un centro benessere completo – hammam, sauna, jacuzzi, trattamenti benessere – chiamato “È la tua vita”, una piscina all’aperto con bar integrato, un parco faunistico, un servizio navetta e camere con aria condizionata, Wi-Fi e pavimenti in pietra naturale. 

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La piscina, Tenute Al Bano

Il ristorante Don Carmelo, gestito dalla chef Annamaria Verri, offre una cucina locale autentica a base di prodotti del territorio, accompagnati dai vini della cantina della tenuta. In loco si organizzano corsi di cucina, visite guidate alle cantine e degustazioni.

In programma: piscina naturale, corsi di cucina, passeggiate tra trulli e uliveti e, soprattutto, un incontro con l’anima del Salento. Questo viaggio privato in Puglia è l’esempio perfetto di turismo lento: immersione nella natura, contatto con la vita ed esperienze radicate nel territorio. Qui si respira la dolce vita all’ombra dei pini, in sintonia con il territorio. 

Primo giorno: arrivo e check-in alle Tenute Al Bano

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tenute al bano
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tenute al bano

Accoglienza personalizzata con un calice di vino della tenuta, visita libera del parco e degli animali in semi-libertà. Cena a base di prodotti locali, coltivati in loco o selezionati da produttori artigianali partner.

Secondo giorno: alla scoperta della Puglia tra trulli e borghi autentici

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trulli ad alberobello © shutterstock / marcin krzyzak
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vista panoramica su locorotondo © shutterstock / libero_monterisi

Visita di Alberobello e dei suoi trulli, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Sosta a Locorotondo, borgo circolare arroccato, seguito da una degustazione in un’azienda vinicola. Rientro alla tenuta per una lezione di cucina privata.

Terzo giorno: il Mar Adriatico e le spiagge della Puglia

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la città bianca di ostuni, brindisi © shutterstock / sedspider
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spiaggia di torre santa sabina © shutterstock / vololibero

Passeggiata nella città bianca di Ostuni, pranzo in terrazza con vista mare, seguito da un bagno a Torre Santa Sabina o nelle acque cristalline della riserva di Torre Guaceto.

Quarto giorno: Lecce e il patrimonio della Puglia

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basilica santa croce, lecce © shutterstock / gimas
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spa delle tenute al bano, puglia

Giornata di immersione tra l’artigianato locale (cartapesta, ceramica), visita alla basilica di Santa Croce, passeggiata nei vicoli. A fine giornata, godetevi un massaggio rilassante o un momento di puro relax nella SPA.

Quinto giorno: scoperta dei prodotti tipici al mercato locale e incontro con un produttore

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mercato autentico nelle stradine di bari © shutterstock / ivo antoine de roij
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la produzione di olio extravergine di oliva a mola di bari © shutterstock / sabino parente

L’ultima mattina è dedicata alla scoperta dei prodotti locali in un piccolo mercato, seguito da una visita a un produttore di olio d’oliva. Pranzo campestre all’ombra degli ulivi.

In cinque-dieci giorni potrete esplorare la varietà dei paesaggi e assaporare la ricchezza del patrimonio. Ma ogni turista troverà il proprio ritmo: alcuni preferiranno un soggiorno concentrato nel Salento, altri opteranno per un itinerario completo fino alla regione di Bari o alle Isole Tremiti. Lasciate perdere i tour impersonali e le spiagge affollate in piena estate. Optate piuttosto per i mercati locali, le spiagge segrete, le passeggiate in campagna, le chiacchierate con gli artigiani e i produttori locali.

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Isole Tremiti di San Domino © Shutterstock / Hari Seldon

Teritoria insieme alle sue maison partner come Tenute Al Bano, promuove un turismo più responsabile e sostenibile, fondato su valori concreti: consumo locale, rispetto delle risorse, tutela della biodiversità ed esperienze autentiche. È anche grazie a questo approccio che la Puglia si afferma come destinazione d’elezione per chi viaggia con consapevolezza.

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Le scogliere e i faraglioni di Sant’Andrea © Shutterstock / Stefano Zaccaria

Evitate i circuiti turistici impersonali e troppo frequentati, i villaggi vacanze all inclusive o le spiagge affollate in agosto. Per un viaggio perfetto in Puglia nel 2025, privilegiate i borghi poco affollati, gli scambi con i produttori, i mercati, gli uliveti o le coste nascoste. È così che si scopre la Puglia in modo diverso.

Quanto tempo serve per scoprire davvero la Puglia? In dieci giorni potete esplorare Bari e dintorni, l’entroterra, la costa adriatica e spingervi fino al Salento. Ma anche una settimana in Puglia è abbastanza per vivere un’esperienza immersiva, soprattutto se scegli di soggiornare in un luogo come Tenute Al Bano.

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Foresta di ulivi © Shutterstock / Dmytro Surkov

Un soggiorno in Puglia con Teritoria è ridare senso al viaggio. La community sostiene maisons impegnate nella sostenibilità, nella valorizzazione del patrimonio e nella produzione locale. È anche scegliere un viaggio in Italia che rispetta le risorse e le culture. Dalla masseria alle mani del vignaiolo, tutto è pensato per offrire un’esperienza radicata nel territorio.

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Cofanetti regalo della boutique online Teritoria

Un cofanetto o una carta regalo Teritoria vi permettono di regalare un weekend in Puglia per due persone: pernottamento in un hotel responsabile, cena con prodotti locali, massaggio con oli d’oliva o visita guidata ad Alberobello. È un regalo significativo, ideale per tutte le stagioni.

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Il Parco Naturale Regionale del Morvan

Foto di copertina: Château de Chastellux, Morvan, Borgogna © Shutterstock / clemMtravel

Ai confini della Borgogna, tra le valli dell’Yonne e le rive della Loira, sorge un territorio nascosto, compatto, incontaminato, che il tempo sembra aver preservato. Il Parco Naturale Regionale del Morvan, un massiccio granitico di un’ altezza modesta ma di una ricchezza immensa, è un territorio di foreste, acque vivaci, silenzio e memoria. Classificato Parco Naturale Regionale dal 1970, incarna una rara forma di equilibrio tra natura potente, patrimonio vivente, cultura radicata e spiritualità discreta. Qui le stagioni non passano: si plasmano.

Il cuore del Morvan batte nelle sue foreste. Fitte, antiche, profonde, ricoprono i morbidi rilievi del massiccio. I grandi boschi di Anost, Montsauche-les-Settons o Saint-Brisson offrono rifugio agli escursionisti, ai sognatori, alle famiglie in cerca di aria fresca. Qui non ci sono scogliere né vette vertiginose, ma linee morbide, profumi di muschio e resina, radure dove si sente solo il grido delle ghiandaie o il passo di un capriolo.

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Castello di Saint-Brisson © Shutterstock /clemMtravel
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Montsauche-les-Settons © Shutterstock /LACROIX CHRISTINE

Numerosi sentieri attraversano questi paesaggi, dal leggendario GR®13, che attraversa il massiccio da nord a sud, ai percorsi locali dove ogni deviazione rivela una chiesetta nascosta, una sorgente dimenticata o un’antica croce posata sul ciglio della strada. Uno dei punti panoramici più suggestivi rimane quello della Croix de Montjoie, che domina la valle dell’Yonne in un silenzio maestoso.

Le Parc Naturel Régional du Morvan est aussi un pays d’eaux, né de la roche et sculpté par l’homme. Cinq grands lacs jalonnent le territoire. Chacun possède son tempérament.

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Lago dei Settons © Shutterstock /EBASCOL

Il lago dei Settons, al centro del parco, è il fulcro delle attività nautiche. Circondato da pini, accoglie bagnanti, escursionisti, famiglie e ciclisti. È possibile percorrerlo a piedi lungo un sentiero di circa quindici chilometri. Non lontano, il lago di Pannecière offre un’atmosfera più selvaggia, quasi austera. Qui la nebbia si alza tardi sulle acque calme, molto apprezzate dai pescatori. Il lago di Saint-Agnan, più accessibile, affascina per la sua dolcezza e la spiaggia sorvegliata. Più a sud, Chaumeçon diventa il terreno di gioco degli appassionati di canoa e di acque vive. Infine, il lago di Crescent, discreto e riposante, è un rifugio per chi cerca la tranquillità, lontano dai rumori dell’uomo.

L’anima del Morvan vive anche nella sua architettura, nei luoghi di culto e nelle dimore in pietra. Il borgo di Vézelay, adagiato su una collina, è il suo faro spirituale. La basilica di Santa Maria Maddalena, capolavoro dell’arte romanica, attira da secoli pellegrini diretti a Compostela e, dalla sua terrazza, sembra vegliare sull’intero massiccio.

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Villaggio di Vézelay © Shutterstock /Mike Workman

Non lontano da lì, immersa nel cuore del bosco, l’abbazia della Pierre-qui-Vire offre un rifugio di silenzio e spiritualità benedettina. I monaci vi producono un celebre formaggio, e soprattutto, custodiscono una pace rara. Altre chiese, più discrete, costellano il territorio: a Dun-les-Places, a Quarré-les-Tombes, dove i sarcofagi merovingi allineati sull’erba ricordano la permanenza del sacro.

Castello di Chastellux © Shutterstock /clemMtravel

Anche i castelli del Morvan parlano. Quello di Bazoches, antica dimora di Vauban, racconta l’ingegnosità del costruttore di Luigi XIV. Chastellux, abitato dalla stessa stirpe da secoli, affascina per la sua perfetta conservazione. Quanto a Montjalin, spicca per il sorprendente museo delle auto dei capi di Stato che ospita.

Il Parco Naturale Regionale del Morvan non ha bisogno di artifici. I suoi borghi, Anost, Moux, Ouroux, Larochemillay, sono fatti di granito, tetti scuri, piazzette sobrie, odori di legna bruciata. Negli alberghi si serve carne tenera di bovini charolais, trote di allevamento, miele delle colline, mirtilli raccolti a mano, formaggi stagionati in abbazia o nelle cantine locali. Niente di spettacolare, tutto genuino.

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Borgo di Larochemillay © Shutterstock /Sissoupitch

A Saint-Père-sous-Vézelay, la chiesa gotica risalta sul paesaggio rurale per la sua raffinatezza. Il mercato è animato da produttori locali che conoscono bene il tempo, la terra e la pazienza.

Il Parco Naturale Regionale del Morvan non si limita a preservare: spiega. A Saint-Brisson, la Maison du Parc e il suo arboreto sono un’introduzione alla biodiversità locale. Sul Mont Beuvray, il sito di Bibracte, antica capitale celtica degliEdui, offre un’esperienza archeologica unica. Si cammina sulle tracce di popoli scomparsi, godendo di un panorama mozzafiato. Il Museo della Civiltà Celtica, ai piedi del monte, mette in prospettiva questo passato a lungo sepolto. Poco più in basso, l’Ecomuseo del Morvan, a Saint-Léger-sous-Beuvray, trasmette il savoir-faire, i gesti dimenticati, le tradizioni rurali di questo territorio aspro ma solidale.

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Sito archeologico del Monte Beuvray © Shutterstock /photofort 77

Il Morvan è un territorio vivo, ma fragile. I suoi sentieri, le sue foreste, i suoi laghi e i suoi borghi meritano rispetto e attenzione. Non uscite dai sentieri segnalati, non lasciate tracce, non raccogliete nulla. Il Morvan vi dà il benvenuto: siate all’altezza della sua silenziosa ospitalità.

Per scoprire altre regioni autentiche, esplorate il nostro sito web e lasciatevi sedurre dalla nostra boutique online, dedicata al savoir-faire dei nostri territori. Per ulteriori ispirazioni, iscrivetevi alla nostra newsletter. E se sentite il richiamo del Morvan, iscrivetevi al nostro programma fedeltà: ogni esperienza Teritoria e ogni incontro vengono premiati.

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

La Strada del Sidro: scoprite la Normandia

Foto di copertina: tesori della Normandia © Shutterstock / barmalini

In Normandiaesiste un itinerario discreto, sinuoso e delicatamente profumato: la Strada del Sidro. Questo percorso bucolico di 40 chilometri attraverso il Pays d’Auge segue le verdi vallate, attraversa antichi frutteti, costeggia case a graticcio fiorite e si ferma alle porte di tenute riservate o storiche. È una strada da percorrere lentamente, al ritmo delle stagioni, dei gesti artigianali e dei sapori fermentati.

Il sidro, o “vino di mele”, come lo chiamavano nell’antichità, nasce da un delicato equilibrio tra diverse varietà di mele. Quelle dolci e zuccherine conferiscono al sidro la sua rotondità. Quelle dolci-amare, ricche di tannini, gli donano struttura ed equilibrio. Quelle amare spesso prevalgono nelle miscele per la loro potenza e complessità, mentre quelle acidule apportano una freschezza vivace, quasi salina. Questa miscela accurata, vera e propria arte del gusto, è simile a quella dei grandi vini.

Cambremer: culla del Cru, cuore pulsante della Strada del Sidro

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Autentico borgo di Camremer © Shutterstock /Delpixel

Nascosto tra le colline del Calvados, il borgo di Cambremer è il luogo ideale per chi vuole scoprire la Normandia più vera e vivace. Meli in fiore in primavera, profumo di legno e mosto in autunno, case a graticcio, campanili romanici… Qui tutto è autenticità. Cambremer è anche il punto di partenza naturale della Strada del Sidro.

Domaine Marie-Louise Foucher 

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Sidro della Normandia © Shutterstock /barmalini

Uscendo dal borgo, una piccola tenuta su una collina accoglie i curiosi. Marie-Louise Foucher, produttrice di sidro e Calvados, vi apre le sue porte tutto l’anno. Qui scoprirete un sidro di carattere, elaborato nel rispetto delle stagioni, e un calvados invecchiato lentamente, secondo la tradizione.

Domaine Antoine Marois 

Un po’ più avanti, in un paesaggio bucolico curato dalle mucche tra un raccolto e l’altro, il domaine Antoine Marois coltiva in modo biologico e sostenibile. Qui le mele vengono raccolte a mano, varietà per varietà, quando sono perfettamente mature. La fermentazione è naturale, l’assemblaggio è fatto con cura. Una visita alla fattoria permette di toccare con mano questa filosofia artigianale, dove la qualità conta più della quantità.

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Un sidro raccolto a mano © Shutterstock /Star Stock

Cambremer è anche una terra ricca di significato: ilnome del dipartimento, il Calvados, ricorda l’acquavite che viene prodotto qui. Una terra modellata dagli alberi, dalla pazienza e dalla lenta trasformazione.

Il Pays d’Auge, tra spiagge e boschi, rappresenta l’anima della Normandia. I suoi frutteti ben allineati, le siepi fitte, i sentieri incassati e fiancheggiati da peri raccontano una geografia del gusto. Il calvados, distillato dal sidro, viene prodotto con la stessa cura di un buon whisky o di un cognac raro.

Domaine Pierre Huet  

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Distilleria di Calvados © Shutterstock /KajaHiis
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Il delizioso Calvados con una torta normanna © Shutterstock /barmalini

Tra le maison più emblematiche, il Domaine Pierre Huet è una tappa imperdibile. Su 30 ettari di frutteti convivono oltre 25 varietà di mele. Grazie al terreno argilloso-calcareo tipico del Pays d’Auge, la tenuta produce le quattro grandi denominazioni normanna: Cidre Pays d’Auge, Pommeau de Normandie, Calvados e Calvados Pays d’Auge. La visita guidata vi porta dal frutteto all’alambicco, dalla cantina dai profumi vanigliati alla sala di degustazione. Un momento sospeso per capire i cicli della mela, dal frutto allo spirito.

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La regione incontaminata del Pays d’Auge © Shutterstock /Delpixel

Oltre al sidro, il Pays d’Auge è un mondo di profumi e sapori. È qui che sono nati i quattro grandi formaggi normanni. Scoprirete che l’abbinamento di un sidro secco e di un livarot stagionato formano un connubio eccezionale. La Strada del Sidro, che riunisce una ventina di produttori con il marchio Cru de Cambremer, offre una panoramica di questa ricchezza gastronomica. Degustazioni, picnic contadini, visite guidate: tanti modi per entrare nel mondo suggestivo del territorio.

Entrando nell’Eure, la Strade del Sidro diventa più tranquilla, quasi monacale. Le strade si addentrano nei boschi, i frutteti si aprono tra due vallate, i fiumi disegnano meandri dimenticati. È qui che si trova la Cidrerie du Mont Viné, nel Vexin normanno.

Mont Viné: il gusto come linguaggio

La visita inizia con un’immersione nei frutteti, poi si passa al laboratorio di produzione: spremitura, fermentazione, assemblaggio. Ogni fase viene spiegata, commentata, vissuta. Un laboratorio sensoriale permette di allenare il naso a riconoscere gli aromi delle mele, prima di comporre il proprio sidro, giocando con l’amaro, l’acidità e la dolcezza.

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Eure, simbolo della Normandia © Shutterstock /EBASCOL

La degustazione finale è un viaggio attraverso tutta la gamma delle bevande a base di mela: succhi, sidri, pommeau, acquaviti. Si può prolungare l’esperienza con un laboratorio di cocktail o un momento goloso con prodotti locali. Il luogo accoglie anche i bambini per laboratori didattici, perché il patrimonio sidrico si trasmette anche giocando.

La Strada del Sidro è molto più di un semplice itinerario turistico. È un inno alla lentezza, alla precisione dei gesti, alla bellezza delle stagioni. Incarna quella Normandia generosa dove ogni produttore è allo stesso tempo agricoltore, alchimista e custode della cultura. Questo viaggio attraverso frutteti, cantine e laboratori è un’esperienza sensoriale, gustativa e umana. Non si tratta solo di assaggiare, ma di capire, sentire, condividere.

Per scoprire altre ispirazioni nelle nostre regioni, visita il nostro sito web ed esplorate la nostra boutique online dedicata al savoir-faire del territorio. E se siete pronti per lanciarvi nell’avventura, scoprite come essere premiati con il nostro programma fedeltà, pensato per gli amanti della Francia autentica. Altrimenti scoprite altre idee di soggiorno iscrivendovi alla nostra newsletter.

L’abuso di alcol è dannoso per la salute. Bevete con moderazione.

Cosa fare a Honfleur?

Foto di copertina: Il vecchio bacino di Honfleur © Ufficio del turismo di Honfleur / LezBroz_Calvados_Attractivite

Per tanti anni, Honfleur è stata derisa e considerata “brutta”, ma poi la Città dei Pittori ha avuto la sua rivincita, diventando una città ricca di arte! Scoprite cosa fare a Honfleur con l’itinerario di Teritoria!

Creato nel 1868 da Alexandre Dubourg ed Eugène Boudin, entrambi di Honfleur, il museo rende omaggio all’eredità dei suoi fondatori esponendo opere di artisti che hanno trovato ispirazione in Normandia, dal romanticismo all’impressionismo e al fauvismo. Ha una bella collezione di pittori normanni, tra cui Courbet, Boudin, Dubourg, Jongkind, Monet, Dufy, Friesz, Gernez, Hambourg e Herbo.

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Museo Eugène Boudin, a Honfleur © Shutterstock /Alan Kean

La visita è divisa in sette aree tematiche. La sala Désiré Louveau ha una collezione etnografica dedicata ai costumi, copricapi, merletti e agli oggetti della vita normanna. Un’altra sala mette in risalto cinque artisti contemporanei che hanno lavorato a Honfleur: Driès, Gernez, Herbo, Saint-Delis e Bigot. La sala Katia Granoff raccoglie opere del XX° secolo di artisti legati alla regione, come Vallotton, Dufy, Marquet e i pittori della scuola di Rouen. Infine, la cappella ospita due mostre temporanee all’anno e, al di fuori di questi periodi, propone presentazioni tratte dalle collezioni permanenti. Tra queste, alcune mostre su Erik Satie, pianista e compositore, figlio di Honfleur.

Attraverso un percorso scenografico con audioguida, scoprite l’universo del compositore e pianista Erik Satie, nato a Honfleur nel 1866. All’avanguardia per la sua epoca, Erik Satie diceva di sé stesso di essere “nato molto giovane in un’epoca molto antica”.

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museo erik satie © shutterstock /pack-shot

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maison satie ©ufficio turistico di honfleur / lemassonbanninglover

Seguendo il percorso scenografico, entrerai nell’universo di Erik Satie: tra suoni, luci, immagini, scenografie e una messa in scena poetica… quasi assurda!

Primo museo di etnografia della provincia, situato in una maison in legno del XVI° secolo, nell’antica prigione della Viscontea di Roncheville. Un bel modo per scoprire la cultura e il territorio della Normandia, di ieri e di oggi!

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museo di etnografia, a honfleur © shutterstock /mike winters
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incisione del museo di storia etnografica, a honfleur © shutterstock /pack-shot

Il museo etnografico di Honfleur vi immerge nella vita quotidiana di un tempo: costumi, oggetti, tradizioni e savoir-faire raccontano una Normandia autentica e vivace. Qui potete anche scoprire la storia marittima, i vecchi mestieri, le abitazioni tradizionali e lo spirito rurale che danno forma all’identità normanna. È il luogo ideale per saperne di più sulla cultura della regione, ma anche sull’evoluzione dell’arte della città!

Per uscire dai sentieri battuti e scoprire l’arte di Honfleur, non c’è niente di meglio che esplorare l’universo colorato di Florence Marie a Honfleur. Nascosta nel quartiere di Sainte-Catherine, questa casa atipica è colorata quanto la sua padrona di casa. La Forge è molto più di una maison: in questo spazio unico, ogni dettaglio della vita quotidiana diventa fonte di ispirazione, dai paesaggi normanni alle scene di città, passando per momenti insoliti. Un progetto che dura da quasi 30 anni! L’artista Florence Marie sviluppa, in ogni opera, un frammento della sua storia. Originaria di Le Havre, ha sempre coltivato un talento naturale per la pittura, che approfondisce con passione e senza limiti. Oggi è riconosciuta come artigiana e pittrice, sia a Honfleur che a livello nazionale.

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Honfleur, città d’arte © Shutterstock /RossHelen

La Forge non è solo un laboratorio chiuso: l’intero edificio diventa uno spazio di creatività. Florence Marie crea un vero e proprio dialogo artistico tra le pareti, le vetrate, gli angoli nascosti e gli spazi abitativi. Una visita a La Forge è come immergersi in un museo vivente, in continua trasformazione. Nella piccola cappella del giardino, per esempio, le sue opere in vetro illuminano lo spazio. Le pareti in legno, i soffitti in vetro, i dipinti di uccelli o animali creano un universo poetico, pieno di libertà. Infine, il giardino diventa un teatro di espressione artistica: un camino a forma di giraffa, un drago di legno, sculture sorprendenti… ogni angolo riserva una scoperta inaspettata. Ogni cosa è progettata, lavorata e rifinita con estrema cura, espressione di un raro savoir-faire artigianale e di una visione artistica a tutto tondo. La casa evolve costantemente: ristrutturazioni, nuove creazioni e ritocchi di pittura.. Una nuova opera è già in preparazione e presto decorerà il tetto.

L’arte è ovunque a Honfleur. Dalle facciate a graticcio tipiche del fascino normanno alle opere contemporanee sparse per le strade, il modo migliore per scoprire la Città dei Pittori è perdersi per caso nei vicoli. E se questa passeggiata vi ispira, continuate la vostra scoperta: iscrivetevi alla nostra newsletter per scoprire altri tesori regionali, esplorate i nostri indirizzi per prolungare l’esperienza in loco, o lasciatevi tentare dal nostro programma fedeltà, pensato per premiare i vostri soggiorni più belli. La nostra boutique online, infine, vi permette di regalare (o di regalarvi!) un autentico frammento dei nostri territori.

Di Émilie FALLOT NGUYEN 

Tour de France Parigi: i nostri migliori indirizzi

Foto di copertina: gli chef Alain Ducasse e Amaury Bouhours ©Le Meurice, Parigi

Il Tour de France si avvicina a grandi passi (o meglio, a grandi colpi di pedale). Presto Parigi assumerà l’aspetto di Cipale e accoglierà ciclisti e appassionati da tutto il mondo sui nostri celebri Champs-Élysées! Per celebrare un mese di competizione, Teritoria vi consiglia una selezione di hotel e ristoranti nella Città delle Luci.

Per rimanere nel vero spirito del Tour de France Parigi, non c’è niente di meglio che scoprire i Bistrot Teritoria vicino agli Champs-Élysées!

Brasserie Baroche, a Parigi  

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©Brasserie Baroche

Per un’atmosfera accogliente in stile bistrot-brasserie, la Brasserie Baroche, a pochi passi dall’Avenue des Champs-Élysées, è il luogo ideale. Lo chef David Baroche propone un menù ispirato al territorio, quindi lasciatevi stupire dal suo rinomato pâté en croûte, dalla sua vetrina di dolci e dai suoi piccoli piatti da assaporare in qualsiasi momento della giornata! In questa istituzione parigina potrete scoprire piatti tradizionali rivisitati con autenticità e creatività, che valorizzano i prodotti locali e le iniziative vegetariane!

Café Jacques, Musée du Quai Branly, a Parigi  

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©Café Jacques, quai Branly, Parigi
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©Chef Florian Dannel

Di passaggio sugli Champs-Élysées, prendetevi un po’ di tempo per riscoprire Parigi e le sue istituzioni: il museo del quai Branly, creato su iniziativa del presidente Jacques Chirac, nasconde al suo interno un indirizzo segreto. In omaggio alle brasserie parigine frequentate dagli amanti dell’arte, il Café Jacques vi dà il benvenuto. Questo bistrot contemporaneo propone un menù dai sapori etnici in armonia con le opere del museo, da assaporare sulla terrazza con vista sulla Torre Eiffel o nella suggestiva cornice moderna della sala! Lo chef Florian Dannel propone piatti originali, raffinati e dai sapori inaspettati!

Per chi vuole godersi Parigi con un tocco di classe, i nostri ristoranti gourmet sono proprio quello che ci vuole!

Ducasse sur Seine, a Parigi 

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©Le Ducasse sur Seine

A 10 minuti dagli Champs-Élysées, di fronte alla “Dame de fer” ( la Signora di ferro), salite a bordo della prima imbarcazione 100% elettrica di Parigi per un’esperienza gastronomica indimenticabile: benvenuti a bordo del Ducasse sur Seine, dello chef più stellato al mondo Alain Ducasse! Dal Port Debilly, nascosto sotto i Giardini del Trocadéro, partite per una crociera mozzafiato alla scoperta dei monumenti della capitale, sotto la guida di Martin Chaffanjon. Assaporate anche la grande gastronomia francese con il raffinato menù dello Chef Jean-Philippe Berens e dello Chef Pierre Marty.

Nomicos, a Parigi  

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©Restaurant Nomicos, Paris
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©Jean-Louis Nomicos

A pochi passi dall’Arco di Trionfo, sugli Champs-Élysées, scoprite questo indirizzo imperdibile per i buongustai. Nomicos nasce dal desiderio di Sabrina e Jean-Louis Nomicos di proporre un menù innovativo e creativo, una creatività culinaria premiata con una stella dalla Guida Michelin. Per la sala, l’architetto e interior designer Marie Deroudhuille ha immaginato un arredamento con vetrate, lampadari in vetro soffiato, alti archi in acciaio corten, tavoli in noce e pavimenti in rovere, tanto suggestivi quanto le ricette ricche di sole del menù!

Restaurant Kei, a Parigi 

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©Restaurant Kei

Parigi è una città cosmopolita e per scoprire la sua ricchezza non c’è niente di meglio del Ristorante Kei, con note giapponesi del Chef Kei Kobayashi. Un indirizzo ideale, premiato con tre stelle Michelin, per conoscere nuovi sapori che uniscono il savoir-faire francese e giapponese, a meno di 15 minuti a piedi dalla più bella via del mondo.

Les Ombres, quai Branly, a Parigi  

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©Les Ombres, quai Branly, Parigi
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©Chef Alexandre Semperé

In questo ristorante gourmet, nel centro storico di Parigi, potrete assaporare, di fronte alla Torre Eiffel, un menù che unisce la cucina mediterranea e l’ispirazione della Naturalità di Alain Ducasse. Godetevi una cucina tipicamente francese dello Chef Alexandre Semperé, in sala, di fronte alle immense vetrate che offrono una vista sulla città, o sotto il sole parigino dalla terrazza sul tetto!

I ciclisti del Tour de France stanno girando il paese da un mese, per chi li ha seguiti da Lille o per chi vuole approfittare di questo bellissimo evento per scoprire Parigi, Teritoria ha l’indirizzo giusto per soggiornare il più vicino possibile al trambusto della Grande Boucle.

Hôtel Hiro, a Parigi  

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©Hôtel Hiro

Tra gli Champs-Élysées e l’Arco di Trionfo c’è l’Hotel Hiro, ideale per un soggiorno accogliente in una struttura di charme tipicamente parigina. Le camere sono comode e funzionali e il personale di qualità vi accompagnerà durante il vostro soggiorno nella Città delle Luci. Non esitate a chiedere loro informazioni, i membri del personale dell’hotel sono le migliori guide turistiche e conoscono i migliori indirizzi di Parigi. Come diciamo noi di Teritoria, non c’è niente di meglio per un viaggio autentico che soggiornare presso la gente del luogo!

Hôtel Le Meurice, a Parigi  

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©Le Meurice

A proposito di soggiorni autentici, niente è meglio dell’esperienza offerta dallo storico Hotel Le Meurice, di fronte al Giardino delle Tuileries, a meno di 15 minuti dagli Champs-Élysées. Per un’immersione totale nella storia francese, il ristorante Le Meurice, leggenda pluristellata, lo chef Alain Ducasse, ricorda il Salon de la Paix (Salone della Pace) di Maria Antonietta nel cuore della Reggia di Versailles. Un prestigio che si ritrova anche nel menù dello chef executive Amaury Bouhours, che esalta i sapori autentici del territorio francese.

Che siate alla ricerca di benessere o semplicità, Teritoria ha selezionato per voi i migliori indirizzi per vivere un’esperienza indimenticabile in occasione dell’arrivo del Tour de France sugli Champs-Élysées a Parigi. Per godervi appieno il vostro soggiorno a Parigi, scoprite il programma fedeltà di Teritoria. E approfittate del 3% di sconto dopo ogni visita in una delle nostre maisons in Europa, utilizzabile subito per regalarvi un altro soggiorno o un pasto indimenticabile. L’iscrizione al programma fedeltà Teritoria è gratuita! Allora, cosa aspettate a prenotare il vostro soggiorno e scoprire tutte le meraviglie della capitale francese? Per altre esperienze e idee regalo, visitate la nostra boutique online dove troverete cofanetti e carte regalo validi nei nostri 400 hotel e ristoranti. E per non perdere nessuna delle nostre novità e scoprire le nostre offerte esclusive, iscrivetevi alla nostra newsletter.

Di Émilie FALLOT NGUYEN  

Weekend in Bretagna: due hotel-ristoranti gourmet da scoprire

Volete organizzare un weekend gastronomico in Bretagna? Seguire la guida.

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L’Odet, il fiume costiero della Bretagna lungo 62,7 km, è un tesoro di meraviglie. Navigare lungo le sue sponde o seguire il suo corso su strada può offrire una ricchezza di scoperte. La Villa Tri Men, vicino al Parco Botanico Cornouaille, con il suo parco di 4 ettari attraversato dal fiume, è uno di quei momenti che si desidera immortalare.

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Quando si sceglie di soggiornare in questo prestigioso edificio, tipico dell’architettura balneare della fine del XIX secolo, si sa di entrare nella storia. È questo patrimonio eccezionale che Anne Le Morvan, la padrona di casa di questi luoghi magici, vi invita a condividere. Con sistemazioni di alta gamma, tra cui camere con viste magnifiche, il mare vicino e la freschezza e la bellezza del suo parco, proverete una gamma di emozioni completamente nuova.

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Sul fronte gastronomico, Frédéric Claquin, chef stellato del ristorante Trois Rochers, delizierà i buongustai con la sua cucina sincera a base di pesce.

Al mattino potrete gustare un’abbondante colazione continentale (a base di prodotti freschi locali) dalla terrazza con vista sul mare, una vera delizia per gli occhi e per le papille gustative!

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Il sito di Carnac è una tappa obbligata della baia di Quiberon. Questo sito, che contiene più di 2.900 menhir, è una testimonianza della nostra storia. L’omonima località balneare apre le sue porte e la sua costa ai viaggiatori in cerca di autenticità.

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L’Hôtel du Tumulus è situato sul punto più alto di Carnac e offre un ambiente unico con una vista mozzafiato su Quiberon e le sue isole. Per il vostro comfort, ci sono 29 camere e suite di charme, un’area benessere con massaggi e spa… e una piscina all’aperto per il vostro divertimento, perfetto per il tuo weekend in Bretagna.

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Per quanto riguarda i ristoranti, a Le Tumulus, la Table remarquable di Alain Ducasse, lo chef Jérôme Berthelot mette a frutto tutto il suo talento. Offre una cucina fresca e inventiva, fortemente influenzata da prodotti freschi, locali e di stagione. Anche la colazione in loco è particolarmente abbondante, con prodotti freschi e una gamma di torte e dolci.

Inserto di Delphine Cadilhac per la rivista di lifestyle Teritoria, le Mag

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Gel doccia con verdure e frutta: l’idea “innocua” di un marchio storico di saponi piacque ad Arnaud Fourel vent’anni fa, quando lavorava per un’importante maison di moda. Questo ha rafforzato il suo crescente desiderio di creare un marchio che promuovesse le piante dalle virtù dimenticate della sua terra natale, la Bretagna, e i cui principi attivi non provenissero dai confini del mondo. Insieme all’amico Jeremias Martins, direttore amministrativo e finanziario di un’importante azienda, si rivolse a un rinomato esperto di formulazione, che fu conquistato dal loro desiderio di reinterpretare l’erboristeria bretone in una gamma di prodotti cosmetici biologici.

Nel 2008, Nominoë – che prende il nome da uno dei primi re di Bretagna – ha presentato i suoi primi prodotti idratanti e detergenti certificati Ecocert, progettati nei laboratori bretoni. Finocchio marino antiossidante, ginestra lenitiva, cardo delle dune rassodante, grano saraceno nutriente, alga bruna purificante… Tutti in texture finissime, non grasse e con il delicato profumo del fiore di ginestra. Si tratta di texture sensoriali realizzate con cura, con una miscela ben bilanciata di materie prime – una sfida nella cosmesi biologica, dove il settore, agli albori, si scontrava con formule a volte instabili e fragranze troppo presenti.

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Anche il packaging rende omaggio alle sue radici: bianco e nero come la bandiera bretone; un triskel, un simbolo celtico rivisitato qui con le piante per evocare le tre età della vita; un bordo giallo che richiama il colore delle ginestre, delle cerate e degli stivali bretoni. Da allora il Brand, che rimane indipendente e possiede ancora le sue formule, ha sviluppato la sua gamma per il viso e per il corpo, rivisitando uno dei suoi prodotti di punta per la cura della pelle. La Crema Fluida Idratante, concentrata in acqua floreale di finocchio marino. Nell’antichità, i marinai portavano con sé quest’acqua per combattere lo scorbuto.

Il trattamento emblematico

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Lanciata agli albori del marchio, la schiuma detergente rimane sul gradino più alto del podio, acclamata per la sua finitura non secca e per la sua capacità di eliminare le piccole imperfezioni. Leggera, alcuni uomini la usano persino come schiuma da barba!

Nominoe.eu

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Le spiagge di Pornic, in Bretagna, e un artigiano locale tutto da scoprire

Dalle scogliere a picco sul mare alle insenature segrete, dall’artigianato alle lunghe distese di sabbia fine, ogni angolo della Bretagna ha qualcosa di nuovo da scoprire. Esploriamo insieme i tesori nascosti delle spiagge della Bretagna, perfette per una fuga al mare.

spiagge e artigianato bretagna

Plage de l’Étang

La Plage de l’Étang, nel Finistère, è un vero gioiello per chi cerca un luogo tranquillo e incontaminato. Immersa tra dune e laghetti, questa spiaggia è l’ideale per ricaricare le batterie lontano dai sentieri battuti.

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plage de l’étang © shutterstock / bensliman hassan

Le acque limpide e calme vi invitano a fare un tuffo, mentre le dune circostanti sono lo sfondo perfetto per passeggiate tranquille. È anche un luogo conosciuto per gli amanti del birdwatching, con una fauna ricca e varia da osservare.

Plage du Porteau

Situata a Pornic, Plage du Porteau ha un’ambientazione affascinante, intima e pittoresca. Questa piccola insenatura, circondata da rocce e vegetazione lussureggiante, è un’oasi di pace ideale per rilassarsi.

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Plage du Porteau © shutterstock / bensliman hassan

Con la bassa marea, le piscine naturali formate dalle rocce sono il parco giochi perfetto per i bambini, mentre gli adulti possono prendere il sole sulla sabbia dorata. Le acque limpide sono perfette per lo snorkeling e offrono splendide vedute della vita marina locale.

Plage des Sablons

La Plage des Sablons a Saint-Malo è una meta imperdibile per gli amanti del mare. Questa grande spiaggia sabbiosa è ideale per le attività in famiglia. Grazie alle sue vaste distese, c’è molto spazio per giocare a beach volley, castelli di sabbia e altri giochi da spiaggia.

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Plage des Sablons © shutterstock / bensliman hassan

Gli amanti degli sport acquatici possono praticare surf, kite-surf e vela grazie alle condizioni di vento favorevoli. A fine giornata, non dimenticatevi di passeggiare sul lungomare che costeggia la spiaggia e di godervi un tramonto mozzafiato.

Inserita da Laurence Gounel per la rivista di lifestyle Teritoria, le Mag

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Chi non ha mai ricevuto una ciotola con il proprio nome? Con 22 milioni di pezzi prodotti dalla sua nascita, il PetitBreton con le sue orecchie blu come manici si è guadagnato un posto nel patrimonio francese. Nel 2021 ha battuto i record con 87.000 pezzi venduti. E con la loro caratteristica firma: il nome del proprietario dipinto nello stile calligrafico di due piccoli caratteri ingenui circondati da linee nere e congelati al centro della vegetazione, iniziato da Raymond Cordier, che nel 1950 era a capo del laboratorio.

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Sebbene la maison produca decorazioni in terracotta dal 1946, negli ultimi 70 anni si è adattata alle mutevoli tendenze dei “piccoli nomi”, con 3.809 nomi diversi e 2.036 nomi unici (ordinati una sola volta). Un vero e proprio barometro delle tendenze, tanto che il sito web del marchio fornisce un pdf dei 500 nomi più importanti…

Sebbene la gamma di ceramiche da tavola si sia ampliata, in particolare con il piatto da torta ispirato al vassoio divisorio utilizzato dai decoratori (sono disponibili circa un centinaio di modelli), è la ciotola con nome personalizzabile a segnare il successo duraturo di questa azienda, fondata da persone provenienti dall’Alsazia ma con radici in Bretagna.

Bernard Serraz, diplomato all’École des Arts Décoratifs di Parigi, è sicuramente uno dei protagonisti di questa storia di successo in stile francese. Dopo essere arrivato dalla fabbrica di terracotta Niderviller (la casa madre dei fondatori), fu responsabile della creazione della fabbrica di Pornic nel 1947 e del suo sviluppo fino al 1981 (anno in cui andò in pensione). Dopo una breve pausa, fu il lussemburghese Jules Wagner (ex Villeroy & Boch) ad acquistare la fabbrica e a rinominarla La Faïencerie de Pornic.

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Ha anche commercializzato questa esperienza negli Stati Uniti con il marchio French Heritage. Dal 2003, Pierre Woda, il nuovo proprietario, ha dato una ventata di modernità all’azienda, che ora invita artisti e designer francesi e stranieri ad innovare questa terracotta, immediatamente riconoscibile per i suoi disegni dipinti a mano. Ognuno ha il proprio stile, ma tutti hanno lo stesso filo conduttore: illustrazioni che rendono omaggio alla Bretagna.

La Bretagna è una regione ricca di spiagge, una più bella dell’altra, ognuna con un fascino unico e caratteristiche particolari. Che siate alla ricerca di tranquillità, di avventure nautiche o di momenti in famiglia, le spiagge della Bretagna vi sedurranno e vi regaleranno ricordi indimenticabili, dandovi anche la possibilità di scoprire l’artigianato locale.

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Le 8 tappe da non perdere sull’isola di Capri

Capri è un’isola italiana situata nel Mar Tirreno, nella baia di Napoli. Rinomata per la sua bellezza, la natura incontaminata e il fascino dei suoi borghi, si trova di fronte alla penisola di Sorrento. Il periodo ideale per visitare le 8 tappe imperdibili dell’isola va da aprile a settembre, quando il clima è mite. Potete raggiungere facilmente l’isola di Capri in traghetto o aliscafo dalla Costiera Amalfitana, da Napoli o da Sorrento.. Teritoria vi invita a scoprire le isole in un viaggio indimenticabile.

Iniziate la vostra visita sull’isola alla scoperta di Capri, da sempre celebrata e cantata per la sua bellezza. Capri ruba il cuore a ogni turista. Chi la visita ne apprezza i contrasti: da un lato moderno e borghese, dall’altro autentico, naturale e accogliente. A Capri potete fare di tutto: rilassarvi sulle terrazze alla moda di Piazza Umberto, fare shopping nei vicoletti o passeggiare immersi nella natura.

les 8 indispensables à visiter sur l’île de capri : la ville de capri
Vista da anacapri ©Aretur-Campania Turismo

Da non perdere? La Via Krupp, un sentiero scavato nella roccia, i Faraglioni, titani di pietra che si ergono dal mare, o ancora l’Arco Naturale, una caratteristica impressionante di Capri.

L’Arco Naturale è alto quasi 20 metri. Questo colosso, scavato nella roccia, domina tutta la costa orientale dell’isola.

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Arco Naturale, Capri / Shutterstock ©IgorZh

Frutto di anni di erosione della roccia causata dalle onde, è oggi una delle attrazioni turistiche più apprezzate dagli amanti della natura e dei grandi spazi aperti.

La Via Krupp è considerata uno dei sentieri più belli del mondo. Non c’è da stupirsi, perché questa meraviglia, costruita tra il 1900 e il 1902, è davvero unica nel suo genere. Il sentiero è stato progettato da Friedrich Alfred Krupp, un industriale tedesco che si era innamorato dell’isola.

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Capri Via Krup / Shutterstock © dolemie

L’obiettivo della Via Krupp era raggiungere rapidamente il centro storico di Capri attraverso i piccoli sentieri che collegano la città. Oggi non è più utilizzata per la sua praticità, ma per il fascino e la bellezza del suo percorso. Affacciato sul mare, questo tracciato parte dalla Certosa di San Giacomo e arriva fino a Marina Piccola. Vi consigliamo di portare con voi la macchina fotografica: il panorama dall’alto è mozzafiato.

La città di Anacapri è completamente diversa da Capri. Più autentica, non è frequentata dal jet-set come la sua vicina. È molto più tranquilla e raggiungibile in soli 10 minuti di autobus da Capri.

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© Aretur Campania Turismo

Teritoria vi consiglia di visitare la chiesa barocca, Villa San Michele e le scale fenicie. Attenzione: queste ultime portano alla Marina Grande, ma sono più di 1.000 gradini

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Meglio indossare scarpe da ginnastica o da trekking per affrontare al meglio il percorso!

Il Monte Solaro è il punto più alto dell’isola di Capri. Con i suoi 589 metri, viene anche chiamato “Acchiapanuvole”: alla sua sommità si formano infatti nuvole create dalla condensazione dell’aria calda marina. Potete salire a piedi in un’ora e mezza (per i più coraggiosi) oppure raggiungerlo comodamente in funivia.

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Monte Solaro © Aretur Campania Turismo

Teritoria vi consiglia di percorrere a piedi almeno l’andata o il ritorno, per scoprire la zona naturale di Cetrella, che offre una vista spettacolare sull’isola.

Villa Jovis era la residenza estiva dell’imperatore Tiberio. Si trova sul monte Tiberio, a nord-est dell’isola. Purtroppo, non conserva più il fascino e la solidità di un tempo: è in rovina e rappresenta ormai solo un vestigio del passato.

villa jovis

Il sito merita comunque una visita: gran parte dell’edificio è ancora in piedi ed è ancora oggi molto suggestivo.

I giardini di Augusto sono dei giardini fioriti super belli, nascosti sulle scogliere di Capri. Sono curati alla perfezione e hanno una vegetazione lussureggiante.

les 8 indispensables à visiter sur l’île de capri : jardin d'auguste
faraglioni ©aretur-campania turismo

Le terrazze fiorite dei giardini, con vista sul mare, sono il luogo perfetto per ammirarei Faraglioni, enormi scogli che sembrano spuntare dal mare.

La Grotta Azzurra è senza dubbio l’attrazione più iconica di Capri. Con le sue acque di un blu profondo, ricorda i cenotes messicani. Si accede attraverso una stretta apertura, raggiungibile in barca. Nonostante l’afflusso turistico, la Grotta Azzurra resta un luogo da vedere almeno una volta nella vita: una delle più belle meraviglie di Capri, e forse anche d’Europa.

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Grotta Azzurra dell’isola di Capri / Shutterstock © takmat71

Potete anche visitare la grotta verde e la grotta bianca, che prendono il nome dai riflessi di luce sulle loro pareti.

Regalatevi un soggiorno alla Luxury Villa Excelsior Parco, per godervi la dolce vita dell’isola! Affacciato sul mare, questo indirizzo è una tappa imperdibile all’insegna del dolce far niente. Il fiore all’occhiello? La colazione servita direttamente sulla terrazza, con vista mare, direttamente dalla vostra camera con jacuzzi privata!

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Luxury Villa Excelsior Parco © Valentina Coco – ZaguFashion

Si conclude qui la nostra guida all’isola di Capri. Vi consigliamo di includerla in un’escursione tra le isole del sud Italia. Per ricevere direttamente nella vostra casella di posta elettronica i prossimi articoli di viaggio e gastronomia, iscrivetevi qui. Volete regalare un’esperienza indimenticabile a uno dei vostri cari? Visitate la nostra boutique online per scoprire tutti i nostri cofanetti e carte regalo.

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